Certo che nove anni di Napolitano non potevano passare
senza effetti. Abbiamo una composizione della Corte che risente delle
nomine, certo anche quelle parlamentari, ma soprattutto quelle fatte dal
capo dello stato che possono essere terribili, visto che è un potere
monocratico che le esprime, visto che si deve mettere d'accordo solo con
sè stesso.
Lo dico a proposito della sentenza di oggi che accoglie il ricorso per incostituzionalità della legge che ha bloccato gli aumenti nel pèubblico impiego, ed ha contestualmente però escluso la retroattività della norma.
In attesa delle motivazioni, non posso che esprimere la mia incomprensione per una sentenza che sembra autocontraddittoria.
Apparentemnte, la Corte si è fatta carico dell'aggravio di costi per le casse statali che sarebbe conseguito dall'applicazione della retroattività, ed proprio questo aspetto che ritengo assolutamente inaccettabile.
La retroattività discende dal fatto che una norma incostituzionale è come una norma mai promulgata, cioè l'accusa di incostituzionalità la annulla sin dalla sua nascita. Su questo, non ci possono essere eccezioni, e che la Corte le abbia in questo caso previsto, fa suonare a morto la campana sul ruolo della Consulta.
Di conseguenza, senza che gli organi preposti a sua garanzia, la Consulta appunto ed anche il Presidente della Repubblica, facciano il loro dovere, è la Costituzione stessa che se ne va a pallino. Rischiamo così di trovarci noi tutti, cittadini di questa repubblica privi di garanzie, e quindi in sostanza in un sistema assolutista. In più dovremmo considerare come il sistema mediatico saldamente detenuto in poche e potenti mani, rende questo sistema ben più assolutista di quelli tradizionali.
Leggerò comunque appena sarà disponibile le motivazioni, pronto eventualmente a cambiare opinione, un'ipotesi su cui tuttavia sono molto scettico.
Lo dico a proposito della sentenza di oggi che accoglie il ricorso per incostituzionalità della legge che ha bloccato gli aumenti nel pèubblico impiego, ed ha contestualmente però escluso la retroattività della norma.
In attesa delle motivazioni, non posso che esprimere la mia incomprensione per una sentenza che sembra autocontraddittoria.
Apparentemnte, la Corte si è fatta carico dell'aggravio di costi per le casse statali che sarebbe conseguito dall'applicazione della retroattività, ed proprio questo aspetto che ritengo assolutamente inaccettabile.
La retroattività discende dal fatto che una norma incostituzionale è come una norma mai promulgata, cioè l'accusa di incostituzionalità la annulla sin dalla sua nascita. Su questo, non ci possono essere eccezioni, e che la Corte le abbia in questo caso previsto, fa suonare a morto la campana sul ruolo della Consulta.
Di conseguenza, senza che gli organi preposti a sua garanzia, la Consulta appunto ed anche il Presidente della Repubblica, facciano il loro dovere, è la Costituzione stessa che se ne va a pallino. Rischiamo così di trovarci noi tutti, cittadini di questa repubblica privi di garanzie, e quindi in sostanza in un sistema assolutista. In più dovremmo considerare come il sistema mediatico saldamente detenuto in poche e potenti mani, rende questo sistema ben più assolutista di quelli tradizionali.
Leggerò comunque appena sarà disponibile le motivazioni, pronto eventualmente a cambiare opinione, un'ipotesi su cui tuttavia sono molto scettico.
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