lunedì 9 marzo 2009

LE NOSTRE SICUREZZE INSICURE

Le compagnie di assicurazioni rappresentano una metafora della nostra civiltà. A che serve una compagnia di assicurazione? Cosa ci assicura davvero? E’ possibile avere sicurezze nella vita o non è invece normale, naturale, come deve in realtà essere, che noi si viva nelle insicurezze? Anche tralasciando l’attualità, che vede tante compagnie di assicurazioni sull’orlo del fallimento, in cosa sta il fondamento stesso della loro esistenza? La ricerca stessa della sicurezza non costituisce invece l’assicurazione di perdere la propria vita? Perché guardare al futuro ed estraniarsi così dal presente? A noi non basta la felicità presente, seppure abbia senso lo stesso parlare di felicità, vogliamo la sicurezza che lo saremo sempre felici. Cosa è meglio allora del circondarci di mille oggetti, che ci facciano credere che l’uso che ne potremo fare ci allontani dalla fatica, dalla fame, dal freddo, dalla sofferenza? Eppure basta qualche decina di cellule geneticamente mutate per rimanere in balia del dolore e della morte. Ho già trattato l’argomento della cosiddetta medicina preventiva, che non può prevenire nulla nei fatti, ma ancora ci balocchiamo con questa nostra voglia della felicità per sempre, fino, con le religioni monoteiste, ad immaginare il paradiso, luogo dove alla fine, se siamo stati bravi, troveremo la felicità eterna. Sarebbe tanto più saggio goderci la salute, la vita presente, senza che le preoccupazioni per il futuro ce lo rovinino, sempre alienati dal qui e dall’adesso.

3 commenti:

  1. Problema antico, in quanto problema, cioè pensiero emotivo da parte dell'uomo. Il dolore dell'impermanenza. La scoperta che tutto scorre, passa, che tutti siamo destinati a invecchiare, quando va bene, e morire, e qui va sempre così, con in più la possibilità di ammalarci, nel frattempo, o che ci capiti un inevitabile imprevisto, e ancora, il dolore che chi amiamo invecchi, muoia, si ammali, abbia una disgrazia, o che debba allontanarsi da noi per lunghi periodi, e non basta, diceva quello lì tanto tempo fa, a volte ci tocca pure stare insieme a chi non amiamo... Più o meno, la sua lista base era questa a cui ho accennato, riassumibile nella formula: su tutto grava l'impermanenza. Che fare, per far fronte al dolore che la condizione umana comporta? La conosci, la risposta di quello lì?

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  2. E' vero, Vincenzo.
    Siamo perseguitati dalla paura, la paura della perdita, del cambiamento in peggio, alle volte che anche solo una nuvola copra il sole.
    Si vuole credere in un dio, perché ci assicuri la vita eterna.
    Mi fermo qui, prima perché l'esperto sei tu, nonché il commentatore sopra di me, il caro Rom.
    Ma soprattutto perché oggi c'è il sole e vorrei andare a guardare e fare qualcosa in giardino, l'unico posto dove l'angoscia mia scompare.

    Ciao e buona giornata!

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  3. @rom
    Qual è il premio in palio?

    @Lara
    Come ti capisco: tra schermo del pc e un raggio di sole, non c'è storia: tanto più, ti ringrazio della visita.

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