martedì 6 novembre 2012

CHE PALLE QUESTO DUELLO PRESIDENZIALE USA!



Così, oggi è il giorno delle elezioni presidenziali americane. Vediamo già che mobilitazione dei mass media si stia dispiegando, non soltanto negli USA, dove appare come una cosa ovvia, ma un po’ in tutto il mondo, e tanto per non essere da meno, anche qui in Italia. Già si organizzano notate di dirette dedicate all’evento, sicuramente su RAInews24 e su LA7, ma non so chi altri farà altrettanto.
Sì, lo so che sarò accusato di massimalismo, ma io lo dico lo stesso, mi scappa proprio di dirlo, come a un bimbo di fare la pipì, e non intendo trattenermi: a me dell’esito di questa elezione non me ne può fregare di meno.
E’ giusto però che io provi almeno a motivare questa sostanziale indifferenza su chi sarà il prossimo presidente degli USA, una cosa apparentemente assurda, come si può non cogliere l’importanza di chi sarà l’uomo più potente del mondo?...

Il punto è che oggi il presidente degli USA non rappresenta più che un uomo di spettacolo, uno showman come si dice là, così ingabbiato in una strettissima trama di poteri precostituiti e niente affatto democratici da cui soltanto un pazzo potrebbe ritenere di potere prescindere nell’assumere le decisioni che teoricamente gli spetterebbero, ma un pazzo non può mai e poi mai raggiungere il ruolo di candidato.
Per tentare di ridurre il tasso di massimalismo che mi verrà attribuito da chi mi leggerà, dirò subito chye non credo che le cose siano sempre andate così. Sicuramente, tanto per portare un esempio, la presidenza Kennedy ha portato delle innovazioni che non ci sarebbero potute essere se a quel tempo avesse prevalso il candidato repubblicano (Nixon?), ma oggi il potere finanziario è talmente soverchiante su qualsiasi altro tipo di potere che davvero non credo che anche negli USA si stia verificando qualcosa di simile a ciò che agevolmente constatiamo in Italia, il trasferimento di sovranità da chi governa a questa cupola finanziaria globale che ormai domina il mondo, tanto da far capitolare anche il centro stesso dell’impero. E non si tratta di un’opinione, si tratta di fatti: dinanzi a noi sta l’esempio della bolla scoppiata nel 2008, proprio al momento del passaggio da l’amministrazione Bush a quella Obama. La scelta scellerata di accettare di subire il ricatto del “too big to fail”, di stampare dollari per evitare il fallimento di altre grandi banche (oltre la Lehman) è stata equamente condivisa dai due Presidenti, nelle decisioni fondamentali c’è un interesse emergenziale prevalente condiviso da tutti, malgrado costringa a forzare i limiti posti dalle costituzioni, un po’ come l’insediamento dall’alto del governo Monti da noi. Dovrebbe essere evidente che se sulle cose che contano non ha rilevanza chi sia il presidente, la scelta diventa come quella quotidiamente compiamo da consumatori nei supermercati scegliendo il prodotto con l’etichetta gialla piuttosto che quello con l’etichetta azzurra, cioè una scelta prevalentemente di natura estetica. Questo è ciò che disse quel geniaccio di Enrico Grezzi a proposito del dilemma tra Berlusconi e il DS di D’Alema, stessa politica ma uomini certamente differenti nello stile. Allo stesso modo, Romney è una persona che mi disturba perfino guardare, si capisce che si tratta di un fascistaccio dai modi volgari e dai gusti pacchiani, ma anch’egli dovrà obbedire a un potere più grande di lui e sarà reso inoffensivo, neutro, inodore, incolore ed insapore come durante questo primo mandato è stato fatto su Obama, che delle parolone che aveva speso nella precedente campagna elettorale non ha fatto quasi nulla (e non parlatemi della famigerata riforma sanitaria, una vera schifezza).
In questa prospettiva, è davvero insopportabile questo tamtam mediatico che ci costringe a conoscere tutte le stupidaggini che la stampa USA amplifica (fanno audience), quale, tanto per portare un esempio, che Obama in persona ha telefonato a un elettore per chiedergli il voto, un’atmosfera di idiozia irrespirabile che penso dovremo attendere almeno il prossimo giovedì perché si diradi.
Così, non mi resta che augurarvi buona fortuna: resistete a questa onda mediatica, passerà presto anche questa!

7 commenti:

  1. Tutto fa spettacolo perfino le tanto prevedibili
    elezioni USA-
    Eg

    RispondiElimina
  2. Hai visto quel filmato della bimba americana che piange dicendo che è stufa di sentir parlare di Obama e Romney e la mamma la consola rassicurandola che presto sarebbe finito tutto? Ecco tu sei la versione italiana! ahahahahahahahah

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ornella, ci sono due categorie distinte di bambini. La prima è costituita dai bambini veri che conservano la loro spontaneità, e l'esempio più emblematico è il bambino che nella favola dice la frase "il re è nudo".
      Esistono poi gli adulti che sono bambini di ritorno che stanno all'estremo opposto, hanno smesso di leggere dentro di sè e aspettano qualcuno che li imbocchi e spieghi loro a cosa devono applicare la loro attenzione e il loro tempo.
      Io sono felice di avere mantenuto dentro di me una parte di spirito infantile che mi serve a non farmi omologare, non potrei dire lo stesso dell'altra categoria che ho elencato.

      Elimina
    2. Ma io non intendevo paragonarti alla bambina americana in quanto "bambina", non sono così stupida, ma perchè tu come lei eri esasperato
      dalla campagna elettorale americana!

      Elimina
    3. Mah, non mi pare di avere reinterpretato le tue parole, a me interessava sottolineare che quella bambina ha ragione (come me...), e quelli che si sono fatta la nottata da una parte o dall'altra dello schermo no, anzi li considero dei pirla :)

      Elimina
    4. Temevo te la fossi presa per l'accostamento all'atteggiamento di una bambina, invece da uomo intelligente avevi capito il senso delle mie parole!

      Elimina
  3. ventopiumoso07/11/12, 09:34

    mi trovi d'accordo. mi sono impegnato così tanto che mi sono proprio dimenticato delle elezioni, quando ho aperto stamattina il pc :)
    saluti

    RispondiElimina