lunedì 9 settembre 2013

IL CONFRONTO MONDIALE DI TANTE OPPOSTE DEBOLEZZE

Stiamo vivendo dei momenti storici, e neanche ce ne rendiamo conto, con tutta la stampa troppo distratta per leggere gli eventi, impegnata com'è a tempo pieno nelle vicende di Berlusconi...

Sullo scenario della politica interna, assistiamo ai soliti giochetti portati avanti dai quattro politicanti istrionici che ci ritroviamo. Cito soltanto perchè la trovo davvero esilarante, la dichiarazione di Enrico Letta che parla contro la vecchia politica. Forse qualcuno dovrebbe ricordargli che lui sta ben visibile nello scenario politico da almeno 25 anni, se è stanco della vecchia politica, non ha che da ritirarsi a vita privata. L'ultima novità del verbo di letta sapete qual è? Svendere il patrimonio pubblico, fare cassa proprio nel momento in cui la domanda ha raggiunto il livello più basso da decenni a questa parte. Il regalo fatto cedendo tutto il mercato delle telecomunicazioni, le autostrade e così via dicendo ai privati, impallidisce di fronte al regalo che il governo Letta sembra apprestarsi a fare: che vergogna, qualcuno dovrebbe dargli pubblicamente dei traditori della patria!
Ma abbandoniamo queste miserie nostrane (seppure parte di un disegno ben più ampio in ambito internazionale) per ritornare allo scenario che si va delineando a seguito delle decisioni che i vari paesi stanno assumendo verso gli eventi siriani.
Vi vorrei fare riflettere sugli elementi di novità della situazione.
Ribadisco innanzitutto i primi due che già citavo nel post che ho precedentemente dedicato all'argomento, perchè ritengo molto importante non dimenticarli. 
Il primo dato di novità evidente è il sommovimento del mondo arabo, come evidenziato dal fatto che oltre allo scenario siriano, il più caldo e il più cruento in assoluto, ci sono altre situazioni in cui v'è in atto una lotta molto intensa. Il caso più importante è quello dell'Egitto. 
Il fatto che una nazione come l'Arabia Saudita si esprima in modo opposto nei due scenari, in Siria a fianco degli insorti in cui la componente islamista è prevalente, mentre in Egitto appoggia totalmente i militari contro i fratelli musulmani, mostra come anche allo stesso interno del mondo arabo la confusione appare tanta. 
Ancora superiore è la confusione da parte delle nazioni occidentali. Non solo gli USA in Egitto si rifiutano di schierarsi accanto al loro alleato tradizionale, i militari, riconoscendo al deposto presidente Morsi il suo ruolo rappresentativo, ma altrettanto titubante e sorprendente è stato l'atteggiamento tenuto nei confronti del conflitto armato in corso ormai da tempo in Siria, dove finora si sono ben guardati dal dare un appoggio significativo agli insorti contro un regime da sempre tradizionale oppositore all'impero USA. La ragione è semplice, gli insorti sono un mix di tendenze così differenti tra loro, che alla eventuale caduta di Assad, gli USA si potrebbero trovare con un nuovo governo giunto al potere con l'aiuto determinante delgi USA e che poi potrebbe ben rivelarsi un fiero oppositore degli stessi USA. 
In verità, saggezza avrebbe voluto che gli USA si astenessero dall'intervenire, continuare ad abbaiare alla luna, lasciando che i due fronti opposti si scannassero tranquillamente tra loro. Non v'è alcun motivo logico per cui gli USA debbano intervenire se agissero come una potenza imperiale. Il fatto che mi pare viene fuori è l'impossibilità nel mondo globalizzato che le nazioni posseggano una loro capacità sovrana, Lo dico da quando si è scatenata la crisi finanziaria in cui siamo ancora immersi senza prospettive di fuoruscita, la decisione del governo USA di salvare ad ogni costo il sistema privato bancario in stato obiettivo di fallimento, pronti a scaricare sulla finanza pubblica il costo del suo salvataggio, ha sancito in modo ormai acclarato la fine delle sovranità nazionali. Seppure da sempre le lobbies capitaliste esercitino un'influenza determinante sui governi, oggi osserviamo la novità della fine del ruolo mediatore del potere politico, mai come oggi i veri potenti del mondo hanno deciso di assumere in prima persona quel potere. 
L'attinenza col tema del post è dato dal fatto che per ritrovare una logica nella scelta interventista degli USA, si deve necessariamente andarla a cercare nelle disperate esigenze di accelerare rapidamente la crescita nell'occidente da parte dello stesso sistema bancario, che così spera di ritardare ulteriormente il momento del big bang finanziario. Le guerre, come noto, sono un'ottima occasione per indurre la crescita economica in conseguenza del loro potere distruttivo.
Insomma, come dicevo già in un precedente post, chi va in un paese straniero, sfidando un potente suo alleato come la Russia, non per buttare giù Assad, ma solo per dare una lezione a lui ed evidentemente anche agli insorti (visto che questi non ottengono la caduta del loro avversario)? E' un'idiozia conclamata che avrà conseguenze negative indebolendo ulteriormente ia già traballante egemonia USA nel mondo. Ricordo che in Iraq, abbiamo avuto il precedente della missione duplicata a distanza di poco più di un decennio, visto che la prima volta gli USA se ne andarono prima ancora di entrare a Bagdad, permettendo così a Saddam di risorgere più forte che pria. 
Un ulteriore elemento non ho invece sottolineato abbastanza nei precedenti post, e cioè le divisioni sia tra una nazione e l'altra (che raggiunge livelli parossistici in un'Europa dove c'è ancora chi si ostina a proporre un'unione politica nel frattempo divenuta sempre più improbabile), quanto all'interno anche di ciascun paese. Basti citare il caso clamoroso del Regno Unito, dove il premier Cameron si è fatto mettere in minoranza in parlamento su questo argomento, messa in minoranza attesa anche al Congresso USA del presidente Obama. 
Insomma, chi comanda oggi nel mondo? Il fatto che si renda così evidente la crisi dell'egemonia di Obama, sia dentro che fuori del suo paese, che un premier rampante come Cameron debba subire uno smacco di queste dimensioni, che perfino la tradizionamente servile Italia osi schierarsi differentemente dagli USA, tutto ciò non può che preoccupare. Seppure io non sia certo affezionato al potere, sapere che armamenti sofisticatissimi siano affidate a mani malferme, a premier indecisi alla mercè di interessi di parte, mi preoccupa: dove ci porterà questo apparente dilettantismo, quali scenari si potrebbero aprire a seguito dell'intervento di USA e Francia in Siria?
Lo scenario positivo vede un ruolo defilato della Russia e dei suoi alleati (nella vicenda, intendo), raccogliendo in posizione di attesa quasi passiva il frutto dei danni che gli USA si arrecano da soli, il potere USA ne esce indebolito ma il conflitto rimane confinato nello spazio e speriamo anche nel tempo. 
Tuttavia, scenari ben più negativi possono essere immaginati, in cui invece gli USA, magari con il concorso determinante di Israele, ottengano un successo clamoroso oggi imprevedibile, costringendo la Russia ad un ruolo più attivo, o al contrario che l'insuccesso degli USA sia troppo evidente e rapido costringendo questi a un aggravemento dell'intervento causando a sua volta un simmetrico coinvolgimento della Russia con conseguenze incalcolabili. 
E qui, stiamo ancora a parlare dei processi a Berlusconi, cosa si può dire di più gentile della stampa di quanto dica Grillo? Nulla, forse Grillo è troppo indulgente in proposito.

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