sabato 21 gennaio 2017

DONALD TRUMP: UN ESPERIMENTO POLITICO

Donald Trump è innanzitutto un esperimento politico.
Oggi vedo che tanti si sbracciano ad applaudirlo ed altri invece vanno in apnea per fischiarlo, ma la verità è che lo scenario che la sua elezione ci offre è del tutto inedito, e credo che l'opposizione palese che l'establishment globale gli ha sinora fatto sia anche motivato da questa paura dell'incognito, dell'incapacità di prevedere cosa avverrà nel prossimo futuro...

In effetti, questa vicenda Trump presenta in sè dei paradossi che mi hanno in genere scoraggiato dal tentare previsioni. Sì, so benissimo che viviamo in un periodo senza memoria, in cui dire sciocchezze per poi smentirsi clamorosamente è una cosa frequente perchè nessuno ti chiede conto di quanto hai detto magari con la massima sicumera, e non ti chiede conto non per tolleranza ma perchè ha già dimenticato, e quindi stare sempre in prima fila nel dibattito pubblico dicendo ciò che gli altri vogliono sentirti dire, rende sempre bene. Ciò tuttavia non mi farà cambiare lo stile che ho scelto per me stesso, spingendomi verso una certa prudenza nell'esprimere i miei personali giudizi.
 

Il primo paradosso è questo suo chiaro schierarsi contro l'establshment finaziario di cui tuttavia egli stesso è un componente e tra le cui fila egli ha pescato abbondantemente nel formare il proprio governo.

Si può dire come fanno tanti che in realtà c'è solo uno scontro tutto interno allo stesso establishment, ma così ci si tappa gli occhi di fronte alla durezza dello scontro in atto, come clamorosamente evidenziato nell'ultima fase del passaggio di poteri dagli ultimi atti compiuti dal presidente uscente, vere e proprie mine collocate sul percorso del nuovo presidente. Qui, si va ben oltre gli aspetti simbolici, per la prima volta credo nella storia degli USA, la successione avviene in termini così traumatici, quasi mettendo a repentaglio la saldezza delle istituzioni democratiche.
 
Un altro paradosso è da una parte una chiara seppure indiretta presa d'atto della svolta già avvenuta dell'impero USA che ha ormai definitivamente smesso di espandersi e che quindi deve trovare il modo di contrarsi senza indebolirsi eccessivamente, e dall'altra questo riproporre lo slogan "America first".

Non volere sobbarcarsi la gran parte del fabbisogno economico della NATO non rafforza gli USA, in verità li indebolisce, abbandonando gli alleati alla loro sorte, il ruolo eccezionale degli USA tenderà a sparire. Se Trump manterrà le sue promesse, presto il dollaro smetterà di essere la moneta di riferimento, diverrà una moneta come qualsiasi altra: possibile che Trump sia così stupido da non rendersi conto dei costi di questa scelta? Io non lo credo, e quindi dobbiamo immaginare che come al solito ci dicono ben poco di ciò che intendono fare. D'altra parte, è chiaro che essi stessi non possano davvero prevedere tutto ciò che accadrà, in quali fasi questa svolta si articolerà.
 
Rimane un fatto indiscutibile, che i rabbiosi tentativi che la passata amministrazione ha portato avanti per non prendere atto che tutta una fase imperiale degli USA si era ormai chiusa, sono terminati, che una svolta è in atto, che quindi qualcosa cambierà, e che prendendo atto dell'indebolimento dell'impero, le nazioni come l'Italia che sono parte di questo impero, guadagnano autonomia. Sul resto dobbiamo attendere, guardando alla situazione con la massima vigilanza.

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