venerdì 7 giugno 2013

SIAMO GIA' FUORI DALL'ORDINAMENTO COSTITUZIONALE MA I GIORNALISTI NON LO SANNO ANCORA



Il nostro quasi novantenne Presidente Napolitano ha ieri infine confessato, per lui questa costituzione non va, e va rivista al più presto. Opinione questa perfettamente lecita, ma non per il capo dello stato che avrebbe al contrario il compito di difenderla in maniera intransigente, e pertanto ci si aspetterebbe che egli avesse almeno il buon senso di tacere...
Al contrario, egli esterna i suoi umori apparentemente in dispregio completo del proprio ruolo istituzionale, e naturalmente lo fa consapevolmente perché vuole evidentemente legare il proprio nome a quella che egli ritiene una riforma necessaria. Naturalmente, anche il difensore più intransigente, potrebbe nutrire dubbi su punti specifici su cui ritiene motivatamente di dovere introdurre modifiche, e naturalmente ciò implica che egli sappia quali esse debbano essere. E’ presumibile che Napolitano abbia delle idee chiare in proposito e che pensi di non doverle esternare per non interferire con il lavoro di saggi (o di esperti poco saggi…) e delle commissioni parlamentari, ma sbaglia. L’errore sta nel credere che l’avanzare proposte specifiche configuri invasioni di ruolo, ma al contrario ciò che è peggio è mettere sul banco degli accusati la costituzione e sollecitare una revisione costituzionale che non serve a rattoppare il testo esistente, ma a confezionarne uno nuovo anche se magari utilizzandone ampie parti. La cosa forse più grave è introdurre procedure non previste per la stessa modifica, come appunto la predisposizione di un’apposita commissione che è una completa invenzione dello stesso Napolitano che l’ha dettata a Letta che scrive sotto dettatura. L’intero DDL sta ampiamente fuori dalla costituzione, e quindi ci troviamo nella preoccupante situazione di essere fuori dal quadro dell’ordinamento della nostra repubblica nel silenzio quasi totale degli organi di informazione, e naturalmente delle forze politiche che concorrono alla maggioranza di governo.
 Bisogna essere chiari. Una cosa è rimanere nel quadro costituzionale anche nell’introdurre modifiche allo stesso testo della costituzione, altra e ben più grave cosa è uscire dal quadro procedurale che la costituzione prevede denunciando l’inadeguatezza della costituzione esistente, si tratta evidentemente di due quadri completamente differenti. Si vuole in sostanza fare qualcosa che assomigli all’Assemblea costituente che elaborò quasi settanta anni fa l’attuale testo, ed è proprio questo progetto che mette in piena evidenza il carattere eversivo dell’iniziativa. Allora, la costituente creò un nuovo ordinamento statuale, da monarchia a repubblica, da fascismo a democrazia, e quindi il carattere eversivo era esplicitamente dichiarato, preoccupa che soggetti istituzionali sfruttando i poteri che la costituzione assegna loro ne mettano a repentaglio la stessa salvaguardia. 
Mi pare che quando si opera così, usando una prerogativa che mi viene concessa proprio contro la fonte delle mie speciali prerogative, si configuri quello che in italiano viene designato col termine tradimento. Per coerenza. Napolitano dovrebbe dimettersi dalla sua carica per potere così da semplice, seppure influente, cittadino condurre la sua battaglia contro la costituzione, farlo da presidente e in maniera così esplicita e determinata, non si può, o meglio non si potrebbe perché viviamo in una nazione distratta per collusione e per quieto vivere. E figuriamoci poi se un parlamento di inetti nominati come quello che abbiamo avrebbe l’ardire di proporre un procedimento per alto tradimento nei confronti di Napolitano. Quegli stessi parlamentari che con atteggiamento demente applaudivano freneticamente le parole pronunciate da Napolitano nel parlamento (mica in una conferenza stampa, in una sede istituzionale) che fustigava le forze politiche che li avevano nominati, potrebbero mai sollevare anche una tiepida obiezione al capo dello stato, a questo capo dello stato? Vogliono approvare una costituzione in cui il parlamento conti sempre meno, mortificato fortemente nelle sue prerogative, e la cosa veramente grave è che la realtà è già oltre, l’attuale costituzione del parlamento, il basso livello medio dei parlamentari è tale che già adesso il parlamento sta lì solo per sancire ufficialmente decisioni altrove assunte, in parlamento ci si va ormai solo per un compito di certificazione, assolutamente analogo a quello che si può svolgere in un qualsiasi ufficio dell’anagrafe dove il funzionario con la propria firma conferma che quel cittadino è nato proprio in quello specifico giorno.



Rimanendo nell’ambito del discorso di Napolitano, il presidente se la prende anche con chi tra i giornalisti polemizza sulla durata a termine del governo, i famosi diciotto mesi di cui da tempo si parla. Veramente, è lo stesso Letta che l’aveva dichiarato, e a quanto parrebbe da questa aspra risposta di Napolitano, qui si è creato un equivoco tra loro due. I diciotto mesi che vengono richiamati riguardo al processo di revisione costituzionale, non rappresenterebbero una scadenza del governo Letta, quanto la durata che Napolitano si è dato prima di dimettersi. Che egli non voglia portare a termine l’intero mandato, sembra evidente a tutti, si capisce che egli per primo voglia evitare la situazione di un presidente non più in grado per l’età avanzata di svolgere degnamente il proprio ruolo. Ora sappiamo quando egli vuole dimettersi: e pensare che Letta ha fatto confusione sull’identità del soggetto che si dimette…

6 commenti:

  1. E se dovesse chiudere gli occhi prima dei 18 mesi, alla Costituzione verrebbe a mancare l'asse portante del "suo tutoraggio": meno napolitanismo e molto berlusconismo. Ma le differenze sono al minimo.

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    1. Questo pericolo c'è, ma non considero così probabile che Berlusconi possa sopravvivere (politicamente, intendo) a Napolitano. Il piano di Napolitano mi pare quello di lavorare in combutta con Berlusconi per preparare una stagione politica caratterizzata da un presidente forte e da un gruppo nutrito, tendenzialmente maggioritario, di forze politiche consociate, uno strano mix tra sistema presidenziale a maggioranze alterne e sistema proporzionale e quindi con alleznze che si fanno e si disfanno (da prima repubblica potremmo dire).
      Questa stagione prevederebbe che a Berlusconi si dia un ricambio, per quanto capisco. Non vedo in base a quale fine Napolitano potrebbe lasciare l'intera eredità politica a Berlusconi. Eppoi, per fortuna ci sta la biologia (come dicevo a proposito della morte di Andreotti...)

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  2. Non escludiamo che si andrà a votare insieme alle consultazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Cosa che potrebbe rivelarsi molto probabile. Non credo che questo Parlamento abbia la legittimazione per effettuare nessuna revisione costituzionale, sarebbe un fatto molto grave, e questo uomini come Napolitano lo sanno. Certamente metteranno mano alla riforma della legge elettorale, e prepareranno il campo per le revisioni costituzionali nella prossima legislatura, che rivedrà la stessa compagine partitica governare l'Italia. Questa maggioranza non è provvisoria, ma ciò che ci porteremo avanti nei prossimi anni.
    Se osservate, presso i vostri luoghi più prossimi, che alle recenti amministrative esponenti del PDL o comunque facenti un tempo parte del centrodestra siano stati candidati o eletti nel PD o liste collegate al centrosinistra, ecco questo vi può offrire il quadro di riferimento entro cui si sta muovendo il sistema politico italiano. Questa operazione è stata affidata a uomini di formazione culturale di centro (o meglio, democristiana dorotea). Potrebbe non riuscire, e credo che taluni stiano solo lavorando per questo fallimento. Napolitano certamente no, anzi da vecchio consociativista vede questa soluzione finale (della democrazia italiana) il naturale epilogo di un processo lungo iniziato con colui che fu il primo curatore fallimentare della sinistra: Berlinguer.

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    1. Non sono d'accordo sul fatto che Napolitano voglia separare i tempi delle riforme.
      Stiamo parlando di una persona di 88 anni, che pertanto non ha interessi personali da difendere. Credo che la sua ambizione sia unicamente quella di realizzare una profonda revisione costituzionale che lo faccia ricordare nella storia della nostra repubblica. Quindi, al contrario di te, io penso che egli sia assolutamente determinato ad imporre a questo parlamento di inetti questo progetto, e tramite i cosiddetti saggi porre il proprio marchio, la direzione del cambiamento, su questa revisione.
      Questo parlamento, e questo se è chiaro a noi, non può certo non esserlo a Napolitano, al massimo può costituire una specie di autobus per traghettare le cose che Napolitano pensa si debbano cambiare. Il fatto che sia così dequalificato, se ci pensi, per Napolitano non costituisce uno svantaggio, ma al contrario un vantaggio perchè gli permette di dirigere la direzione del cambiamento senza ostacoli, se non appunto l'inconcludenza, beghe tra singoli parlamentari e roba del genere. Questo pericolo c'è, e difatti non è affatto scontato che la cosa vada in porto, ma Napolitano lo vorrebbe, non v'è dubbio alcuno che lo vorrebbe con tutte le sue forze.

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  3. con grande rispetto penso a Benedetto XVI che con con una acuta osservazione materialista ha saputo dire "sono vecchio e stanco". Il giovane "spiritualista" Napolitano è da brivido, chissà quale motocicletta pensa di comprare...?

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    1. Beh, caro Francesco, qui non si capisce più niente. I papi che lo erano a vita, si dimettono, e i presidenti che erano a termine, sono disponibili a superare pure i novanta anni pur ci completare una missione che si sono dati.
      Sulle moto, non sono esperto, ma consiglierei al presidente una Harley & Davidson, almeno può stare con la schiena poggiata senza doverla piegare...

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