giovedì 17 maggio 2012

BERLUSCONI E BOSSI, DIFFERENZE NEL LORO DECLINO

Ve lo ricordate il tempo della leadership B&B (Berlusconi e Bossi)? Solo pochi mesi fa, l'uno era il premier in carica, e l'altro il padre-padrone dell'altro partito della coalizione di maggioranza, eppure sembra come se quella fosse un'altra era geologica. 
Di Berlusconi conosciamo gli ultimi sviluppi, sappiamo, anche se non tutti ne sembrano convinti, di come quel perverso e speciale rapporto con i suoi elettori si sia spezzato, di come spesso capita, un rapporto di amore si sia tramutato in odio, in disprezzo, in derisione. 
Ebbene, per Bossi la cosa è proceduta sfasata rispetto all'alleato di una volta, ma oggi lo ritroviamo senza più alcuna base popolare, i suoi sostenitori leghisti scomparsi, un crollo verticale avvenuto in tempi perfino più rapidi rispetto a Berlusconi. 
Tuttavia, se dal punto di vista del rapporto con gli elettori le due storie si somigliano, non si può evitarfe di scorgervi anche grandi differenze. 
Se consideriamo ad esempio ciò che è avvenuto ieri, vediamo che mentre Bossi...
...ha ricevuto la notizia del suo convolgimento in un'indagine penale, Berlusconi andava invece a far visita al suo successore, ed ancora pochi giorni fa, tornando da Mosca e dalla partecipazione alla festa a Putin rieletto Presidente, ha convocato in gran fretta una riunione di vertice del PDL e nessuno dei dirigenti si è tirato indietro, riconoscedndogli così implicitamente una leadership nel PDL malgrado tutto ciò che è avvenuto nei mesi passati. 
Due personaggi che hanno costruito dal nulla i loro partiti, entrambi caduti di colpo nel consenso, eppure a fronte di un abbondono che appare irreversibile nel caso di Bossi, nel caso invece di Berlusconi si configura piuttosto come un cambiamento di ruolo, non è crollato, tanti uomini potenti lo accolgono, lo riconoscono come persona influente: perchè si è creata questa grande differenza?
La mia chiave di lettura è che tale differenza sta nel denaro, sta nel fatto che, indipendentemente dal consenso elettorale, Belrusconi rimane importante perchè è a capo di grandi aziende, ha TV, giornali, case editrici e tanta altra roba nel settore finanziario. Berlusconi ha aderito alla sollecitazione a dimettersi perchè le azioni di Mediaset avevano perso già un terzo del suo valore: altro che senso dello stato, altro che responsabilità verso il proprio paese, Berlusconi ha pensato a rispettare il suo portafoglio, e la sua accondiscenza a Monti ancora oggi dipende ancora una volta dai suoi interessi economici, e i suoi soldi gli garantiscono ancora oggi il possesso del PDL, è ancora lui il padrone, checchè ne pensino gli elettori. 
Questo è forse l'ultimo degli aspetti del problema del conflitto di interessi che D'Alema ha rinunciato ad affrontare quando poteva, e di cui soffriamo ancora oggi.

1 commento:

  1. Beh, è lapalissiano che le cose stiano così, perchè è sempre "l'argent qui fait la guerre"!

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