sabato 28 marzo 2015

I FATTI DI PERUGIA, L'ENNESIMO FALLIMENTO DEL SISTEMA GIUDIZIARIO ITALIANO

Il procedimento giudiziario per i fatti di Perugia sembra dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio il fallimento clamoroso del sistema giudiziario italiano.
Se anche davvero i due fossero innocenti, ed io non lo credo, è comunque un fallimento che ci siano volute ben cinque sentenze, alternativamente innocentiste e colpevoliste, per definire questa decisione.
Oltre le consuete accuse alle lungaggini del procedimento, mi pare che stavolta venga a galla un altro aspetto inquietante del sistema, la centralizzazione in cassazione delle decisioni...


Qualunque sia la sentenza emessa nei gradi precedenti di giudizio, la cassazione potrà sempre intervenire in maniera opposta diventando quindi l'unica reale istanza giudicante. Mi chiedo come ciò sia compatibile con il dettato costituzionale che dovrebbe garantire la casualità del giudice. Come si sa, quella norma è stata prevista per evitare la costituzione di corti speciali tramite cui il potere esecutivo potrebbe intervenire pesantemente nelle questioni giudiziarie vanificando la separazione dei poteri.
Tuttavia, si dovrebbe riflettere sul fatto che concentrare tanti enormi poteri tutti alla cassazione, anche se ovviamente divise tra le differenti sezioni che la costituiscono, sembra difficilmente conciliabile con il diritto ad avere un'istanza giudicante determinata secondo criteri oggettivi, ma su un numero sufficientemente ampio di possibilità.
Facciamoci una domanda, cosa sarebbe più facile per un esecutivo che volesse influenzare le sentenze, tra decisioni assunte da una ampia platea di soggetti e tra un sistema che prevede un'istanza centrale abbastanza concentrata. Credo che non ci siano dubbi in proposito, la seconda sarebbe la prescelta per evitare sentenze sgradite. 


Nel merito della questione, mi chiedo se il fatto che l'imputata avesse la cittadinanza del potente alleato USA non possa avere giocato un ruolo sulla sentenza pronunciata. Non ho motivi per sposare una simile ipotesi, ma non posso fare a meno di osservare che un organismo centralizzato possa essere più facilmente influenzabile, ed del resto sappiamo quanto gli USA tengano a difendere al di là di ogni ragionevolezza i propri cittadini. 


Non voglio però tacere perchè io ritenga questa sentenza sbagliata.
Dunque, ricordiamo che un colpevole c'è, un reo confesso che nello stesso tempo è risultato il principale accusatore dei due fidanzatini, come sono stati chiamati dalla stampa. Questa accusa non può essere ignorata, se è menzognera, bisognerebbe comprendere quale possa essere la motivazione della falsa accusa.


Non solo, attori potenziali differenti sulla scena del delitto non ne esistono, e quindi abbiamo due sentenze tra loro contraddittorie, l'una che sancisce che l'unico colpevole ha avuto complici, e l'altra che, assolvendo gli unici altri possibili colpevoli, dice l'opposto.
 

D'altra parte, come del resto recita la prima sentenza emessa dalla cassazione, gli indizi vanno valutati nel complesso, non uno per uno, e quindi indizi incerti ma che siano molteplici possono concorrere a determinare una certezza. 

In ogni caso, una pagina davvero brutta per la giustizia italiana.

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