venerdì 9 agosto 2013

IL DECLINO DEGLI USA

Non mi occupo quasi mai su questo blog di politica internazionale, perchè in generale non ne capisco abbastanza anche a causa di una documentazione insufficiente: documentarsi sui temi internazionali richiede molto tempo, tempo che sfortunatamente non riesco facilmente a ritagliarmi. 
Tuttavia, oggi non posso esimermi dallo stigmatizzare i titoli dei principali quotidiani italiani che qualificano la disdetta da parte di Obama dell'incontro con Putin come uno schiaffo alla Russia. Ma stiamo scherzando, è la Russia a beccarsi questo schiaffo, o sono invece gli USA che hanno fatto pressioni fortissime sulla Russia per la consegna di Snowden, e per tutta risposta a Snowden è stato dato un visto seppure oggi provvisorio?...
A me pare che mai come oggi gli USA vedano drasticamente ridimensionata la loro supremazia mondiale. Non si tratta soltanto della Russia e dell'affare Snowden, è ancora rossa la guancia degli USA per la sberla ricevuta con i recenti fatti in Egitto, dove gli USA avevano apertamente puntato su Morsi, e questi si trova ancora arrestato in una località segreta. 
Potremmo ancora parlare della Siria, dove non solo la tenuta di Assad rinforza il ruolo in medio oriente della Russia, ma se anche dovessero prevalere gli insorti, sarebbe l'Arabia Saudita a prevalere, non certo gli USA che praticamente sono stati sempre fuori dal controllo della situazione: impossibile appoggiare il tradizionale nemico Assad, altrettanto impossibile appoggiare gli insorti in cui il carattere islamico risulta di gtran lunga prevalente: come risultato, gli USA forse per la prima volta da decenni, devono limitarsi a prendere atto delle sorti di un conflitto gestito da altri. Anche Israele, l'alleato di ferro di sempre, non nasconde la tendenza ad autonomizzarsi, quasi anzi a dettare esso
In Iraq, gli USA sono usciti sconfitti, così come da sconfitti dovranno presto abbandonare l'Afganisthan, in Pakistan vengono cordialmente odiati. La situazione con la Cina, seppure apparentemente calma, è quella di due nazioni obiettivamente conflittuali. 
Non parliamo della situazione in America latina dove gli USA vengono fortemente contrastati, un continente che dagli anni venti del secolo passato era il cortile di casa degli USA, e dove si trovano oggi alcuni dei paesi più fortemente in opposizione agli USA.
Perfino in Europa, se prescindiamo dal Regno Unito e dall'Italia, la tradizionale distanza della Francia rimane ancora valida, mentre si fa sempre più significativa la rotta di una Germania che tiene a distinguersi come risulta particolarmente chiaro sul piano della politica economica. 
Riassumendo, potremmo dire che per gli USA si tratta di un vero e proprio disastro, una vera e propria frana apparentemente inarrestabile che rischia di lasciare gli USA quasi isolati nel mondo, una situazione che ancora un decennio fa non era neanche ipotizzabile. 
In fondo, Obama appare come il liquidatore di una potenza ancora militarmente così egemone, ma una specie di gigante dai piedi di argilla che ha perso, ormai l'esito è scontato, la sfida economica partita negli anni novanta, con il fallimento totale della risposta a livello finanziario che da sei anni appende il mondo intero a un esile filo che si potrebbe da un momento all'altro spezzare.

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