martedì 17 settembre 2013

L'AUTENTICO CATASTROFISMO

Voglio condividere con voi una riflessione che riguarda il catastrofismo. 
Comunemente, per catastrofista, s'intende uno come me, che crede che la logica del pensiero dominante ci porterà a scenatri catastrofici che potrebbero perfino distruggere quello che noi definiamo come civiltà. 
Vorrei qui proporre un differente punto di vista, a partire dall'osservazione delle obiezioni che comunemente mi vengono fatte quando propongo cambiamenti molto radicali. 
La questione negli ultimi tempi ha principalmente riguardato il tema della globalizzazione, che quindi utilizzerò come significativo esempio. Malgrado le evidenze che confermano i danni che il processo di globalizzazione in atto sta portando alla gente, io direi all'umanità intera, l'obiezione essenzialmente è del tipo che non è realistico pensare di tornare indietro su questa strada, che la globalizzazione vada governata ma che sia inutile tentare di opporvisi.
Questo argomento del fatto che la storia umana si comporti come una freccia che non può invertire il verso del proprio movimento, non l'ho mai creduto, non capisco perchè mai l'umanità non possa a seguito di motivazioni adeguate, cambiare il corso della storia. Mi pare che proprio lo studio della storia dimostri che al contrario, questa non sarebbe certo la prima volta in cui ciò avviene.
Qui di seguito, riporto una frase che ho scritto nel mio libro a questo proposito: 

La locomotiva che ci porta verso una destinazione ignota ed infida non solo non si è mossa da sola, ma può essere fermata, se nel buio in cui è immerso il convoglio in marcia, magari a tentoni, riusciamo a risalire, vagone per vagone, fino al quadro di comando del motore ed azioniamo le leve giuste.

Ad ogni modo, la questione che qui volevo affrontare riguardava chi è il catastrofista, quello che tenta di spingere la società ad abbandonare la strada pericolissima attuale per evitare scenari catastrofici, cioè quelli come me, oppure non si debba considerare catastrofista chi si arrende all'andazzo generale, ha perso ogni speranza di cambiare la direzione degli eventi, e si rassegna a mettere toppe senza alcuna speranza effettiva che ciò riuscirà ad incidere. 

Mettere in guardia da possibili catastrofi, non è un punto di vista catastrofista, già per il fatto stesso di indicare una possibile via di salvezza,
Cosa in realtà può essere più catastrofista di chi non nutre la speranza di fermare i processi distruttivi, così di fatto arrendendosi a un esito potenzialmente catastrofico?

10 commenti:

  1. Sono d'accordo con te sul fatto che la globalizzazione ci abbia portato a questo punto, ma non altrettanto sul fatto che la locomotiva si possa fermare ( e chi dovrebbe fermarla?).
    Io credo invece a ciò che lessi una volta e cioè al principio dei vasi comunicanti : ci sono troppi squilibri nel mondo: zone dove il lavoro viene pagato di più e zone dove i lavoratori vengono sfruttati per un tozzo di pane. Ecco, fino a quando questa situazione non verrà equilibrata, non ne usciremo. Ma come si fa? Avverrà naturalmente per lenta evoluzione? Io penso di si, ma c'è chi si oppone: ci sono ancora paesi che sfruttano e altri che vengono sfruttati, colonizzatori e colonizzati. Io perso che ci si dovrebbe battere perchè questo non accada, perchè non si vendano più le armi che impoveriscono ulteriormente chi è già povero. Ci vorrebbe un vero governo mondiale che amministri un mondo diventato ormai troppo piccolo grazie all'avvento delle nuove tecnologie.

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    1. Cara Paola,
      ma se non vedi chi possa fermare la locomotiva, mi spieghi chi vedi che possa istituire un governo mondiale che faccia le cose giuste che vogliamo, invece delle schifezze fatte oggi?
      Ti confesso che mi fa paura vedere come in tanti come te possa convivere uno spirito utopico sconfinato accanto a un realismo disincantato.

      Il punto in realtà non è chi ferma la locomotiva, bisogna certo individuare un soggetto politico, ma ciò vale per qualsiasi iniziativa in ambito politico, ma perchè di tutta l'iniziativa politica, quella su cui si esclude di potere intervenire è quella che inverte l'andazzo in corso, e proprio questo è ciò che non capisco, visto che non ho mai letto un'argomentazione che sia una in proposito.

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  2. Ci sono già organismi sovranazionali : l'Onu ( ma esiste ancora?), il G8, il G20, il WTO... quindi, come vedi, la strada verso cui si tende, anche se con indicibile lentezza rispetto all'evolversi della tecnologia,e con metodi non facilmente controllabili,è proprio quella di un accentramento mondiale causato proprio dalla globalizzazione, che a sua volta è stata indotta dalla tecnologia (ogni vera rivoluzione nella storia è stata indotta dalla tecnologia). Difficile smantellare i rapidi progressi tecnologici cui l'umanità non riesce a dare tempestive risposte e che quindi ci sfuggono di mano. Cosa vorresti, che si tornasse all'autarchia? Io penso che sarebbe impossibile e deleterio. L'utopia è strettamente connessa all'ideologia che indica il percorso del nostro cammino, ma un'ideologia dev'essere in qualche modo ancorata alla realtà, o quantomeno alla realtà più evidente. Evidentemente, se non hai mai letto un'argomentazione che si avvicini alle tue idee, non vorrai forse affermare di essere il solo illuminato? Più che invertire la rotta, bisognerebbe secondo me, correggerla, incanalarla, ma non come fa l'America che vorrebbe gettar bombe per ridurre a ragione gli indisciplinati. Secondo me è questione di cultura.

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    1. Beh, Paola, ma non è il numero che fa la ragione, non è che se miliardi di persone credono qualcosa, quel qualcosa diviene giusto.
      Tempi differenti e luoghi differenti hanno proposto modi estremamente differenti di guardare alla realtà, perchè, a causa della socialità degli umani, una certa comunità finisce col condividere certe idee, non rendendole per questo giuste, perchè se due differenti comunità hanno idee differenti, la logica impone che una delle due comunità abbia torto, questo è un fatto, non una mia opinione.

      Il G8, il G20, il WTO, l'ONU sono il problema che abbiamo di fronte, non la sua soluzione, sono proprio loro i soggetti responsabili delle schifezze a cui accennavo.
      Così Paola, ti devi rassegnare, o ad essere come me, uno che pretende di porsi fuori dal pensiero dominante, o stare dentro il pensiero dominante ed accettare di digerire alla meno peggio tutta la robaccia che ci propongono, ed allora il tuo pensiero, le tue idee sono superflue, limitati a consumare senza bisogno di far finta di credere che avremo un governo mondiale giusto che porterà l'umanità verso successi crescenti.

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  3. Il giusto e l'ingiusto sono relativi alle circostanze, ai tempi, all'evoluzione. Beh, niente da fare, io sono un'inguaribile illuminista, sono fautrice del progresso, in linea retta, curva, a spirale, che dir si voglia, ma si va sempre avanti, non si può tornare indietro, non si può fermare il processo evolutivo della storia, come non si può fermare un fiume che scorre. Io non credo ci sia un pensiero dominante, ma tanti, a seconda di quanti sono gli individui, e ognuno naturalmente pensa a ciò che va bene per sè, a ciò che gli va bene sperare. Un mondo ideale noi non lo vedremo mai, ma non c'è dubbio che oggi va sempre meglio di ieri. Sono ottimista. Ciao.

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    1. Non v'è dubbio che l'illuminismo celebri in questo periodo storico il suo trionfo, ma si confronti anche con le sue insanabili contraddizioni.
      Così, non è che sia poi così originale essere illunista, l'ìilluminismo è proprio il poensiero dominante a cui facevo riferimento.
      Naturalmente, è del tutto lecito essere illuminista, ma trovo stravagante il fatto che tu abbia utilizzato verso me l'argomento del numero di persone che la pensano diversamente da me, non mi pare che ti comporti da illuminista, magari un po' più di coerenza non guasterebbe, non trovi?
      Per il resto, auguri a te e a tutti voi che chiuedete gli occhi di fronte alla realtà, creandone una vostra ottimistica!
      (Anche il relativismo di giusto e dingiusto in verità non mi sembra tanto illuministico, magari riflettici qualche volta!)

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  4. Ma non ti si può proprio nominare quella parola (illuminismo)!!! Gli è che io sono Scalfariana e tu no, ormai questo lo sappiamo. Ma che gusto ci sarebbe a discutere, se si avessero le stesse idee?

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    1. Ma difatti, ti pare che io non voglia dialogare con chi la pensa diversamente da me?
      Magari poi dialogare è qualcosa di più che giustapporre le differenti opinioni.
      In verità, tu ti sei esercitata a dirmi che io sono isolato e non ho reale percezione della realtà, e che tutto va bene madama contessa, senza minimamente entrare nel merito di cosa trovi che vada così bene.
      Se non ci si mette in gioco, non v'è vero dialogo, ma naturalmente i tuoi commenti, qualunque essi siano, sono benevenuti su questo blog, spero di non averti dato un'impressione differente.

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  5. Io non ho detto che tutto va bene in questo mondo, anzi ho iniziato proprio col dire che così facendo ci avviamo alla catastrofe e ho anche detto che la concausa di ciò sta nella globalizzazione, ma poi ho aggiunto che questo dato di fatto è qualcosa da cui non si può tornare indietro, perchè non si può azzerare la tecnologia che ci ha portati a questo punto. Detto questo, da buona illuminista, confido nella razionalità degli esseri umani che sappiano, non certo nell'immediato, dirottare la marcia e incanalarla verso una direzione meno pericolosa come si fa con il corso di un fiume. Purtroppo ci sono forze che ostacolano questo processo di normalizzazione e ci sono continui bracci di ferro e compromessi. Io non ho detto che alla fine ci sarà un mondo ideale, perchè l'utopia è una meta che si allontana man mano che ti avvicini, ma sostengo che essa è necessaria ( purchè non degeneri nel fanatismo) per indicarci la strada da percorrere. Quello che non condivido di te è che, secondo me, resti relegato in un ipotetico stato di natura (a tal proposito mi ricordo le citazioni animali che facevi sul tuo libro) senza tener conto che anche la natura si evolve, seppur molto più lentamente di noi, perchè non hanno le nostre "protesi" costituite dalla tecnologia.
    Detto questo, concludo col dire che è sempre un piacere dialogare con te.

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  6. E' quasi impossibile invertire il corso di marcia della locomotiva che, temo , si fermerà solo quando deraglierà. Quello che si può fare è cercare di attrezzarsi per sopravvivere al sinistro e successivamente ricostruire. In questa prospettiva quanto Lei va dicendo sia particolarmente utile per tutti.

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