sabato 24 febbraio 2018

RETORICHE SULL'ASTENSIONISMO

Davvero stravagante questa campagna elettorale. 
Si parte da un parterre di partiti che vede euroentusiasti da una parte e cautamente eurocritici dall'altra. 
Poi, si scopre che gli eurocritici in realtà sono altreuristi alla Tsipras, il cui governo ha consentito il più grave saccheggio a carico del popolo greco di cui sarebbe arduo trovare adeguate somiglianze nella storia di tutte le nazioni. 
Pur in presenza di una inutilità di fatto delle elezioni, visto che si sa che si continuerà a tenerci privi di sovranità, ormai ceduta alla UE e all'impero USA,...
si ha uno scoppio di violenza politica, tra l'altro presumibilmente non attribuibile a organi istituzionali, proprio attribuibile solo a idiozia allo stato puro. Il tutto si accompagna al solito rituale antifascista, la risposta di quei politici incapaci di avanzare proposte, ma corto di consensi, e che devono mostrare di esistere e di prendere iniziative. 

L'ultima puntata è data da un nuovo tipo di astensionisti. 

Eravamo abituati all'astensionismo silenzioso, di chi non se la sente di dare il voto a nessuno perchè non v'è nessuna lista che raggiunge il minimo di gradimento necessario a deporre a suo favore la scheda nell'urna. 
Adesso, accanto ai soliti astensionisti, ci sono anche quelli chiassosi, e tra loro anche quelli proprio aggressivi, che pretendono di spiegarti quanto possa essere rivoluzionario astenersi, del magnifico e chiaro messaggio inviato al mondo intero compiendo questo nobile atto. 

Vorrei pacatamente ricordare che la democrazia si basa innanzitutto, certo non soltanto, sul suffragio universale, che credo tutti consideriamo comunque una grande conquista democratica per gli ultimi, quelli dalla cui parte soltanto ha un senso nobile fare politica. 

Tuttavia, l'ho anche dichiarato nel caso delle passate elezioni, anche a me è capitato di astenermi. 
Per favore però, facciamo un atto di onestà verso noi stessi, astenersi è sempre una sconfitta, è la dimostrazione incontrovertibile che quel soggetto non è stato in grado di avanzare una proposta che potesse aggregare quella massa critica di persone da costituire una delle liste proposte alle elezioni. 

Io, lo voglio affermare chiaramente, qualunque cosa decida di fare nel segreto dell'urna, la vivrò sempre come una cocente sconfitta, avendo anche provato attivamente di contribuire a una nuova proposta e aver tuttavia dovuto registrare l'impossibilità di portarla a compimento per una serie di ragioni delle quali troverete ampia traccia sulla mia pagina. 

Ora quindi trovo perfino stravagante volere trasformare il risultato di una sconfitta in un atto rivoluzionario dal quale deriveranno chissà quali potenti effetti politici. Sono cazzate, lasciatemelo dire. 
La prossima elezione consiglierei a questi arditi rivoluzionari di pensare ad esercitare le loro azioni rivoluzionarie per proporre una lista, piuttosto che per fare un apostolato attivo, perfino asfissiante e aggressivo per l'astensione. 

Se siete tanto rivoluzionari, un piccolo sforzo ancora, provate a dare il vostro prezioso contributo a un'impresa rivoluzionaria collettiva che non può, checché ne pensiate che passare per le urne.

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