domenica 26 agosto 2012

NEIL ARMSTRONG, CHI ERA COSTUI?

Ma che gli prende a questi giornalisti, titoloni in prima pagina, i notiziari che per il primo minuto non parlano d'altro: ma che notizia sarebbe che è morto il primo uomo a poggiare il proprio piede sulla luna? Mi chiedo, ma che notizia sarebbe questa? Non so negli USA, ma qui in Italia, sono io a soffrire di una grave forma di distrazione, o era dal 68 che quasi avevamo smesso di occuparci di questo signore?...
Oppure è un modo obliquo di parlare di quell'impresa? Eppure, ho dovuto con mio sbalordimento sentire che veniva dato dell'eroe a questo atronauta: ma possibile che costoro nenache conoscano il significato della parola "eroe", cosa mai ci sarebbe di eroico nel partecipare ad un'impresa di interesse commerciale come le missioni nello spazio?

E se proprio vogliamo parlare dell'impresa in sè, rifiutandomi di entrare nella diatriba sulla possibile finzione dell'allunaggio, rimane un fatto incontrovertibile che quella missione non ebbe alcun seguito, e quindi o davvero sulla luna nessuno sbarcò, e quindi bisognava finirla con l'alimentare un progetto che rischiava prima o poi di fare scoprire le menzogne propagate, o essa fu comunque un fallimento, tanto da non meritare un suo proseguo. Sbarcare sulla luna e nei successivi 44 anni non farne più nulla significa seppellire quell'impresa, indicarla come un ramo secco, una direzione tecnologica senza avvenire, da dimenticare, come una specie di peccato di gioventù.

Così, penso che una notizia della morte di Armstrong a fine notiziario dovrebbe essere più che sufficienter, questo accanimento a ricordare eventi finiti su un binario morto hanno qualcosa di storicamente funereo.

17 commenti:

  1. Partendo dal presupposto che sia realmente avvenuto l'allunaggio, beh, se non vuoi chiamarlo eroe, Neil Armstrong ha comunque avuto un bel po' di coraggio innanzitutto a farsi "sparare" con un missile nello spazio e poi a discendere sulla Luna col rischio che non ripartisse più la navetta e lui ed i suoi colleghi rimanessero per l'eternità a "fluttuare" nell'aere lunare! Io ricordo perfettamente quell'evento del luglio del 1969 perchè, a parte il fatto che il giorno prima avevo dato gli orali dell'esame di maturità, io e mio padre rimanemmo incollati alla TV tutta la notte per seguire in diretta quello che ritenevamo qualcosa di veramente epocale, ritenuto fino ad allora pura fantascienza! Ecco perchè io non banalizzerei il tutto come stai facendo tu definendola semplicemente "un'impresa di interesse commerciale", e se poi da quell'avventura nello spazio non si è ricavato più di tanto ciò non toglie che l'emozione provata allora fu immensa, e sapere della morte di Neil Armstrong ci ha riportato se non altro con la mente all'atmosfera dei gloriosi anni '60! :)

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    1. Beh, se si trattasse davvero di onorarne il coraggio, allora, temo che egli non dovrebbe essere così differente da tutti gli astronauti che non hanno rischiato meno di lui, anzi alcuni c'hanno anche rimesso la vita. E del resto, ci sono tantissime professioni anche sulla terra che espongono a rischi analoghi. No, la verità è che si paga un tributo al successo, ciò che conta non è che, come tutti gli astronauti, abbia rischiato la vita, ma che ha avuto successo. ma se quindi ciò che conta è il fatto di reputarlo un successo, mi pare doveroso allora entrare nel merito di questo presunto successo, perchè si tratta di un successo considerato da quegli stessi che ne furono protagonisti a vario titolo un totale insuccesso, una parentresi da chiudere, ed in verità la chiusura di quel programma che hanno reclamizzato per una grande conquista dell'intera umanità, non mi è mai apparsa chiara: se aabbiamo da così tanto tempo la tecnologia per andare sulla luna, perchè nessuno vi è più sbarcato, ha un senso tutto ciò? Così, ogni dubbio, anche il più impertinente ha piena legittimità.
      Rimane l'entusiasmo di quegli anni, ma serviva scomodare la morte di Armstrong per rinverdirne la memoria?

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  2. Forse c'è dell'esagenrazione ma "impresa d'interesse commerciale" è certamente riduttivo. Come dice ornella il coraggio della squadra merita di essere ricordarto ogni tanto. Chissà se un giorno si accorderanno sul vero/falso. Però, mi interessa quell'obliquo!

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    1. Sì, ho volutamente esagerato: a volte, serve, sopratutto a fronte di una tale grancassa mediatica.

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  3. Anche a me sembra piuttosto esagerata la risonanza che ne danno tutti i giornali. Mi sto chiedendo anch'io perchè tanto clamore.
    D'accordo, lo sbarco sulla luna, per chi ci crede, è un fatto storico che segna l'epoca d'inizio delle esplorazioni (future colonizzazioni?) spaziali, bisogna in qualche modo tenerne conto. Ma, detto ciò, andrei velocemente oltre. Poi, quanti eroi veri muoiono ogni giorno senza che nessuno si prenda la briga di menzionarli?

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    1. Anche tra gli astronauti, chi ricorda quelli morti a pochi minuti dal lancio, tanto per fare un esempio?
      Armstrong avrà anche rischiato, ma la morte è sopravvenuta per cause naturali, non certo a causa della sua professione, e quindi la parola eroe, la pensiamo allo stesso modo, mi pare del tutto fuori luogo.

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  4. Capricorn One (un film del 1978) chiarisce tanti misteri spaziali americani.

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    1. Ricordo in effetti un film che ipotizzava si trattasse di una finzione, ma non ne ricordo il titolo, sarà quello che tu dici.

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  5. Che poi pare che nemmeno a lui piacesse sentirsi dire che era un eroe...

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    1. Questo non lo sapevo, evidentemente era una persona intelligente.

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  6. A parte che le prove dell'allunaggio ci sono e sono incontrovertibili, forse "eroe" è esagerato, ma sicuramente ha avuto molto coraggio a partecipare ad una missione così estrema e pioneristica.
    E vorrei ricordare che la tecnologia di cui oggi tutti beneficiamo ha tratto una grandissima spinta dalla corsa allo spazio quindi è un peccato banalizzare il tutto come missioni fallimentari.
    Ricordare il primo uomo che in tutta la storia dell'umanità ha posato i piedi su un suolo diverso da quello terrestre mi sembra doveroso anche perchè simbolicamente l'ha fatto a nome di tutti gli uomini. Se non avessimo questa spinta a superare le difficoltà e rincorrere i nostri sogni probabilmente saremmo ancora nelle caverne senza saper accendere un fuoco...

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  7. Innanzitutto, come dissi, non voglio entrare nel merito della verità o finzione. Tu dici di avere prove incontrovertibili, ma non ne citi nessuna, e quindi mi pare siamo al punto di partenza.
    Nel merito, non ho colpevolizzato le missioni spaziali ed il loro impatto sulla tecnologia di tutti i giorni, stavo semplicemente citando un fatto, che specificamente si è arrestata la corsa alle missioni umane sulla luna. Sicuramente, tutto questo avrà delle spiegazioni razionali, ma rimane la svalutazione oggettiva di quella missione, visto che non ha avuto seguito nei successivi 44 anni. E' come per il otore a pistone rotatorio, possiamo dire tutto ciò che vogliamo, rimane il fatto che continuiamo a fare motori in cui il pistone compie una corsa lineare, quello rotatorio appare come un progetto oggettivamentre perdente.
    Poi. ognuno ha diritto ad avere i propri simboli ed avere una visione ideologica dell'uomo come obbligato a un progresso indefinito, purchè ci si renda conto che si tratta di uno specifico modo di pensare, non dell'unico possibile.
    In ogni caso, non dicevo che la morte di Armstrong non dovesse essere ricordata, mi è solo sembrato che la misura di questa commemorazione sia eccessiva ed ingistificata, fino a potere suggerire una campagna abilmente orchestrata da qualcuno.
    Sulla questione dell'eroismo, ho già detto, si onora non il coraggio, ma il
    successo, tant'è che io, ma credo anche tu, non ricordo i nomi di quei cosmonauti morti a pochi minuti dal lancio nello spazio; significherà qualcosa anche questo, no?.

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    1. Non le cito perchè mi sembrava inutile: se cerchi su internet trovi tutte le prove che vuoi (queste ad esempio sul sito di Paolo Attivissimo)... Come pure del contrario se non vuoi crederci.
      Per quanto riguarda il celebrare Armstrong a me sembra che il suo essere "il primo uomo sulla luna" conti qualcosa. Un po' come ricordiamo chi ha scoperto l'America, mica tutti quelli che sono morti tentando di arrivarci, no?

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    2. Eppure, Giulio, una differenza sostanziale 'è tra i due casi, che la scoperta dell'America ha avuto un seguito imponente di spedizioni, ed un impatto spaventoso con la nostra vita di europei, fino addirittura a ritrovarci oggi con il paese imperiale, gli USA, che si trovano proprio in America.
      Non mi pare, come ho tentato forse senza successo di argomentare, che quella missione sulla luna abbia avuto alcun seguito significativo, sembra che nessuno sia disposto ad investire quella gran mole di soldi che occorrono per proseguire ad esplorare il nostro satellite.
      Ora, capisco che a meno di 50 anni, non sia ancora possibile ritrovarsi in una prospettiva storica credibile, ma che addirittura abbia senso fare il raffronto che fai tu, proprio su una prospettiva storica, mi pare davvero assurdo, non v'è ad oggi alcun elemento che possa assimilare i due eventi.

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  8. Vincenzo, certe volte leggo fra le righe dei tuoi commenti una lieve nota di oscurantismo. Che dici, ho preso una cantonata? :)

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  9. Ornella, a volte mi fai proprio cascare le braccia.
    Io non condivido l'ideologia illuminista che costringe l'uomo in un progresso senza fine.
    Per chi ci crede, chi si oppone alla follia che proiettandoci nel futuro, ci ruba il presente, una forma sofisticata di alienazione, l'accusa è di oscurantismo.
    Mi cadono le braccia perchè mi pare che tu mi legga con eccessiva distrazione, e pensare che ho anche pubblicato proprio su questo blog ampie parti del mio libro...

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  10. Ma stavo scherzando! Come si dice da queste parti, ti stavo "sfottendo" un po' per sdrammatizzare il tutto, ho voluto esagerare, non hai visto il "sorriso" laterale?

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