martedì 21 novembre 2017

CRISI DELLA UE E SOVRANISMO

La stampa c'ha rotto i cabbasisi per settimane su questa questione dell'agenzia europea del farmaco, esagerando in tutta evidenza l'importanza di una tale decisione, alla fine rivelatasi infausta per l'Italia. 


Tuttavia, alla fine la notizia c'è davvero almeno da due distinte prospettive...


L'una è quella che discende direttamente da questo atteggiamento dei media, e naturalmente ciò significa del pensiero dominante, di cosa sia la politica. 

Come sappiamo, molti dei nostri concittadini si sono ormai convinti che le decisioni fondamentali siano una specie di destino su cui non possiamo influire, e così non ci resta che scegliere quale sia la forma di adattamento migliore che ciascuno di noi deve adottare. La stampa, ma la stessa classe dirigente, asseconda questa opinione, e così lo spazio della politica diviene una specie di compito aziendale, quello cioè di assicurarsi ordinazioni e raggiungere un certo fatturato. 

Sia chiaro a tutti, ognuno può scegliere l'idea che si fa del mondo e del suo posto nel mondo, ma una tale concezione è come un tunnel da cui è impossibile uscire, la destinazione è ignota, discende da questo destino alla cui definizione non possiamo contribuire in alcun modo, e senza via alternativa d'uscita, nel tunnel si può solo andare avanti.


La seconda prospettiva interessante riguarda la UE. 

Intanto, c'è qualcuno che possa spiegarmi come sia giustificabile una procedura per cui gli stati aderenti alla UE debbano esprimere la loro decisione in proposito con una procedura di voto segreto? 
Io, sarò certamente distratto, non avevo mai verificato l'adozione di simili prassi in casi precedenti nella UE, ed in ogni caso una simile procedura implica, a parte una delega totale al rappresentante chiamato a mettere il voto nell'urna, visto che la procedura segreta esclude la possibilità di accertarne con certezza il comportamento, una filosofia di fondo che è sempre quella di identificare lo stato come un qualunque soggetto privato. 
La segretezza è evidentemente prevista per garantire la libertà di espressione di singole persone, ma quando applicata a stati, ciò smette automaticamente di svolgere un ruolo di garanzia, e diventa un modo di tramare tra stati contro altri stati, pure all'interno di un'istanza che si vorrebbe di comunità solidale. 
In particolare, risulta chiaro come la Francia, al fine di assicurarsi l'agenzia bancaria, abbia stretto un'alleanza di ferro con i Paesi Bassi garantendogli un appoggio sull'agenzia del farmaco, costituendo così un fronte contro Italia e Germania contemporaneamente. Che poi si decida col classico lancio della monetina, è la ciliegina sulla torta di questa assurda procedura.


Se poi guardiamo a questo evento assieme al fallimento della Merkel nella costituzione di un governo di coalizione nel suo paese, ed anche all'infame esclusione a priori di Bratislava dalla competizione per avere questa agenzia, ed infine al fatto che si sia dovuto andare al sorteggio per entrambe le decisioni, sancendo quindi che ci sono due schieramenti compatti l'un contro l'altro armati, ciò ci dice quanto avanti sia una crisi nella UE nel suo complesso. 


Potrei essere lieto, ma non lo sono, perchè tale crisi si accompagna a un evidente deficit di proposte alternative. 
So che nell'area sedicente sovranista, ci sono robuste correnti che pensano ad un automatismo nel crollo della UE e dell'eurozona, e certo non si può escludere che i fattori di crisi conducano a una rottura degli equilibri con un disfacimento dell'unione, ma mi chiedo se è questa la prospettiva che ci auguriamo, se invece non dovrebbe esserci una attiva proposizione di politiche alternative.

Io temo, come illustrerò presto in un nuovo post, che si stia determinando lo stesso dissolversi di quest'area, lasciando singoli influenti membri storici del sovranismo a stipulare più o meno formalmente singoli accordi con forze politiche tradizionali nella speranza che siano queste a farsi interpreti delle nostre istanze. 

Ne riparleremo.

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