domenica 2 febbraio 2014

IL NEOTOTALITARISMO MASCHERATO DA ANTIFASCISMO

Sta ormai tramontando la così tanto decantata società aperta di Popper.
Seppure nel mio libro io abbia fortemente criticato la stessa nozione di società aperta come la intende Popper, cioè una società senza ideologie, bisogna tuttavia ammettere che le moderne nazioni che hanno adottato sistemi politici a democrazia parlamentare, praticamente l'intero occidente almeno a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, erano società non totalitarie.
Sia Popper che la Arendt, fanno confusione tra società totalitaria e non ideologica. Esistono in effetti stati non totalitari, ma non esistono nè potranno mai esistere stati non ideologici.
Non è tuttavia di questi aspetti politici teorici che qui mi voglio occupare.
Ho fatto questa premessa perchè l'attualità politica ci richiama questi aspetti teorici, ci fa vedere come stiamo precipitando dal classico stato a democrazia parlamentare a uno stato totalitario.
In uno stato del primo tipo, il consenso in qualche misura meditato, seppure sempre nascesse da una condivisione di alcuni elementi culturali universali, era uno dei requisiti per chi volesse esercitare il potere. La stessa costituzione della repubblica italiana che l'assemblea costituente ci consegnò nel 1948, rappresenta un testo che garantisce la salvaguadia di determinati diritti attraverso l'esplicitazione di alcuni  principii fondamentali ed un'abile struttura istituzionale. 
Che poi nella pratica politica, tali diritti fossero sempre a rischio di essere conculcati, è cosa inevitabile, direi scontata: la lotta per il potere è feroce e senza quartiere.
Tuttavia, rimaneva ai più deboli la difesa costituita dai principii e dalle istituzioni previste dalla costituzione, una sorta di argine all'esercizio di un potere arbitrario, che quindi non poteva mai divenire totalitario, doveva necessariamente venire a patti con i diritti costituzionali.
Purtroppo, nel corso degli ultimi anni si va sempre più delineando una riduzione sempre più netta dei poteri che pure dovrebbero appartenere al popolo, sequestrati in maniera sempre più sbrigativa da pochi potenti, ormai sempre più legati a poteri sovranazionali, delineando così la famigerata tirannia globale.
Il meccanismo è abile e perverso, e si avvale di una serie di misure convergenti nell'ottenere l'effetto desiderato...

Il primo e forse più importante argine che è stato abbattuto è rappresentato dalla cosiddetta fine delle ideologie, cioè in effetti dell'affermazione dell'ideologia unica, con il corollario che vorrebbe il capitalismo come immortale, non superabile ma solo modificabile.

Il secondo argine abbattuto è stata la sapiente trasformazione delle strutture europee, sempre meno rappresentative, in modo che organismi non legittimati democraticamente, divengano sempre più decisivi.

Il terzo è stato la trasformazione dei giornali da organi di informazione e di opinione, in luogo di interessi non soltanto dei loro editori, ma politici a tutto tondo, e quindi nell'assumere sempre più veste di parte, schierati senza alcuna timidezza e decenza all'interno dello schieramento politico. 

Il quarto argine che è stato abbattuto è stato il cambiamento dei sistemi elettorali, in modo da trasformare una minoranza effettiva in una maggioranza, il tutto accoppiato alla centralizzazione nelle mani delle segreterie delle scelte degli eleggendi.

Il quinto è stato la modifica dei regolamenti parlamentari che di fatto hanno tolto al parlamento la titolarità delle funzioni legislative cedendole al governo che ha potuto sempre più disinvoltamente disporne attraverso la continua pratica della decretazione d'urgenza e tramite l'uso ossessivo dello strumento della fiducia.

Il sesto è stato quello di cambiare il ruolo del presidente della repubblica da arbitro imparziale a sodale del governo.

Il settimo, quello che ancora in qualche misura ci difende perchè non è stato ancora abbattuto, è costituito dalla nostra beneamata costituzione, che però è sempre più in pericolo, e che quindi va difesa ad ogni costo e con ogni mezzo.


A seguito di tutti questi passaggi, le camere parlamentari, che sono gli unici organismi per cui possiamo votare a livello di potere centrale, risentono nella loro composizione di meccanismi elettorali vergognosi, che naturalmente non verranno modificati dalla nuova legge che vogliono velocemente approvare.

Non basta, per evitare che l'opinione degli elettori possa in qualche misura contare, il parlamento viene svuotato di ogni potere, confiscato dal duo governo/capo dello stato. A tale scopo, la Boldrini, presidente della camera di cui non ho ancora letto una singola frase degna di essere ascoltata (il nulla assoluto), non ha esitato a violare il regolamento della camera, pur di non far decadere il decreto IMU/Banca d'Italia. Evidentemente, per questa gente, è lecito violare le regole: mi chiedo a cosa serva allora legiferare, tanto vale tornare allo stato di natura e far trionfare semplicmeente la legge del più forte.

Non basta, per completare l'opera, bisogna eliminare ogni traccia di sovranità nazionale, il tutto va trasferito ad organismi non elettivi, che possano essere designati da poteri sovranazionali e che di conseguenza possano operare pienamente in ossequio a quei poteri a cui devono i loro ruoli. 

Mi chiedo dove si fermeranno. L'antifascismo di cui le renzine così carinucce si riempono la bocca, coincide a questo punto con il suo contrario, col fascismo, almeno nel senso che si tratta di due regimi entrambi totalitari, differenti sicuramente in altri aspetti, ma sull'aspetto totalitario completamente convergenti.

In tali condizioni storiche, la parola d'ordine dev'essere resistenza e difesa intransigente della costituzione, e di conseguenza della sovranità nazionale.

1 commento:

  1. Peccato che la sovranità nazionale l'abbiamo già persa da un pezzo. Personalmente sono anche contro la riduzione del numero dei parlamentari e l'abolizione del senato. La prima perché lesiva del principio di rappresentanza. La seconda dato che al suo posto verrebbe creata un'assemblea composta da non eletti e quindi si tratterebbe, lungi dall'essere un'abolizione, di una sostituzione antidemocratica.

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