venerdì 17 luglio 2015

RODOTA' E L'EUROPA: CHE TRISTI BANALITA'

Posto qui un articolo molto recente di Rodotà che trovo così superficiale nelle sue analisi da risultare perfino irresponsabile.
Irresponsabile perchè chiunque di noi, ma più ancora chi gode di una notevole fama, fino a costituire un simbolo di una certa area politica, deve nell'esprimere un'opinione, argomentare ciò che dice.

Devo invece sconsolatamente constatare che questo articolo appare come un cumulo di luoghi comuni. Apparentemente, egli vede come unica alternativa al mantenimento della UE, i populismi del tipo "dell'idraulico polacco" (è una citazione), senza neanche minimamente riflettere sullo stesso significato ed uso del termine populismo.

Da una parte l'eurocrazia ferocemente neoliberista che impera in Europa, dall'altra tutti coloro che si oppongono al progetto europeo vengono volgarmente accomunati in un quadro di nazionalismi, in cui questo termine assume un significato generale di difesa degli interessi nazionali.

In tal modo, Rodotà elude la questione delle sovranità nazionali, e traccia un quadro della situazione europea che appare come una vera caricatura.

Ma non solo lo scritto di Rodotà risulta deludente sul piano dell'analisi, ma lo è forse ancora di più dal punto di vista della proposta.
 
Alla fine, tutta l'immaginazione di Rodotà riesce solo a partorire l'invocazione del ritorno delle socialdemocrazie e dei loro passati ideali.
 
Peccato che l'autore trascuri totalmente di considerare il differente contesto storico, i differenti interessi geopolitici, la gravità della situazione economica, e quindi la totale mancanza di spazio politico per una proposta che possa anche solo vagamente somigliare alle politiche degli anni sessanta e settanta.

In conclusione, mi pare che Rodotà faccia un'operazione di pura nostalgia, incapace di capire le coordinate fondamentali della situazione attuale, e che non abbia avuto il coraggio di tacere, come si deve quando non si ha nulla da dire, invece di parlare per aggiungere confusione a confusione.

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