giovedì 26 aprile 2012

DEMAGOGIA ED ANTIPOLITICA DOVE STANNO?


Eliminiamo il marcio dai partiti, dice Napolitano, ma guardiamoci dall’antipolitica e dalla demagogia.
Beh, ma Presidente, non le sembra di essere rimasto molto sul generico, che è ovvio che si sia tutti contro il marciume, contro la demagogia e per la politica, così il punto sta nel riconoscere dove queste caratteristiche deleterie si annidino: in assenza di tale specificazione, mi pare che stiamo nel campo dell’ovvio, malgrado gli sforzi immani che la grande stampa fa per dare risonanza a siffatte ovvietà dandone nel contempo una interpretazione autentica.
Così, per uscire dal generico e dall’ovvio, io darò la mia personale interpretazione.
Il marciume lo trovo certamente nei noti fatti di corruzione che sono balzati all’onore della cronaca, ma, guarda un po’, lo trovo nel contempo nella procedura ai limiti dell’incostituzionalità con cui è stata condotta la gestione della politica con un tizio, di nome Monti che da un giorno all’altro è stato nominato senatore a vita, guarda caso, da chi, dallo stesso censore Napolitano, che pure fino al giorno prima aveva solennemente dichiarato di non avere intenzione di fa nessuna nomina di questo tipo. La seconda puntata è stato  il mandato che lo stesso Napolitano ha affidato a Monti.
Dopo alcuni mesi di attività di questo governo, una cosa almeno è chiarissima, questi stanno lì per fare cose facili, terribili, inutili, laceranti per la vita delle persone, ma in sé facili, diciamo la via più breve per fare economia di bilancio. Le tasse, il primo provvedimento licenziato da questo governo, è risultato l’unico davvero incisivo, sul lavoro e sulle liberalizzazioni, un flop evidente a tutti.
Ora, si dovrebbe intervenire sul taglio delle spese statali, e qui già i ministri mettono le mani avanti, è un’operazione estremamente complessa, richiede molti anni, diceva un sottosegretario ieri notte al TG3 linea notte. Insomma, aldilà del giudizio politico complessivo sul governo e sulla via suicida europea all’uscita della crisi, su cui ho avuto ripetutamente modo di intervenire già parecchie volte, anche da un punto di vista squisitamente tecnico, questi non valgono nulla. Aumentare l’IVA, ridurre le pensioni, aumentare le tasse sugli immobili, beh, per questo non occorre essere un grande economista, rettore della Bocconi e grandi riconoscimenti nel mondo bancario, è una cosa che saprebbe fare qualunque politico d’accatto, è sulle cose difficili che si può differenziare i giudizi. Se costoro che non sono venuti a distribuire caramelle, ma a fare cose spiacevoli, fanno cose che oltre che spiacevoli sono anche banali, beh, mandiamoli a casa, e facciamolo subito...

Quindi, dal mio punto di vista, considerando la situazione da un punto di vista dell’esercizio della democrazia, nulla è più marcio nella politica attuale di questo governo messo lì per tassare gli italiani riducendoli in miseria.
Passiamo ora alla demagogia e all’antipolitica. Bene, Napolitano dovrebbe guardare proprio ai partiti che attualmente sono rappresentati in parlamento per rintracciare tali caratteristiche. Siamo stati nutriti da decenni con la demagogia, abbiamo dovuto vedere coi nostri occhi una gestione partitica che diventava sempre più quella di un’azienda, e il colpo finale è stato dato, guarda un po’ da chi, se non dallo stesso Napolitano che evidentemente ha qualche problema a riconoscere le catene causali, nel momento in cui ha messo all’angolo i partiti di fronte ad un’emergenza che presumibilmente è ben lungi dall’essersi esaurita, che anzi si manifesterà sempre più fortemente ancora per chissà quanti anni. Giudicandoli come un lusso da mettere da parte nell’emergenza, Napolitano ha sancito come tali organizzazioni partitiche debbano ritrarsi dalla politica proprio quando il gioco si fa più duro. La contrapposizione partitica che è il modo di funzionamento ordinario della democrazia è stata sospesa in nome di un interesse generale definito in modo assiomatico, proprio come si fa nei regimi totalitari.
Certamente altri saranno facili demagoghi, non provo neanche a negarlo, ma certo che ogni tanto si dovrebbe pure guardare la trave che abbiamo nei nostri stessi occhi, sarebbe un ottimo esercizio di sincerità e di chiarezza.

1 commento:

  1. Aggiungi anche che Napolitano ha ordinato (auspicato) che il governo rimanga in carica fino al 2013. Cioè ha abdicato al suo ruolo di garante per schierarsi.

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