Voglio condividere con voi una riflessione che riguarda il catastrofismo.
Comunemente, per catastrofista, s'intende uno come me, che crede che la logica del pensiero dominante ci porterà a scenatri catastrofici che potrebbero perfino distruggere quello che noi definiamo come civiltà.
Vorrei qui proporre un differente punto di vista, a partire dall'osservazione delle obiezioni che comunemente mi vengono fatte quando propongo cambiamenti molto radicali.
La questione negli ultimi tempi ha principalmente riguardato il tema della globalizzazione, che quindi utilizzerò come significativo esempio. Malgrado le evidenze che confermano i danni che il processo di globalizzazione in atto sta portando alla gente, io direi all'umanità intera, l'obiezione essenzialmente è del tipo che non è realistico pensare di tornare indietro su questa strada, che la globalizzazione vada governata ma che sia inutile tentare di opporvisi.
Questo argomento del fatto che la storia umana si comporti come una freccia che non può invertire il verso del proprio movimento, non l'ho mai creduto, non capisco perchè mai l'umanità non possa a seguito di motivazioni adeguate, cambiare il corso della storia. Mi pare che proprio lo studio della storia dimostri che al contrario, questa non sarebbe certo la prima volta in cui ciò avviene.
Qui di seguito, riporto una frase che ho scritto nel mio libro a questo proposito:
La locomotiva che ci porta verso una destinazione ignota ed infida non solo non si è mossa da sola, ma può essere fermata, se nel buio in cui è immerso il convoglio in marcia, magari a tentoni, riusciamo a risalire, vagone per vagone, fino al quadro di comando del motore ed azioniamo le leve giuste.
Ad ogni modo, la questione che qui volevo affrontare riguardava chi è il catastrofista, quello che tenta di spingere la società ad abbandonare la strada pericolissima attuale per evitare scenari catastrofici, cioè quelli come me, oppure non si debba considerare catastrofista chi si arrende all'andazzo generale, ha perso ogni speranza di cambiare la direzione degli eventi, e si rassegna a mettere toppe senza alcuna speranza effettiva che ciò riuscirà ad incidere.
Mettere in guardia da possibili catastrofi, non è un punto di vista catastrofista, già per il fatto stesso di indicare una possibile via di salvezza,
Cosa in realtà può essere più catastrofista di chi non nutre la speranza di fermare i processi distruttivi, così di fatto arrendendosi a un esito potenzialmente catastrofico?