domenica 29 settembre 2013

LA PARTITA DISPERATA DI BERLUSCONI CHE NAPOLITANO NON AVEVA IMMAGINATO

Ha ben detto Grillo, mi pare incontestabile che il vero sconfitto da quest'esito sia Giorgio Napolitano che aveva intessuto una trama molto abile per garantire che l'Italia si sarebbe adeguata ai dettami della finanza internazionale a qualsiasi costo...

Tutto ciò è potuto accadere perchè il piano di Napolitano richiedeva il coinvolgimento determinante di Berlusconi, ed è evidente che quando un comprimario come questi si tira indietro, tutto questo scenario così abilmente messo su, crolla di colpo. Non si può tacere che se uno costruisce una piramide sulla sua base, ha buone speranze che essa permanga nel tempo, ma se qualcuno pretende di costruirla poggiandola sul suo vertice, non è che ci si possa sorprendere se essa cade rovinosamente al primo soffio di vento. 
Rimane da capire perchè Berlusconi si sia sfilato. Io rimango dell'opinione che abbia fatto la scelta sbagliata. Egli ha sbagliato quando non ha espatriato prima della sentenza, ora gli hanno ritirato il passaporto, ed è costretto a restare in Italia, in attesa di altre condanne che incombono sul suo capo, anche nel caso in cui ricevesse la grazia da Napolitano. Cosa pensa di ottenere da questo strappo, non è per niente chiaro, probabilmente neanche a lui. E' con tutta evidenza un gesto disperato, maturato nel suo entourage più oltranzista, a seguito dell'evidente propria incapacità di incidere. Se fai e fai fare minacce oggi sì e domani pure, e tutti tirano dritto senza farsi influenzare, finisce che ti fai prendere la mano. Le dimissioni dei parlamentari annunciate soltanto in verità, perchè finchè non giungono nelle mani dei presidenti delle assemblee, sono senza effetto alcuno, costituiva un modo in qualche modo azzeccato di tenere assieme i suoi, costringerli ad un atto di obbedienza, e su questa base continuare a comandare il partito senza ostacoli. Tuttavia, la reazione fuori dal partito è stata un flop completo e a questo punto i cosiddetti falchi l'hanno convinto che ormai non sarebbe potuto tornare indietro, e così è nato questo gesto estremo, che poi consiste in verità nello sfiduciare il proprio governo (ricordate che il premier è il nipote dello zio, vero?). Se uno prudente come Cicchitto ha ritenuto suo dovere manifestare il proprio dissenso, se perfino la Lorenzin, l'attuale ministro della sanità, che mai prima aveva manifestato scostamenti rispetto alla linea del capo, dichiara di non volere aderire a "Forza Italia", se a quanto se ne sa il sottopartito "Mediaset" che sembra includere anche i familiari, mantiene un significaytivo silenzio,  ciò significa che Silvio ha già perso su tutta la linea (ed ancora non immagina cosa aspetta le sue aziende domani nei mercati borsistici di tutto il mondo). 
Stavolta davvero egli sembra vittima dei suoi pasdaran che in effetti hanno tutti i motivi e le ragioni per andare allo scontro, visto che l'alternativa per loro sarebbe sparire semplicemente dalla scena politica (capite, per loro sarebbe il suicidio!). Berlusconi stavolta sembra proprio essersi fatto incastrare da questi personaggi che devono tentare questa carta disperata, quando per lui in verità essere parte determinante dell'esecutivo poteva essere un elemento prezioso. Sì, sono convinto che stavolta, forse a causa dell'età avanzata. egli abbia del tutto perso la testa.

Del resto, anche lo scenario che costoro si prefigurano, quello di elezioni immediate vinte in maniera così clamorosa da concedergli la maggioranza assoluta, sembra molto fantasioso, non solo questo non rappresenta con ogni evidenza uno sbocco obbligato, ma anzi appare come una patetica illusione. Qui, tra l'altro, si manifesta un altro limite del personaggio che finisce per credere ai sodaggi elettorali come fossero il vangelo. L'elettorato è diventato estremamente mobile e tutti questi politicanti da strapazzo dovrebbero capire che le cose cambiano molto velocemente lungo una completa e laboriosa campagna elettorale, che sapere come pensa di votare la gente "a freddo", non da' informazioni significative su come voterà effettivamente al momento di recarsi alle urne.
Non solo, chissà perchè Berlusconi e i suoi aficionados pretendono di votare ancora col porcellum. cosa evidentemente possibile solo se ci fosse l'assenso di Napolitano, che invece diviene ora il suo più fiero oppositore. 
Tentiamo di capire una cosa che vedo non è chiara a tutti i commentatori. Oggi, se solo scegliesse questa strada, Napolitano potrebbe dare un mandato pieno a qualcuno che avesse il consenso anche solo del PD (ma già SEL ha detto che tornerà a fare al PD da stampella, mai vista un cmportamewnto da tappettino come questo!), e sarebbe altresì altamente improbabile che "Scelta civica", praticamente sponsorizzata da Napolitano, se non altro perchè senza le sue iniziative non sarebbe neanche potuta mai nascere, non si aggreghi9 i9mmediatamente, e farlo andare in parlamento a cercarsi una maggioranza, e se non la trovasse, potrebbe sempre pregare il premier da lui scelto di restare fino all'insediamento di un nuovo parlamento a seguito di nuove elezioni, col compito dlel'ordinaria amministrazione, che in questo specifico caso includerebbe assumere iniziative perchè il parlamento approvi una nuova legge elettorale. Non occore insomma necessariamente la fiducia del parlamento, proprio di fronte all'emergenza delle regole elettorali, un governo del presidente apparirebbe del tutto lecito (dopo quello che Napolitano c'ha fin qui fatto vedere, come scandalizzarsi per così poco?). 
se effettivamente si andasse a votare con nuove regole, in particolare senza che siano le segreterie ad indicare gli eletti,  Berlusconi potrebbe trovarsi in un mare di guai, ormai disobbedito aperttamente da tutti coloro che non si riconoscono nella linea oltranzista, ed anche da questo punto di vista, egli avrebbe commesso un errore di prospettiva clamoroso. 

Le cose risultano tuttavia ancora più complicatre, perchè non è che Napolitano si farà convincere così facilmente a mettere da parte, anche fosse solo a rinviare, la revisione coastituzionale e le misure finanziarie che l'establishment internazionale gli chiede. Ciò spiega perchè egli non si decida a puntare su un suo governo anche non fiduciato in parlamento. Ciò con tutta evidenza comporterebbe l'accantonamento del processo di revisione costituzionale che ha come noto tempi molto lunghi, ed anche un percorso stentato ed imprevedibile di provvedimenti di natura economica. Solo se fosse inevitabile, Napolitano potrebbe rinunciare a guidare le danze, con tutta probabilità egli almeno tenterà di coagulare una nuova maggioranza che possa esprimere un governo nel pieno dei suoi poteri. 
Dando per scontato l'adesione di PD e SEL, che sempre più dimostra di essere un'appendice del PD, ed anche di Scelta Civica per quanto detto prima, bisognerebbe al senato racimolare ancora qualche voto, oltre a quello scontato dei neoeletti senatori a vita, tra le file del M5S e del PDL. Su questo, nessuno credo possa sapere in anticipo quale potrebbe essere l'esito. 
In ogni caso, rimane il fatto che Berlusconi non ha davanti orizzonti molto favorevoli, anzi direi che sta rischiando tutto, le stesse sue aziende, ed anche la sua stessa libertà personale.

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