La
 questione del voto degli italiani residenti all'estero non va presa 
sotto gamba, sia perchè il numero di questi voti costituisce una 
percentuale più che significativa dei voti totali, sia per ciò che ci 
dice sulla concezione della democrazia e sul modo concreto in cui essa 
viene gestita da chi ricopre il ruolo istituzionale per farlo. 
Partiamo dal fatto incontestabile che il voto per corrispondenza è in sè
 già incostituzionale, in quanto la segretezza del voto non è un diritto
 disponibile da parte del singolo elettore, il voto di tutti gli 
elettori dev'essere segreto come fatto di interesse collettivo...
 
Bene, non v'è alcun modo mediante cui lo stato può garantire tale 
segretezza una volta che il voto non viene espresso in un luogo all'uopo
 definito e in cui quindi si possa esercitare i necessari controlli. 
Il voto che l'elettore decide di inviare per posta, qualunque sia la 
garanzia offerta nel suo transito dall'elettore a chi deve procedere 
allo spoglio, è inficiato sin dall'inizio da un difetto di segretezza, 
in quanto l'elettore può volontarimente segnare il suo voto sulla scheda
 di fronte a terzi di suo gradimento senza che esista un'autorità che 
possa impedire tale illecita pubblicità del voto. 
Oggi, cosa ancora
 più grave, scopriamo che il Presidente del Consiglio abusa dei suoi 
poteri per condurre la sua personale campagna elettorale che nulla 
dovrebbe avere a che vedere con i suoi poteri istituzionali. Si è 
altresì saputo che il ministero dell'interno si rifiuta di fornire al 
comitato per il no l'elenco di tali elettori destinatari della 
pubblicità per il sì fatta in pieno dispregio dei doveri di obiettività 
di chi esercita un potere istituzionale. 
Se noi mettiamo assieme 
questi fatti e la ormai periodica contestazione dello stesso meccanismo 
del suffragio universale da parte del partito di cui il presidente del 
consiglio è il segretario ogni qual volta il risultato di consultazioni 
elettorali non corrisponda ai loro desiderata, abbiamo un quadro 
preoccupante. 
Il potere ufficiale che oggi coincide con la massima
 carica di un partito che propugna la possibilità anche se per ora 
soltanto teorica di esercitare un giudizio sul voto popolare che 
dovrebbe nelle loro farneticanti intenzioni prevalere sullo stesso voto,
 utilizza i propri poteri istituzionali per orientare il voto, di fatto 
sancendo che una asimmetria nell'accesso all'elettorato da parte delle 
due parti in causa. sia compatibile con i meccanismi democratici. 
La cosa più grave è tuttavia un'altra, e cioè l'assenza di poteri di 
garanzia che possano contrapporsi a questo abuso governativo. 
I 
soggetti istituzionali che potrebbero esercitare un ruolo di controllo e
 di contrasto agli abusi da parte del governo dovrebbero essere 
esercitati da due istituzioni, l'una è il parlamento, e l'altra la 
presidenza della repubblica. 
Lasciando da parte il parlamento per 
l'ormai evidente sua subalternità al governo, insita nello stesso 
meccnaimso di formazione delle liste prevista dalla legge elettorale con
 cui è stato eletto, rimane la presidenza della repubblica. 
Il 
Presidente Mattarella, è inutile nasconderselo, è ormai divenuto un 
enorme problema per lo stesso rispetto delle norme costituzionali. 
Tale supremo ruolo dovrebbe esercitare tra gli altri, due ruoli, l'uno 
quello di rappresentare l'unità nazionale, l'altro controllare non il 
funzionamento del parlamento come qualcuno stupidamente chiede di tanto 
in tanto, in quanto questo costituirebbe un abuso, ma sicuramente al 
contrario dovrebbe controllare che il governo non abusi dei propri 
poteri. 
Per quanto riguarda il primo ruolo, il presidente non solo 
si arroga il diritto di rappresentare la volontà della nazione 
confondendola con la volontà della maggioranza governativa, entrando a 
gamba tesa nelle questioni più delicate e controverse che animano il 
dibattito politico di questo paese (migrazioni, rapporti con la UE e 
così via dicendo, fino ad arrivare a ironizzare sgradevolmente sulla 
richiesta del tutto lecita se non addiiruttura doverosa dell'opposizione
 a conoscere la data del referendum). Se il presidente assume la stessa 
identica posizione del governo, diventa del tutto lecito per alcuni 
sostenere che egli non è il proprio presidente. 
Riguardo poi al 
secondo ruolo, mi pare che la presente fattispecie che coinvolge questo 
evidente abuso da parte di Renzi, avrebbe richiesto già un'immediata ed 
adeguata reazione da parte di Mattarella, fino a prospettare la stessa 
ipotesi delle dimissioni del governo. 
Credere che questo avvenga, è 
oggi del tutto irrealistico, purtroppo dobbiamo prendere atto che 
attualmente in Italia la suprema autorità di controllo è del tutto 
latitante. 
Vorrei che almeno le forze di opposizione richiamino il presidente ai suoi doveri istituzionali. 
Io non sono oggi propenso a considerare con ironica indulgenza questo 
specifico episodio di tentativo di manipolazione del voto popolare, 
trovo il fatto straordinariamente grave e pretendo dalle forze 
politiche, quanto meno da quelle di opposizione, l'attenzione che la 
gravità dei fatti imporrebbe. 
 
 
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