mercoledì 26 giugno 2013

MA SCUSATE, ENRICO E GIANNI LETTA COSA CI FANNO NELLA STESSA RIUNIONE: SARA' FORSE UNA RIUNIONE FAMILIARE?

Ma quale complottismo, qui anche i giornalisti detti "retroscenisti" rischiano di perdere il loro lavoro, tanta è la sfacciata tracotanza dei politicanti!
Mi riferisco all'incontro di ieri sera che ha visto la partecipazione, di Enrico Letta, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e, ciliegina sulla torta, Gianni Letta, che ricordo ai più distratti è lo zio di Enrico...

Ora questa famiglia Letta che si divide equamente tra PD e PDL è oggettivamente inquietante. Qui, non si tratta di due semplici iscritti ai due partiti, qui stiamo parlando di uno che è passato dal ruolo di vicesegretario del PD a presidente del consiglio, e l'altro che ha ricoperto il ruolo di snodo fondamentale del potere di sottosegretario alla presidenza quando premier era Berlusconi. Si tratta di un ruolo che corrisponde a un ruolo di collaborazione strettissima con il premier, il depositario di tutti i suoi segreti più delicati. 
Il caso della famiglia Letta non rappresenta neanche uno di quei casi che pure la storia ci tramanda dI un uomo di potere che ha legami di stretta parentela con un rivoluzionario, qui siamo al disvelamento stesso della falsità del presunto bipolarismo su cui è stata fondata quella che è stata chiamata "seconda repubblica". Avevamo visto i pezzini di La Torre (che a proposito non si vergogna minimamente di frequentare ancora gli studi televisivi, visto che giornalisti e pubblico sembrano avere dimenticato l'episodio) indirizzati a un membro del PDL per suggerirgli come fottere il suo compagno di partito che partecipava allo stesso talk-show, avevamo ben presente la situazione di una famiglia che sembra adottare il principio di occupare entrambi i poli del potere politico, ma vedere che Gianni Letta non si ritrae dal partecipare ad un incontro che teoricamente doveva vedere da una parte il premier, dall'altra il PDL, e in cui quindi egli doveva costituire la controparte di suo nipote Enrico, supera ogni possiible immaginazione. 
A questo punto, non rimane che concludere che ieri c'è stata una riunione tutta interna al PDL nelle sue varie articolazioni, e in cui era scontato che l'appoggio del PDL al governo non sarebbe venuto meno, visto che tale governo vede non solo la presenza di numerosi ministri del PDL, ma la stessa guida del governo è solo di facciata attribuita al PD, ma nella sostanza è anch'essa saldamente nelle mani di Berlusconi: perchè mai egli avrebbe dovuto sfiduciare il suo governo? La verità è quindi che il vero stato maggiore del PDL si è riunito per concordare tattica e strategia nel nuovo contesto a seguito della sentenza nel processo Ruby, cosa confermata dalla lunga durata della riunione. La sfacciataggine sta nell'avere deciso di far partecipare Gianni Letta alla riunione, esibendo così l'intera catena che unisce Berlusconi ed Enrico Letta.
Ciò comporterebbe ovviamente problemi enormi per il PD che dovrebbe trovare nuovi motivi di giustificazione nell'appoggiare un governo che in tutta evidenza è un governo del PDL. HO usato il condizionale perchè in realtà il totale disfacimento del PD che a piena ragione può essere chiamato un non-partito, toglie ogni problema. Se il PD non esiste, non si vede a chi si possano richiedere motivazioni coerenti dei comportamenti politici.
Dissi a caldo, a seguito delle vicende legate all'elezione del capo dello stato, che la scissione sarebbe stato il male minore, anzi in realtà poteva costituire un elemento positivo nella politica italiana. Non è un caso che di questa scissione non si ha più traccia, fazioni di ogni tendenza e di ogni consistenza convivono ormai pacificamente nel partito, ognuno tira per la sua strada, e gli organismi decisionali del PD vedono la convergenza su soluzioni concordate tra queste fazioni senza neanche uno straccio di dibattito e lotta politica, gruppi di potere che come tali trovano sempre il giusto compromesso tra loro.
Del resto, a Napolitano sta bene così, è il modo migliore di guidare dal colle quel partito, e non credo onestamente che il congresso più o meno prossimo seppure lungamente annunciato, potrà cambiare lo stato delle cose, il paradosso eletto a sistema.

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