giovedì 9 febbraio 2012

A PROPOSITO DEI FINAZIAMENTI AI PARTITI


Ho sentito Bersani in un’intervista che minacciava a destra e manca a proposito dell’affaire Lusi. Egli diceva con fare particolarmente aggressivo che il PD con questa faccenda non c’entra niente. Eppure, è facile dimostrare il contrario, basta considerare una cosa abbastanza ovvia, che il coinvolgimento non significa necessariamente accusare di furto tutti quanti. Il punto è che la stessa decisione di non occuparsi come nuovo partito dei cosiddetti rimborsi elettorali (finanziamenti a tutti gli effetti) a partiti ormai defunti, è un coinvolgimento perché fa finta di non vedere ciò che in realtà non si può nascondere, che di quei soldi non solo non si può fare un uso lecito perché manca la finalità dichiarata, coprire spese per un’attività politica che un partito ormai inesistente chiaramente non può avere, ma che non lo si può neanche supporre in via ipotetica.
Naturalmente, va chiarito che questioni analoghe si pongono anche altrove, e sicuramente per quanto riguarda AN e Forza Italia, anch’esse tuttora beneficiate di ingenti fondi a spese del contribuente per usi che dichiaratamente devono essere illecite.
Questi partiti insomma, nel migliore dei casi con un benevolo far finta di non vedere, sono a tutti gli effetti delle organizzazioni a delinquere, e così si comporta il Parlamento nell’attuale composizione, elargendo a destra e manca soldi senza alcuna giustificazione minimamente lecita.
La legittimazione di un organo costituzionale non può essere affidata una volta per tutte al suo ruolo istituzionale che teoricamente può essere il più alto possibile, deve anche essere garantito da una pratica conseguente. Nel momento in cui un organo costituzionale dimostra di approfittare dei poteri ad esso concessi dall’ordinamento vigente, è come se attentasse alla costituzione. Che un parlamento legiferi in modo da sollecitare comportamenti criminali rappresenta quindi anche un attentato allo stesso ordinamento che gli ha concesso questo potere, è un tradimento del proprio ruolo e quindi oggettivamente un mettere in pericolo quello stesso ordinamento costituzionale...
Detto metaforicamente, è come se dei genitori, comportandosi indegnamente nei confronti dei figli, inducano questi a dubitare di tutti i loro simili e in particolare della stessa organizzazione familiare.
La cosa forse in assoluto più grave è che i partiti sono praticamente senza eccezione alcuna, in attivo, non riescono insomma a spendere i soldi che ricevono. Altro che rimborsi, qui dei criminali travestiti da parlamentari hanno trovato il modo di farsi l’azienda senza sapere produrre neanche un bullone o una mela che dir si voglia.
La cosa è particolarmente importante perché dimostra anche come a questi non interessa più neanche il loro steso partito, almeno finchè lo si intende come un’organizzazione con fini di attività politica. Nel mondo del liberismo imperante, in cui tutto si esprime in numero di dollari, questa gentaglia, che altrimenti non può essere chiamata, si adegua, e concepisce il partito a cui aderisce come una congrega di amici con cui farsi l’azienda a gratis e senza quindi rischiare nulla. Perché allora spendere soldi per mantenere strutture di partito, meglio mettere da parte qualcosa per i tempi più duri, quando magari un popolo che un giorno si svegliasse dal torpore in cui giace da decenni, potrebbe chiedere conto dei misfatti che hanno perpetuato. Allora, avere un gruzzolo in Tanzania potrebbe permettere loro un dorato esilio.
Per tutte queste ragioni sono ormai convinto che non bisogna più finanziare i partiti. I fatti ci dimostrano che i soldi non hanno portato alcuna trasparenza nei comportamenti politici. Pensare che il finanziamento di privati potenti possa inquinare i partiti è come credere che versare le bucce della frutta nella pattumiera possa inquinare l’immondizia.
Se poi a qualcuno interesserà avere una vera rappresentanza politica, allora si tornerà alla militanza politica e alle quote sociali.
Il problema vero è di come far fuori gli attuali partiti – azienda che non rispettano alcun minimo criterio di trasparenza contabile, e non solo contabile, in cui come già ho scritto precedentemente ed in più occasioni, in cui non sia garantita tramite adeguati strumenti istituzionali una dialettica interna davvero democratica.
Fino ad allora, è inevitabile guardare a questi partiti, a questo parlamento, a questi personaggi politici, come una congrega di poteri sostanzialmente criminali che operano sotto la copertura della costituzione tradendola in ogni momento.

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