lunedì 23 ottobre 2017

LA CORSA INDECENTE A PARASSITARE I RISULTATI DEI REFERENDUM REGIONALI

La democrazia è un sistema politico molto delicato, perchè attribuisce alla generalità dei cittadini la possibilità di dire la loro, ma in quel modo estremamente sintetico che chiamiamo voto. Una volta che si è votato, il responso delle urne viene affidato ad altri che ne faranno l'uso che credono, tipicamente utilizzarlo per i loro interessi più o meno leciti. 

Tra coloro che faranno di tutto per parassitarlo, ci sta il sistema mediatico, la vera peste del nostro tempo, orma
i saldamente in mano a un potere globalista che lo usa per minare l'autorità degli stati-nazione...


Dovremmo convincerci una volta per tutte che votare non basta, e del resto la vergognosa vicenda del referendum per l'acqua pubblica dovrebbe bastare come esempio significativo dell'impotenza di una democrazia che si limita all'espressione del voto, quella di provenienza USA con la sua pratica delle primarie e che come era inevitabile dal centro dell'impero è giunta a noi.
La nostra democrazia era costruita sin dall'inizio in modo differente con l'esistenza di robusti corpi intermedi, in particolare i partiti che in varie forme permettevano una gestione degli stessi risultati del voto in cui era coinvolta almeno la fetta più politicizzata della popolazione.


Si tratta di due modelli alternativi e incompatibili tra loro, da una parte una democrazia partecipata in cui il voto rappresenta soltanto uno anche se certo il più rilevante dei modi di esercizio della democrazia, e dall'altra una democrazia in cui, proprio per il fatto che il voto rappresenti l'unico momento partecipativo, riesce a minimizzarne anche il contenuto di volontà popolare attraverso un'abile scelta su quale debba essere l'oggetto del voto, il suo momento e perfino sulla composizione del corpo elettorale. 

Da questo punto di vista, glorificare la possibilità di votare chiudendo gli occhi rispetto alle circostanze, abilmente controllate da politicanti, con cui il voto viene espresso, rappresenta l'ennesimo episodio di cecità rispetto alla facilità con cui si può vanificare la democrazia e la fatica e l'impegno richiesti per garantirla. 


Non v'è dubbio, e già ne abbiamo i primi sentori scorrendo i giornali di oggi, che la vicenda dei referendum regionali in Lombardia e Veneto, la cui ambiguità sembra essere sfuggita a tanti veneti e lombardi, sia ora diventata la cacca fumante che già attira nugoli di insetti su di sè e che non promette niente di buono sul clima in cui si celebreranno le ormai molto prossime elezioni legislative. 
Come sovranisti, dobbiamo essere ben consci di come questo discorso sulle autonomie regionali possa sfociare in un attacco alla sovranità nazionale, e quindi vorrei raccomandare la massima cura da parte di tutti noi a fare chiarezza in qualsiasi occasione di dibattito pubblico in cui ci trovassimo coinvolti.

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