giovedì 13 febbraio 2014

L'INCOERENZA ESTREMA NEI COMPORTAMENTI POLITICI COME PRASSI VINCENTE

Veramente uno spettacolo di coerenza estrema nel panorama politico italiano.
Renzi, dopo alcune titubanze iniziali, ha finito col convenire sulla tesi di Napolitano, un governo a termine per completare le riforme, sia quella elettorale che quella costituzionale.
Non solo, egli ha ripetutamente affermato che mai sarebbe andato al governo senza passare per le elezioni, ed adesso va a sedersi a Palazzo Chigi senza aver neanche sentito l'odore di elezioni, e dichiara che la legislatura non deve terminare anticipatamente, durare quindi fino alla scadenza del 2018.
Onestamente, non è chiaro cosa dovrebbe dire di più autocontradditorio, egli ha già esercitato ogni possibilità di essere incoerente, un vero campione che mette in crisi perfino il primato che appariva imbattibile di Berlusconi.
Non cito neanche le incoerenze di tutti i partitini che dividono con il PD l'appoggio all'attuale governo, pronti senza esitare un attimo, a catapultarsi nel nuovo governo. Qui, abbiamo quindi l'intero schieramento parlamentare maggioritario pronto a cambiare idea in un fiat, pur di non rischiare di rimanere fuori dal governo.

Sembra conseguenziale concludere che i partiti italiani siano privi di idee, di opinioni politiche, e siano portatori esclusivamente di interessi, interessi in verità anche spiccioli, occupare un dicastero, qualunque esso sia...

Di fronte a questo quadro politico, il deus ex machina, Giorgio Napolitano, stavolta si ritrae. E' il paradosso del presidente che si fa fautore, non si sa a che titolo, di un processo di revisione costituzionale, di tutto un percorso riformatore, e nello stesso tempo non esercita quelli che pure sarebbero poteri esclusivamente in sua mano, tipicamente quello di designare il presidente del consiglio. Come diversamente interpretare quando il presidente dice che la questione della premiership è una questione interna al PD? Significa mi pare che egli intenda ricevere dal PD il nome a cui affidare il governo del paese, ma ciò è ancora una volta opposto al dettato costituzionale.
L'impressione sempre più fondata è che ormai Napolitano operi in accordo a dei principi di una costituzione che si è scritta da sè, una sua personale invenzione e che mantenga questo tipo di comportamenti in maniera ostinata, senza badare minimamente a critiche ed obiezioni di varia natura e provenienza.
In tutto questo casino, si arriva a situazioni incomprensibili, prive di qualsiasi logica. Basti pensare a questo. Napolitano appena eletto, fa una dichiarazione del tutto gratuita destinando il presente parlamento a una funzione riformatrice. Tutti sembrano convenire che la durata della legislatura sia commisurata a tale compito, e si calcola così che si possa andare alle urne nei primissimi mesi del 2015. I partiti sembrano adeguarsi, anche obtorto collo, a queste richieste del presidente, fino a costituire un secondo governo completamente in dissonanza con lo spirito bipolare della cosiddetta seconda repubblica. Nel frattempo, questi stessi partiti sembrano scoprire improvvisamente quanto è bello continuare fino al 2018, apparentemente sorpassando perfino napolitano nella loro ostinazione continuista e contro l'ipotesi di nuove elezioni.

Di fronte a questi che non esito a definire paradossi, dovremmo ritornare ad un percorso minimamente logico.
La consulta ha definito anticostituzionale il meccanismo elettorale che ha determinato la composizione del presente parlamento. Dovrebbe essere convinzione condivisa da tutti, anche da Napolitano e dai parlamentari tutti, che c'è un difetto di legittimazione di questo parlamento. nessuno si spinge fino a dire che il parlamento non può operare in piena legalità, ma politicamente un problemino ci sarebbe.
Allo stesso modo, dovremmo fare un ulteriore passo logico. Se questo parlamento su un piano politico ha un problema di legittimazione, non dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione e procedere al più presto a nuove elezioni? La cosa si può fare, lo dice la stessa Consulta, utilizzando un meccanismo proporzionale. Ora, che Napolitano, il PD, FI e chi altri volete aborrisca questo meccanismo, non mi pare possa avere importanza, si tratta di opinioni politiche per loro natura opinabili. In base a quale principio possono costoro opporsi in maniera così plateale e definitiva all'ipotesi di nuove elezioni con meccanismo proporzionale?  Ciò mi pare comportare una presa di posizione contro la sentenza della Consulta. 
Se costoro volessero corrispondere come sarebbe doveroso a quella sentenza, dovrebbero sciogliere il parlamento ed andare a nuove elezioni col metodo esistente, dando a questo nuovo parlamento esclusivamente quel ruolo riformatore che sembrano così tenacemente perseguire. Il nuovo parlamento avrebbe tutta la legittimità per andare a un processo di revisione costituzionale: cosa c'è che non va in questo ragionamento? 

Naturalmente si sa cosa non va, l'inerzia delle camere così come sono, perchè nè i singoli parlamentari, nè i singoli raggruppamenti politici eletti sono disponibili a suicidarsi, e quindi si tenta di fare suicidare un parlamento particolarmente debole come quello attuale. Si vuole sfruttare cioè la vulnerabilità di questo strano parlamento. Tuttavia, sono essi così certi che questo parlamento si faccia suicidare? Ai posteri l'ardua sentenza.

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