lunedì 13 ottobre 2014

IL VECCHIO CHE PERMANE, E IL NUOVO CHE AVANZA A SOSTENERE IL VECCHIO

Mi chiedo come possa il popolo italiano sopportarsi le continue esternazioni del presidente Napolitano. 
Se v'è una persona che impersona perfettamente tutti i vizi della politica italiana, quello è proprio Napolitano...

Egli è stato un protagonista della prima repubblica. Avendo ricoperto ruoli di grande rilievo, è stato parte integrante e di primo piano di quella classe politica. 
Come membro del PCI, ha accettato senza battere ciglio l'invasione sovietica dell'Ungheria. Prima che l'URSS crollasse, ha pensato bene di riconvertirsi, diventando l'ambasciatore del PCI verso gli USA, tessendo rapporti che con tutta evidenza hanno resistito al trascorrere del tempo e che non si sono più allentati, tanto che ancora oggi egli rappresenta il più affidabile interlocutore verso quel paese. 
La sua influenza sulle scelte politiche italiane non si è affievolita neanche durante quel ventennio appena trascorso che alcuni, me incluso, denotano come il ventennio berlusconiano, dal nome dell'unico politico che ha espresso dei contenuti nuovi, seppure pessimi, rispetto alla vecchia politica, visto che i propri avversari in fondo si sono caratterizzati solo come antiberlusconiani. 
Il ruolo fondamentale di Napolitano non si è attenuato neanche durante questi anni bui, fino a riuscire a diventare nel 2006 capo dello stato su proposta di D'Alema, un biglietto da visita che non richiede ulteriori commenti. 
Dopo un ancor oggi misterioso ed inquietante complotto anti Prodi durante le votazioni per le elezioni del nuovo capo dello stato, egli ha ricevuto un secondo mandato, primo e finora unico caso nella storia della repubblica. 
A Napolitano sono andati bene nell'ordine il collateralismo all'URSS, il compromesso storico, il bipolarismo, e adesso pretende di spiegarci come dobbiamo riformare il sistema istituzionale italiano, costituzione inclusa. 

Insomma, Napolitano ha sempre sbagliato nella sua vita, tranne nel difendere il suo ruolo politico centrale, ed adesso pretenderebbe che lo ascoltassimo perchè ad un'età ormai molto prossima ai novanta anni ha finalmente capito di cosa abbia bisogno l'Italia. Io credo invece che egli possa fare soltanto una cosa giusta nella sua vita politica, dimettersi. Se bisogna innovare il paese, abbiamo bisogno di qualcuno che abbia a lungo predicato contro l'andazzo vincente, non di chi l'ha sempre assecondato e che dopo le proprie obiettive responsabilità per la situazione in cui oggi ci troviamo, pensa ancora di avere qualcosa da insegnare agli altri. 
Il sedicente grande innovatore Renzi che in verità vuole solo assecondare ciò che la cupola bancaria internazionale ci ordina, sembra gradire i pareri del capo dello stato che del resto gli manifesta fiducia e solidarietà. 

Renzi e Napolitano sono d'accordo, e ciò chiarisce sino in fondo come la spinta innovativa di Renzi sia il ritorno ciclico dei ricchi e potenti sulle spalle delle persone comuni, il più vecchio e il più nuovo politico italiano uniti contro il popolo italiano: amen!

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