giovedì 21 marzo 2013

DANZE GIORNALISTICHE ATTORNO AL QUIRINALE


Alcune riflessioni a caldo sulla giornata politica che ha concluso la fase delle consultazioni per la formazione del nuovo governo. Le dedicherò stavolta a protagonisti della scena politica, principalmente ai giornalisti ed al meschino spettacolo che danno di sé.

Cominciamo però da Pietro Grasso, il protagonista assoluto delle gaffe odierne...


Ma lo vedete, voi entusiasti dell’uomo comune che con spirito di dedizione alla Cincinnato dedica una porzione limitata della propria vita alla politica come luogo di cura dell’interesse comune, che razza di premier abbiamo ancora oggi e che nuovo presidente del senato abbiamo?. Appiccicati ai ruoli del potere politico in maniera addirittura comica, francamente patologica. Monti parla come un automa, credendo, non si sa poi perché, che la mancanza di espressività, la manifesta ricerca del termine più ambiguo, debbano considerarsi un pregio da custodire gelosamente.

Grasso poi, che bene non ha mai parlato, nei suoi nuovi ruoli è come se sappia soltanto balbettare, maldestramente proponendosi con spirito di sacrificio sommo, non a dare la sua vita per la patria, ma pensate di più a fare il premier. Mi verrebbe da dire “esticazzi” se mi passate la volgarità, ma quando ci vuole, ci vuole.

Forse, meglio tenersi allora i politici di mestiere che hanno almeno la parlata fluente, a volte perfino gradevole, arguta, espressiva.



Passiamo ora però alla pietanza principale, quella costituita dai giornalisti.



Tutti, almeno tutti quelli presenti nello studio del TG di Mentana, così distratti da non avere notato che Bersani ha taciuto tra i provvedimenti più urgenti la legge sul conflitto di interessi? Poca professionalità allora, o forse meglio nascondere l’evidente segnale di approccio in forma estremamente indiretta, ma non meno chiara, lanciato da Bersani a Berlusconi? Possibile che io sia il solo ad averlo notato? La cosa è capite estremamente importante perché indica già la possibile via d’uscita,, quella giò suggerita da tanat parte della stampa, una foglia di fico costituita da un abile aggettivo da accostare al governo per nascondere la grande coalizione. Bene, tutti a tacere, qualcuno anche peggio, dicendo l’esatto contrario, ma ci tornerò.



Prima di tornare sulle questioni della consultazioni, permettetemi però di parlare di un allegro parassita della nostra vita pubblica, il giornalista Manichini, il quale dall’alto delle copie di “Europa”, il quotidiano da lui diretto, vendute non si sa chi, forse agli stessi giornalisti e magari ai membri del PD, si sente nel diritto di sparlare del M5S, e dell’atteggiamento sprezzante da questi assunto nei confronti della stampa.

Quindi, un giornalista chiaramente sostenitore di una parte politica, altrettanto chiaramente foraggiato dal contribuente attraverso il finanziamento pubblico ai giornali, soprattutto se di partito, si permette con stile salottiero dall’insolentire chi giustamente lo tratta per quello che rappresenta, un parassita che deve il suo stesso sostentamento a quel sistema politico ormai messo sotto accusa da tutti, e che cionondimeno pretenderebbe di essere nelle condizioni di fare l’osservatore terzo, ospitato dal TG3 che in quanto a imparzialità mi pare fare il paio con Manichini, davvero uno spettacolo vomitevole che spiega senza peraltro giustificare il grillismo.



Passiamo ora al partito di “La Repubblica” ed ad uno dei suoi più fedeli adepti, tal Damilano, giornalista con importanti responsabilità a “L’Espresso” ed alle due sue perle odierne, della serie “Sallusti non ti sentire solo, di giornalisti  bisticciati con la verità come te ce ne sono tanti”. La prima, in questo egregiamente spalleggiato da un altro campione dell’imparzialità, Cazzullo del Corriere, consiste nell’affermare con tono perentorio e che non ammette repliche che Napolitano lo vogliono tutti in Italia, e quindi per favore presidente, ci dia un altro magnifico suo settennato al Quirinale: fortuna che come sempre accade, i servi sciocchi non implicano un padrone sciocco, Napolitano ha il buon senso di escludere di tenere un ruolo così fondamentale e delicato oltre i novanta anni.

Ma entrando minimamente nel merito, ci può essere qualcuno in questo paese che possa non riconoscere il fatto ovvio che la situazione in cui si trova il nostro paese abbia come principale responsabile proprio Napolitano? Responsabile intendo nel duplice senso dell’aggravamento della crisi economica come anche dell’impasse istituzionale in cui ci troviamo. Entrambi questi aspetti derivano infatti dall’improvvida scelta di Napolitano, all’interno di una certa logica europea, di creare dal nulla l’esecutivo a guida Monti, indubitabilmente il peggiore in assoluto nella storia della Repubblica. Per questo, contrariamente da Damilano, io considero Napolitano il peggiore Presidente nella storia della repubblica, non certo per un’antipatia personale, che anzi il presidente è simpatico ed ha una dignità pienamente all’altezza del ruolo rivestito, ma sulla base dei fatti, come dice il vangelo, saremo giudicati in base alle nostre azioni, mica in base agli editoriali di Damilano e di Cazzullo.

Ora, Damilano è liberissimo di avere opinioni opposte alle mie, ma non quello di parlare a nome di tutti, e neanche della maggioranza, parli per sé se ne è capace, sennò da giornalista diventa fan, tifoso, parte in causa, inconciliabile col ruolo di giornalista temo: a questo punto, almeno si dimetta da giornalista, cambi mestiere, magari si faccia eleggere parlamentare se ne è capace.



Di fronte a costoro, a questi fulgidi esempi di giornalismo, certo che per Mentana e tutto lo stuff di LA7 è agevole uscirne a fronte alta, almeno c’hanno risparmiato questi episodi di bassa lega (salvo la dimenticanza imperdonabile sul silenzio certo significativo di Bersani, che pure mi pare leggesse, della legge sul conflitto d’interesse).

Nessun commento:

Posta un commento