Riporto una gravissima notizia ripresa come fonte originale dal New York Times, e che ho rintracciato in un post che linko qui.
Tali notizie vanno esattamente nella direzione che con preoccupazione ho recentemente manifestato, il lento ed inesorabile declino del proprio impero rischiano di essere gestiti pessimamente dagli USA che con mosse disperate pensano di poterlo arrestare con l'ostentazione della propria potenza...
Ora è il turno di armamenti nucleari a bassa e media potenza appena sviluppati negli USA, e che hanno la caratteristica aggiuntiva di potere essere utilizzati a un livello di potenza variabile. Lo stesso ordigno potrebbe cioè in base alla scelta di chi lo lancia esercitare un efeftto distruttivo regolabile in un'ampia gamma.
Trovo questa ulteriore caratteristica che lo sviluppo tecnologico mette a disposizione degli eserciti, estremamente pericoloso.
Voglio sottolineare l'aspetto psicologico che può essere indotto dal sentirsi nella condizione di regolare a piacere la potenza dell'ordigno che oggettivamente tende ad abbasarne la soglia d'uso. Non solo si tratta di ordigni destinati ad un uso tattico (cioè in battaglia, a danno di truppe), ma avendo comunque una potenza circa pentupla di quella delle bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki, possono potenzialmente essere usati anche per distruzioni geenralizzate di strutture civili e di pacifici abitanti. Ciò significa che in base alla semplice scelta di un generale, un determinato ordigno può essere usato a piena potenza, trasformandolo surrettiziamente in un ordigno nucleare di valenza strategica.
In generale, contemplare l'uso di ordigni nucleari purchè di potenza ridotta, è il modo più diretto e certo di provocare un olocausto nucleare, forse la fine di ogni organizzazine civile dell'umanità non si sa per quanti decenni o secoli.
Mi chiedo se sia chiaro a questi strateghi che nessun paese che disponga di armi strategiche nucleari si dichiarerà sconfitto evitando l'olocausto. Il clima di furore e confusione in cui eventi di questo tipo potrebbero svolgersi, finirebbe col determinare in modo pressocchè automatico un processo di reciproca distruzione fino all'uso dell'ultimo ordigno disponibile.
Trovo questa ulteriore caratteristica che lo sviluppo tecnologico mette a disposizione degli eserciti, estremamente pericoloso.
Voglio sottolineare l'aspetto psicologico che può essere indotto dal sentirsi nella condizione di regolare a piacere la potenza dell'ordigno che oggettivamente tende ad abbasarne la soglia d'uso. Non solo si tratta di ordigni destinati ad un uso tattico (cioè in battaglia, a danno di truppe), ma avendo comunque una potenza circa pentupla di quella delle bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki, possono potenzialmente essere usati anche per distruzioni geenralizzate di strutture civili e di pacifici abitanti. Ciò significa che in base alla semplice scelta di un generale, un determinato ordigno può essere usato a piena potenza, trasformandolo surrettiziamente in un ordigno nucleare di valenza strategica.
In generale, contemplare l'uso di ordigni nucleari purchè di potenza ridotta, è il modo più diretto e certo di provocare un olocausto nucleare, forse la fine di ogni organizzazine civile dell'umanità non si sa per quanti decenni o secoli.
Mi chiedo se sia chiaro a questi strateghi che nessun paese che disponga di armi strategiche nucleari si dichiarerà sconfitto evitando l'olocausto. Il clima di furore e confusione in cui eventi di questo tipo potrebbero svolgersi, finirebbe col determinare in modo pressocchè automatico un processo di reciproca distruzione fino all'uso dell'ultimo ordigno disponibile.
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