lunedì 11 maggio 2015

NESSUNA LEGGE PUO' ANNULLARE IL RIMBORSO DERIVANTE DALLA SENTENZA DELLA CONSULTA

Non capisco cosa stiano facendo Padoan e compagnia governativa in generale sulla nota vicenda della sentenza della Consulta che ha annullato norme della legge Fornero...

Apparentemente, gli sfugge il concetto centrale della distinzione tra effetti passati ed effetti futuri. 

La questione è la seguente, che mentre il giudizio di incostituzionalità ha effetti retroattivi perchè sancisce l'applicazione di una norma nata già illegittima, e i cui effetti pertanto vanno annullati sin dalla sua promulgazione, qualunque provvedimento di legge non può savere effetti retroattivi, ma opera soltanto a partire dall'atto della sua promulgazione. 

Così, mentre è ipotizzabile riintrodurre forme di prelievo progressive in funzione del reddito a partire da quando un eventuale decreto legge venisse pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sulla questione dei rimborsi il governo non ha alcun spazio di manovra, perchè sul passato non si può legiferare, e così gli effetti della sentenza non possono essere addomesticati.
L'unica cosa che il governo può fare è procedere ai rimborsi con una certa gradualità, ad esempio dando la precedenza ai redditi più bassi (tra quelli interessati dalla norma dichiarata incostituzionale), ma ovviamente si dovrebbe concludere l'operazione in tempi ragionevolmente brevi, diciamo non più di due anni a partire dalla data della sentenza della Consulta.
Invece Padoan dice una cosa molto grave, che egli deve prioritariamente tenere conto dei vincoli europei al bilancio col famoso limite del 3%.
Viene quindi in evidenza il contrasto tra poteri nazionali e poteri comunitari, e quindi i limiti della sovranità nazionale.
Questa questione è quindi diventata della massima importanza anche per coloro che non sono stati direttamente interessati dal provvedimento, perchè riguarda il principio di sovranità.
Per quanto mi riguarda, è chiaro che annullare anche parzialmente gli effetti della sentenza della Consulta va considerato un atto di tradimento, e il fatto che ciò si faccia per ubbidienza ad una decisione extra-nazionale, ne costituisce un'aggravante.


Dobbiamo da oggi imparare a chiamare traditore chiunque violi la carta costituzionale, soprattutto chi abbia funzioni istituzionali.

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