giovedì 15 novembre 2012

EPPURE, QUALCOSA NELLA STANCA EUROPA SI MUOVE...



Si potrebbero prendere a prestito le famose parole di Galilei “eppur si muove”. Ieri, per la prima volta dall’inizio della devastante crisi in cui siamo piombati, si sono avute manifestazioni un po’ in tutta l’eurozona. Ciò potrebbe creare le basi per il riconoscimento di due fronti contrapposti tra coloro che, in omaggio a un pensiero dogmatico ed assolutamente infondato su un piano strettamente sperimentale, crede che la via imboccata dalla UE sia quella giusta e risolutiva, e coloro che credono invece che si tratti di una formidabile occasione per iniziare un percorso rivoluzionario che permetta di uscire bene dalla società di mercato, quella società di mercato che nel breve volgere di un periodo inferiore ai due secoli di esistenza, ha ridotto l’umanità nel tragico stato che vediamo...

I mezzi di informazione invece ci rinviano l’immagine di un mondo della politica, del giornalismo, del lavoro, di tutti coloro che contano, che sgomita per stabilire se conviene aumentare l’IVA o l’IMU, o quanto debba essere la percentuale minima per avere diritto al premio di maggioranza. I più estremisti propongono di uscire dall’euro, ma tacendo sul fatto che bisognerebbe dare anche default sennò la lotta si sposterà dallo spread alla svalutazione della nuova valuta nazionale, e infine ergere barriere doganali robuste per non riprodurre in breve tempo la condizione attuale.
Nessuno poi si spinge più in avanti, al momento del fallimento dell’intero sistema bancario globale, e tutti entusiasticamente invocano la ripresa, la solita ricetta dell’aumento del PIL, dimenticando del tutto le compatibilità ambientali.
Io penso che una lotta si possa vincere o perdere, ma sarebbe augurabile quanto meno che si stabilisse con una certa accuratezza quale sia l’oggetto del contendere, cosa ci sia in palio, quali siano le alternative secche tra cui dobbiamo scegliere. Niente di tuto questo, si naviga nella nebbia spostando lo scontro politico su minimi dettagli che non cambieranno gli scenari in cui noi ed i nostri figli si troveranno a vivere.
Eppure, un movimento confuso, senza una chiara direzione e guida, senza obiettivi precisi né drastici, fa già paura, gli ordini diramati dai governi di tutta europa è scoraggiare, colpendo a forza con manganelli e con denunce, e nel contempo ordinando ai giornalisti di regime di sparare idiozie sparpagliando in giro menzogne di ogni genere, e questo la dice lunga su quanto chi comanda si senta in trincea, in un equilibrio fragile e precario.
La fortuna di costoro è che dall’altra parte non ci sta quasi nulla, e che quel poco che ci sta è abbastanza confuso da diventare inoffensivo.
Tuttavia, qualcosa si muove e chissà…

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