lunedì 24 giugno 2013

LETTA, CHE, MALGRADO NON VOLESSE, QUALCOSA HA FINITO EGUALMENTE PER DIRE

Ieri Enrico Letta è stato a "In mezzora" per farsi intervistare dalla Annunziata. 
Intervista complessivamente abbastanza inutile, perchè il lavoro di Letta è tipicamente quello, in pieno stile democristiano, di non dire nulla, di minimizzare di diluire, di rendere insomma tutte le pietanze-informazioni insipide. 
Tuttavia, tre cose su questa intervista le voglio dire...
La prima riguarda il linguaggio di Letta, particolarmente piatto, seppure in qualche misura efficace proprio in virtù del vocabolario povero che egli usa. Non troverete nelle frasi pronunciate dall'attuale premier parole un po' più ricercate, quelle che visitano il linguaggio scritto, parla in modo elementare e la sua efficacia è basata proprio dalla sua comprensibilità anche ad un uditorio che non legge, forse con l'unica eccezione del giornale sportivo del lunedì. 
E' chiaro che farsi comprendere da un vasto uditorio costituisce un valore per un politico. Tuttavia, l'uso di un vocabolario più vasto permette di esprimere pensieri più approfonditi, anzi permette di pensare più approfonditamente: ecco, la facilità con cui Letta fa uso di questo suo linguaggio povero mi fa pensare che gli venga spontaneo, e cioè che egli non sia in grado di articolare pensieri di una certa complessità, e questo già spiegherebbe uno degli elementi del suo successo politico dove la profondità è più che altro un inciampo. 

La seconda riguarda la capacità metabolica di questa classe politica. Egli non ha esitato un attimo a sostenere che sui giovani e sulle sulle loro prospettive lavorative si sono fatti errori, non uno soltanto, ma ben due errori. L'uno è stato quello di spostare praticamente tutte le risorse del welfare su coloro che il lavoro l'avevano già (vedi in sostanza le varie forme di cassa integrazione), e l'altro lo spostamento in avanti dell'età pensionabile. 
Ora, qui non stiamo parlando di dettagli, nè di aspetti particolarmente difficili da evidenziare, no, qui parliamo di cose su cui si è dibattuto a lungo, e posizioni difformi erano state apertamente sostenute da altri. 
Nel mio minuscolo, anche io avevo postato sulla contraddittorietà del lamento sulla disoccupazione giovanile con il contemporaneo spostamento in avanti dell'età pensionabile. Non è che bisogna essere dei geni per comprendere che se costringi la gente a lavorare più a lungo, rallenti il turnover e quindi ritardi l'ingresso al lavoro delle nuove generazioni. Allora, si rispose con argomenti di tipo statistico, citando la Germania ad esempio, senza comprendere che un'analisi su base statistica è valida soltanto nel caso in cui il raffronto tra dati avviene variando un unico aspetto. Se contemporaneamente vari un insieme di differenti elementi, l'intepretazione diventa un  fatto fantasioso e privo di alcun significato scientifico.
Ora, dove stava Letta in quei giorni? Mi pare sedesse in parlamento, come mi pare che abbia diligentemente votato tutto senza battere ciglio e senza obiezioni di sorta: insomma, Letta ha sbagliato allora. Gli errori in politica si devono pagare, la politica è appunto un'attività che riguarda la collettività e quindi gli errori di chi è chiamato a gestire il potere, si riverberano immediatamente sull'intera collettività, la gente vive drammi e tragedie, e non è lecito uscirsene dicendo semplicemente che si sono fatti degli errori. Perchè mai dovremmo oggi pensare che non siano errori anche quelli che si stanno compiendo? 
Direi al contrario che ci sono motivi fondati che fanno pensare che siamo all'ennesimo provvedimento al più inutile se non esplicitamente dannoso. 
Parliamoci chiaro,  qui non si vede nessun aumento netto dell'occupazione. Se infatti si decide di intervenire con misure fiscali di agevolazione verso nuovi assunti,  tra l'altro per quanto si capisce limitati alla fascia più giovane, non si vede perchè questo dovrebbe tradursi in un aumento dell'occupazione, e non in una sua sostituzione. L'imprenditore che vuole usufruire della legge, può ben licenziare i cinquantenni ed assumere a costi previdenziali ridotti i più giovani. Poi, piangeremo lacrime di coccodrillo sulla sorte dei cinquantenni. 
Siamo sempre alle solite, di credere di aumentare l'occupazione aumentando l'efficienza del sistema produttivo, contando su una sua maggiore competitività, seppure sia chiaro anche ai ciechi che oggi la crisi è una crisi di domanda. Il settore dell'esportazione tiene abbastanza bene, quello che è crollato, è il fronte dei consumi interni, ed è qui che si deve intervenire. Ora, nessuno più di me è convinto del valore e della necessità assoluta di combattere l'evasione fiscale e la criminalità organizzata che contribuiscono entrambe ad aumentare il deficit statale, ma oggi drenare risorse dal sistema anche in questi settori  non può che contribuire a ridurre la disponibilità di spesa dei consumatori (anche mafiosi ed evasori fiscali sono consumatori, per intenderci). Insomma, il nodo della violazione del limite al deficit di bilancio non può essere eluso, se vogliamo rilanciare i consumi, dobbiamo finirla col sacralizzare il vincolo di bilancio, su questo è inutile girarci intorno, si rischia di fare semplicemente la figura degli idioti. 

Infine, la terza notazione, che però non riguarda direttamente Letta, quanto la conduttrice. 
L'Annunziata ha esordito citando la manifestazione dei sindacati di sabato come un punto di debolezza del governo, mostrando così di non  avere compreso nulla, di prendere lucciole per lanterne.
Partiamo dalla constatazione che Camusso è persona assai vicina all'attuale come al precedente segretario del PD, rispetto a cui non ha mai mostrato alcuna reale capacità di autonomia, come è altresì evidente che Bonanni ha partecipato fattivamente a tutto il processo di costituzione di scelta civica, da cui è balzato via molto furbescamente all'ultimo minuto. Da questo punto di vista Angioletti risulta il più credibile dei tre. 
Ora, vediamo i fatti. Nei lunghi anni del berlusconismo al potere, perfino durante il governo Monti quando la crisi già galoppava, la CGIL stava da una parte e CISL e UIL dall'altra. Quando costoro si mettono assieme organizzando una manifestazione? Guarda caso, nello stesso momento in cui la collaborazione tra PD, PDL e Scelta Civica diventa organica con la costituzione di un governo di alleanza.
Conosciamo i nostri polli, la Camusso si mette assieme a Bonanni ed assieme indicono una manifestazione, perchè hanno ricevuto un mandato politico a farlo. Ma insomma, questi due, a chi vorrebbero fare credere di potere costituire un fronte di opposizione alla maggioranza esistente? La loro personale storia parla per loro, che gridino i loro slogan in piazza, bisogna essere davvero creduloni per pensare che essi si oppongano a quel potere che consente loro di occupare i posti che occupano.
Qui, con tutta evidenza i sindacati sono entrati in un gioco tattico per la maggior parte interno allo stesso PD, in cui la parte del partito di provenienza DS manda segnali a Letta. 
Devo mestamente aggiungere che anche la stessa FIOM non si è sottratta ad entrare in tali giochi. Del resto, Cremaschi, dichiarando esplicitamente di tirarsi fuori dal progetto di "Rivoluzione civile" alle scorse elezioni politiche, ha contribuito fattivamente al fallimento di quel progetto, distruggendo l'unica residua ipotesi di presenza parlamentare alternativa nell'attuale parlamento. 

2 commenti:

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    1. Siamo dentro la nebbia del demofascismo e non vediamo uscite. Probabilmente c'è già in atto nella pancia del paese un drammatico movimento silenzioso che sembra non avere né testa né gambe. Per adesso.

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