Mi pare che in Europa, il cerchio si stia chiudendo in un modo spiacevole per Renzi, cioè come se egli e l'Italia siano rimasti dentro il cerchio da soli in posizione di prigionia, come se questo cerchio che si sta chiudendo, costituisca le mura della nostra cella...
Renzi ha sin dall'inizio scelto di rappresentare il punto di vista USA sull'Europa, e quindi ha dovuto contemperare il mantenimento dell'unione con il tentativo di contrastare l'egemonia tedesca.
Un'impresa che si prospettava titanica, difficilissima da condurre in porto, anche perchè, come dimostra ampiamente il caso della Grecia, gli USA non si spingono più di tanto ad appoggiare chi fa come essi vogliono. Al momento decisivo, Tsipras non si è trovato dietro l'appoggio degli USA che pure non avevano taciuto un loro esplicito appoggio in fasi preliminari. Allo stesso modo, gli USA non si spingeranno mai fino al punto di spaccare l'unione,e meno che mai farebbero a meno della Germania nel loro più stretto quadro di alleanze, piuttosto, se non v'è alternativa, abbandoneranno il paese a loro fedele a sè stesso, e ciò succederebbe, io non avrei alcun dubbio in proposito, anche all'Italia. Gli USA sarebbero i primi a costringere Renzi a stare buono e zitto.
La Germania ha egemonizzato completamente la UE, e l'ha fatto in modo abile, sfruttando le timidezze e le incertezze degli altri paesi.
L'azione di Renzi in tale contesto appare inadeguata.
Innanzitutto, questa parola d'ordine di Renzi, per cui l'Italia vuole cambiare le regole, ma finchè rimangono quelle che sono, le seguirà pedissequamente, è una posizione che non regge innanzitutto alla logica, perchè se un soggetto vuole cambiare le regole, è perchè le ritiene sbagliate, ingiuste o anche solo inappropriate. Che senso ha che le segua senza condividerne lo spirito? Se gli altri non criticano le regole, e sei solo a criticarle, almeno in modo così vigoroso, non vedo su cosa siano riposte le speranze di cambiarle.
Il minimo che si possa fare è sostenere che il cambio delle regole sia "conditio sine qua non" per rimanere nell'unione.
Sarebbe stato più saggio avere un commissario che si occupasse anche indirettamente di questioni economiche, e che avesse avuto una lunga consuetudine con l'eurocrazia di Bruxelles, ma Renzi mi pare non si fidi se non di sbarbatelli che gli devono tutto, e questo come si sa gli nuoce.
Nell'ultima riunione dei primi ministri europei, Renzi è stato abile a mettere alle corde la Merkel, ma temo che ora non sappia come dare seguito a quell'atteggiamento in sè positivo per l'Italia.
Temo insomma che egli non abbia ben compreso come sono fatti i tedeschi, pensando magari che mostrandosi forte, li avrebbe ammorbiditi. La Merkel sul momento ha pensato bene di gettare acqua sul fuoco, minimizzando il dissenso con Renzi, ma ciò le serve per guadagnare tempo, facendo scatenare la commissione del suo fido Junker contro l'Italia, cosa a cui stiamo assitendo in questi giorni.
Oggi, quel cretino di Giavazzi (scusate, per me è proprio un cretino), sostiene che noi non dobbiamo opporci alla commissione, dobbiamo fare come la Francia che fa ciò che vuole senza bisogno di andare in guerra.
Appunto, Giavazzi, non è che bisogna essere un genio per capire che l'Italia non è la Francia. Ricordo che la Francia è uno dei paesi vincitori delll'ultimo conflitto mondiale, ed ha "la force de frappe", è una potenza nucleare, e la Germania non può ignorare questi fatti. Non potendo mettere la Francia all'angolo, Angela ha pensato bene di creare un rapporto privilegiato con la Francia, in cui la Francia ci guadagna la violazione senza problemi delle regole europee, mentre la Germania ci guadagna l'avere le mani libere per egemonizzare a suo piacimento l'Europa.
Inoltre, il paese concorrente più temibile dell'industria manufatturiera tedesca è proprio l'Italia, quella che possiede ancora la quota di risparmio privato più alta.
L'Italia è da tutti i punti di vista la nazione ideale da depredare, perchè c'è cosa depredare, e perchè la nostra classe dirigente si è dimostrata storicamente più pronta a farsi corrompere fino al tradimento vero e proprio come quello commesso da Napolitano.
Renzi, probabilmente sotto suggerimento dei Clinton, sta facendo la voce grossa, ma il mio timore è che dietro questa faccia dura, apparentemente pronta a dar battaglia, non ci sia che il nulla, che si tratti insomma di un mediocre giocatore di poker che pensa di vincere bluffando a tutta forza. La Germania è invece un giocatore non certo brillante, ma coriaceo sì, pronta a vedere i rilanci del giovane Matteo.
Non sottovalutiamo questo scontro con la Merkel, potrebbe costituire per Renzi l'inizio della fine, ove, come temo, la Germania vincerà per l'ennesima volta, mettendoci all'angolo e decretando così la fine del pallone gonfiato che ci sta governando da quasi due anni.
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