domenica 26 marzo 2017

COME I MEDIA MISTIFICANO LA QUESTIONE "UNIONE EUROPEA"

Niente da fare, la realtà effettuale ancora una volta oggi viene accuratamente tenuta fuori dalla stampa in occasione dell'incontro di Roma dei capi di stato della UE...
Basti per tutti il titolo de "La Stampa", secondo cui costoro sfiderebbero i populisti. Ma possibile che la redazione di questo quotidiano non sappia che la sfida può essere lanciata a chi detiene un certo titolo, nel nostro caso il potere istituzionale da parte di chi evidentemente non lo ha, ed evidentemente lo sfidante non può mai essere chi detiene il titolo? 

Come si può massacrare la lingua italiana per creare un "effetto speciale" specificamente finalizzato a generare confusione nel pubblico? 
Mi chiedo quale etica seguono questi direttori che non sono in grado di esprimere in poche parole la questione che abbiamo di fronte.
Ogni vertice della UE viene sempre preannunciato come un'occasione storica che porterà a svolte clamorose, e stavolta la grancassa mediatica sembra sia stata amplificata ancor di più delle altre volte.
La questione è molto semplice, la UE costituisce sin dall'inizio del suo concepimento a partire dall'inizio degli anni novanta un piano finalizzato a privatizzare gli stati nazionali, cioè all'assimilarli ad un soggetto privato e quindi ridimensionarne i poteri a favore di entità che potremmo brevemente indicare come le multinazionali, i grandi capitali che dominano l'economia e la finanza globale. 
La sua stessa struttura istituzionale è stata concepita e costruita a questo precipuo scopo, con buona pace di coloro che ancora soprattutto sul versante sinistro dello schieramento politico pensano che sia possibile riformare i trattati.
Tutto ciò che viene recitato davanti ai nostri occhi è soltanto l'occultamento di questa basilare realtà, ed oggi più che mai ci troviamo davanti ad un bivio. 
La crescente disaffezione degli elettori europei per questo piano ne mette a rischio il completamento, e un piano incompiuto può divenire reversibile, mentre costoro devono renderlo irreversibile, definitivo, impossibile da ribaltare se non forse tramite lo scorrimento di fiumi di sangue. 
Ecco allora che la continuità reale delle politiche UE deve essere occultata facendo in modo che i media narrino eventi inesistenti, e quindi ci raccontino di svolte che stanno solo nell'immaginazione malata di chi ci governa.
L'unica svolta possibile sarebbe quella che costoro si dimettessero dai loro ruoli, che il trattato di Lisbona fosse stracciato e che in Europa si partisse con una nuova politica a partire dal pieno ripristino delle sovranità nazionali, insomma un resettaggio completo della situazione.
Del resto, se tu dici che il processo di integrazione deve andare avanti, e proponi addirittura la costituzione di strutture militari comuni, come puoi dire che proponi una svolta? Stai proponendo piuttosto l'accelerazione del piano che già persegui da decenni, presentandolo come una svolta. Ma se io premo l'acceleratore in autostrada, posso dire che sto compiendo una svolta? Provate in un rettilineo, a compiere invece una svolta e non voi ma i soccorritori ne vedranno gli effetti: ancora una volta la lingua italiana viene massacrata ai soli fini di generare confusione nell'opinione pubblica.
Purtroppo, per l'ignavia della classe politica italiana, oggi anche le nostre sorti nazionali dipendono da quanto avverrà fuori dall'Italia, nella confinante Francia e dall'esito delle elezioni presidenziali che lì avranno luogo a maggio, cioè ormai a poche settimane da oggi.
La parte che ci spetterebbe come sovranisti italiani, privi di mezzi di ogni tipo, privi di ogni visibilità mediatica, sarebbe intanto di superare la sfiducia che certi personalismi hanno generato in quest'area, di guardare quindi al passato come una lezione per il futuro piuttosto che come un destino di litigiosità da cui sarebbe impossibile fuoruscire. Ripresa una nuova etica sovranista, un nuovo spirito propositivo e combattivo, sarebbe già un punto fondamentale porre le questioni che ci riguardano nei termini reali liberandoci da una discussione pubblica del tutto ingannevole, dove la politica si mescola inestricabilmente coi buoni sentimenti, dove ogni azione non viene vista nei suoi effetti complessivi, ma soltanto come intenzione individuale.
La battaglia fondamentale si combatte oggi perchè la costruzione di strutture militari comuni porterebbe poi la lotta per la ripresa della sovranità nazionale ad un livello più alto. Impedire a costoro di portarte a termine il loro mandato criminale non è questione che possa essere rinviata ad un momento a noi più propizio: "hic Rhodus, hic salta".

1 commento:

  1. "Mi chiedo quale etica seguono questi direttori"
    L'etica del "tengo famiglia". Che qui viene espressa con l'espressione "se 'ttacca lu somaro do' vole lu padro'" (penso non sia necessaria la traduzione). Quindi basta guardare chi sono i proprietari dei giornali che dirigono. Sì, lo so che lo sai, era giusto per sottolinearlo.

    RispondiElimina