giovedì 8 ottobre 2015

IL VERO OBIETTIVO DI PUTIN

Nei commenti che leggo su stampa e web sugli ultimi sviluppi delle vicende siriane, mi pare mancare una esplicitazione degli obiettivi che Putin si pone nella sua attività bellica.
La questione non può più essere elusa, in quanto ieri si è avuta un'ulteriore escalation nell'intervento russo tramite il lancio di parecchi missili cruise dalle navi russe del mar Caspio. 

Dando per scontato che la Russia ha bisogno di mantenere il suo unico porto militare nel mediterraneo, rimane tutttavia da capire quale sia la via prescelta per ottenere tale scopo...

Il dilemma che mi pare si ponga è se Putin crede davvero di potere da solo e contro, almeno finora soltanto a livello verbale, il blocco occidentale, ivi inclusi gli aalleati arabi, impartire una vera e propria sconfitta all'ISIS ed alle altre formazioni ribelli, tutte contro Assad, così completa da evitargli una coda di guerriglia che lo costringa a mantenere per un tempo illimitato ingenti forze militari in Siria. 
A mio parere, data la nota abilità politica di Putin, questa ipotesi andrebbe esclusa perchè sembra abbastanza ovvio che si tratterebbe di un obiettivo del tutto irrealistico, e sarebbe ben strano che egli stesso non sia arrivato alla stessa conclusione. 
Nel pantano mediorientale, per impartire una sconfitta netta e soprattutto definitiva all'avversario locale, ci vogliono mezzi enormi che siano sufficientemente centralizzati, se non tramite un unico comando, almeno tramite un unico stretto coordinamento.
Tolto di mezzo questo ipotetico obiettivo, rimane da capire allora quale possa essere quello alternativo.

A me sembra che l'unico obiettivo realistico possa consistere nello sferrare un attacco massiccio di breve durata che, non assestando un colpo mortale agli avversari di Assad, modifichi in maniera radicale la situazione sul campo, cambi drasticamente il quadro delle zone geograficamente controllate dalle parti in gioco, consguendo l'obiettivo più ridotto di mettere l'ISIS in posizione difensiva, avendo già perso territori ed avendo subito ingenti danni soprattutto per quanto riguarda gli armamenti in senso lato (inclusi quindi i mezzi di supporto). 

Ciò servirebbe nelle intenzioni di Putin, a convincere gli USA ed i suoi alleati a scendere in campo a seguito di un accordo che potrebbe prevedere perfino le dimissioni di Assad, su cui lo stesso Assad ha recentemente dichiarato la sua disponibilità dietro alcune condizioni. 

In tal modo, Putin avrebbe dimostrato la potenza militare russa, avrebbe innescato un processo finalmente stabilizzante degli equilibri in quella zona, con la speranza di una espansione in tutto il medioriente, avrebbe rafforzato i legami con gli USA, il che gli permetterebbe di ottenere concessioni decisive in Ucraina, e ne uscirebbe come il vero vincitore. 

La domanda che appare ovvia è perchè mai gli USA si dovrebbero prestare a fornire successi così sostanziosi all'avversario più potente e pericoloso che hanno. La risposta è secca, perchè non hanno alcuna alternativa possibile. Se Putin riesce a distruggere sostanzialmente i ribelli a paga della CIA, se parallelamente ai successi militari, aumenta anche la disponibilità a trovare una soluzione politica concordata in Siria, sarebbe per Obama complicato spiegare perchè non aderire all'accordo, anche perchè nell'ipotesi alternativa di rifiutare l'accordo. ci sarebbe il rischio per loro di rimanere totalmente fuori da queste vicende. 

D'altra parte, un intervento massiccio degli USA nella zona, dopo i clamorosi insuccessi in Iraq ed in Afganisthan, sembrano da escludere anche per motivi economici. 
Tuttavia, perchè le scelte USA non vengano percepite come una sorta di resa, è necessario che Obama aderisca all'accordo in tempi brevi, anche se Putin potrebbe far finta di piegarsi a qualche condizione marginale posta dagli USA per moderare la cattiva figura che Obama subirà.

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