sabato 25 febbraio 2012

MA I MINISTRI-PROFESSORI NON PARLANO MAI DI UNIVERSITA'?

Oggi, mi voglio consentire qualche riflessione che riguarda il mio ambito di lavoro, l'Università.
Mi pare doveroso ricordare che ancora oggi il sistema universitario soffre a causa di una severa riduzione dei fondi statali attuata dal precedente governo Berlusconi ed in particolare per decisione personale di Tremonti.
Proprio Tremonti è stato oggetto di numerosi attacchi per queste sue scelte per la conseguenze infauste che esse hanno causato nel funzionamento stesso degli Atenei.
Per farvi capire come stanno le cose, si deve considerare che gli Atenei fanno grande fatica a contenere sotto il 90% la parte delle risorse ordinarie (FFO, fondo di funzionamento ordinario) destinata al pagamento degli stipendi del personale.
Tale voce è ovviamente incomprimibile se non tramite l'eliminazione del turnover, che ad ogni modo richiede un'attenta programmazione.
Col restante 10% bisogna pagare la pulizia, la manutenzione degli edifici, l'eventuale affitto di locali non di proprietà dell'ateneo, le bollette dell'acqua, dell'energia elettrica, del gas e altri combustibili per il riscaldamento invernale degli edifici. Pare abbastanza evidente che una riduzione apparentemente modesta dei fondi disponibili, si amplifica di dieci volte visto che si applica soltanto a quanto non è stipendio, rendendo difficile in alcuni casi perfino l'apertura dei locali per taluni atenei, e sostanzialmente nulle le somme destinate specificamente all'attività scientifica.
Per completare il quadro, bisogna altresì considerare che le innovazioni introdotte dalla legge 240/2010 (la cosiddetta legge Gelmini) hanno intensificato una tendenza già in atto a concentrare in poche mani i pochi finaziamenti alla ricerca tuttora disponibili, secondo la logica, per me aberrante, ma qui non argomenterò in proposito, dell'eccellenza. 
Tutto ciò conduce paradossalmente rispetto alle sue pretese di migliore utilizzo delle risorse, a sprecarle, in quanto costringe una parte significativa del corpo docente a una forzata inattività dal punto di vista scientifico, e destinandolo a un esclusivo utilizzo in ambito didattico...
Ebbene, abbiamo ora un governo unanimamente deifnito il governo dei professori, con a capo un rettore. Io vorrei capire e umagari anche umilente chiedere al professore Monti se condivide la stretta fortissima che Tremonti ha esercitato sulle finanze universitarie. Penso che Monti non potrebbe espirmersi così differentemente da come ha ripetutamente fatto la CRUI (Conferenza nazionale dei rettori) in questi ultimi anni, lamentando lo strozzamento delle università. Il professore Monti, oggi nelle inedite vesti di premier, potrebbe con l'ex-collega Profumo e con i vari ministri nonchè professori del suo governo riparare a queste carenze che il ssitema universitario ha sofferto in questi anni. Purtroppo, non mi pare di avere udito dai numerosi discorsi pubblici del premier alcun accenno a una tale ipotesi, e così è lecito concludere che il professore Monti la pensa in un modo, e il premier Monti in un modo diametralmente opposto, una cosa certo preoccupante. 
Per inciso, sapete che il ministro Profumo ha fatto ricorso al rettore Profumo sullo statuto del Politecnico di Torino? Quando si dice la coerenza, o dovrei dire forse il gioco delle parti? 
La cosa però che è più interessante, ma anche più preoccupante, è che non si capisce dove sia andata a finire la stampa che ha tanto tuonato contro Tremonti al tempo dei tagli alle università, e dove sono finiti i politici, ad esempio tanto per non fare nomi quelli del PD, che avevano così tanto rampèognato Tremonti. 
E' proprio vero, le opinioni cambiano tanto in questa sottospecie di classe dominante dei nostri giorni.

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