sabato 24 gennaio 2015

PROSPETTIVE A SEGUITO DEL QE DELLA BCE

Se dovessi riassumere il senso della recente decisione della BCE di immettere 1140 miliardi di euro di liquidità, direi che ci sono due finalità. 
L'una è che l'annuncio che Draghi ha fatto in ripetute occasioni di questa intenzione, ha già causato i suoi effetti sul mercato, e quindi la mancata attuazione avrebbe a questo punto causato effetti dirompenti sui mercati finaziari e borsistici, era insomma a questo punto un atto dovuto. 
L'altra finalità, che resta la principale, e che comunque giustifica il piano a partire degli stessi annunci preliminari, è quella di guadagnare tempo...

E' una regola generale, tutti gli atti di politica economica e finanziaria delle principali nazioni occidentali a partire dallo scoppio della crisi, hanno questa finalità come elemento centrale. Potremmo dire che, non sapendo cosa fare, si eliminano i sintomi senza indagare troppo sulle cause e quindi senza pretesa di condurre una strategia di cura vera e propria. 
Si sono comportati come quei medici che, non sapendo come contrastare una malattia, si limitino ad eliminare la febbre e il dolore per dare al paziente e darsi un tempo per interventi più risolutivi. 
Non ho mai nascosto che la mia opinione sia che questo tempo che il potere si da' rinviando la soluzione dei problemi che stanno alla base della crisi e che sono ben noti, sia un guaio, perchè gli effetti profondi della crisi progrediscano rendendo la situazione sempre peggiore, allo stesso modo di come la semplice eliminazione dei sintomi può finire col favorire l'avanzare di una malattia magari fino all'esito letale. Insomma, farsi estirpare un dente è sicuramente doloroso, ma è opinione comune che rinviare questo intervento lo renda solo più complicato favorendo nel frattempo effetti dannosi collaterali. 
Inoltre, nel caso specifico, c'è una ragione ulteriore che è allarmante, che alla fine di questo tempo supplementare che l'unione europea si è data, potremmo trovarci, soprattutto noi italiani, con una situazione nettamente peggiorata. Ricordo che la garanzia dei fondi BCE usati per l'acquisto dei titoli di un determinato paese pesa per l'80% sulla banca nazionale, cioè, visto che questa non ha potere di stampare moneta, sul bilancio di quel paese. 
Se ora osserviamo l'andamento del debito pubblico, che resta per l'Italia di gran lunga il problema principale, vediamo come l'applicazione di misure di austerità abbia avuto l'effetto per certi aspetti paradossale di aumentare ulteriormente il suo ammontare. Se adesso il QE di Draghi non risultasse risolutivo della crisi ormai quasi decennale, se come io temo la situazione dovesse restare inalterata, alla fine l'Italia si troverà caricati sul proprio debito anche questo 80% del costo dei titoli nel frattempo acquistati dalla BCE. 

In effetti, la possibilità che questo QE non serva praticamente a nulla è ben concreto. 

Adesso, leggo che importanti economisti e banchieri si esprimono molto ottimisticamente sull'effetto di queste misure. Io richiamerei a un giudizio più prudente. Riflettiamo sul fatto che la situazione appare oggi migliore per il coincidere della riduzione già in corso, per me quasi ultimata, della quotazione dell'euro rispetto al dollaro, con la riduzione (potremmo dire crollo) della quotazione del greggio, che presumibilmente risalirà almeno parzialmente nel prossimo futuro. Se come penso, la quotazione del dollaro in euro non risale più e il prezzo del greggio invece risale, allora già finisce l'effetto favorevole all'incremento delle esportazioni. Ricordiamo anche che il 70% delle esportazioni dei paesi UE avviene all'interno della stessa area euro e quindi non godrà dei vantaggi della svalutazione.
Se quindi togliamo gli effetti della svalutazione, rimane da capire se vi siano altri possibili effetti del QE sull'economia. Direi che in presenza di interessi quasi nulli, di rifiuto delle banche europee ad approfittare delle risorse monetarie già messe a loro disposizione dalla BCE alcuni mesi fa, sia da escludere effetti di altro tipo, o comunque credo che ci sia concordanza nel ritenerli di entità minima. Al contrario, c'è il rischio che le banche, di fronte alla possibilità di scaricare vantaggiosamente alla BCE i titoli di stato che hanno in portafoglio, utilizzino il denaro così realizzato per tentativi speculativi che incrementino i titoli privati in circolazione, contribuendo così in modo rilevante al crescere della bolla prossima ventura. 

In definitiva, un possibile scenario che si potrebbe presentare nell'autunno del 2016 vede l'Italia ormai con un debito che viaggi verso il 200%, quindi ormai palesemente non rimborsabile, e forse condannati al default che tutti volevano scongiurare ma che nei fatti con una serie di decisioni disastrose  stanno favorendo
Apparentemente, l'unica speranza è che la dabbenaggine di questo potere feroce ma in fondo idiota porti all'esito finale, e magari sarà proprio il gigantesco debito italiano che in seguito a fallimento, farà definitivamente fallire l'intero sistema bancario globalizzato, e poi si ripartirà come dopo una guerra.

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