martedì 21 aprile 2015

IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI COME BUSINESS CRIMINALE

Ed ora scopriamo che la testa, il vertice delle organizzazioni che stanno dietro i viaggi dei migranti nei barconi stanno tra noi.

Ieri a piazzapulita su LA7, un certo Nicolosi sosteneva che gli scafisti stanno agli organizzatori del traffico di migranti come i pusher stanno ai veri organizzatori del traffico di droga.
Una metafora efficace che se veritiera, ci farebbe vedere di colpo come sia fallace credere che il traffico dei migranti sia un'attività artigianale, messa su da singoli criminali libici, e come invece possa costituire un business criminale secondo solo alla droga...

Non ho i mezzi per confermare questa tesi, ma le denunce a carico di italiani da parte delle nostre procure sembrerebbero confermarlo, come pure è interessante sapere che in genere questi natanti partono dall'Egitto, e solo successivamente vanno in Libia a caricare i migranti, segnalando così come si tratti di multinazionali del crimine.
Ancora, ci mancano informazioni sufficienti sulla fase precedente, l'organizzazione delle migrazioni dai villaggi di provenienza fino alla costa nordafricana, trasferimenti anche di migliaia di chilometri che è difficile credere che siano improvvisati.
Chiaramente, non v'è dubbio che la manovalanza, gli esecutori materiali delle operazioni siano africani, ma la testa pensante e i mezzi finanziari richiesti, per la dimensione ormai così grande del traffico, sono ancora una volta tra noi, sono i nostri vicini, sempre più inumani e catturati nel gorgo senza sbocco della ricerca di una maggiore ricchezza sempre più senza senso e senza scopo, una lucida follia che purtroppo coinvolge tutti noi e più di tutti i nostri fratelli africani del tutto senza colpa.
Ciò sembra confermare come sia inadeguato l'approccio che si limita all'accoglienza.

Nessuno ha diritto di ignorare cosa ci sia dietro tutto questo, nessuno ha diritto con la propria azione, solo perchè fatta a fin di bene, di favorire organizzazioni criminali che non smetteranno certo da sè di interrompere un'attività per loro così lucrosa.

In questo senso, trovo incomprensibile in ambienti della sinistra un certo atteggiamento che potrei chiamare "intransigentemente accoglientista", se mi passate il neologismo. Non dico certo che non bisogna accogliere, ma non fino al punto di aggredire chi si permette soltanto di far notare che accogliere non basta. Sarà brutto e soprattutto abusato il termine "buonista", ma rende l'idea di chi, accecato dalla fretta di far del bene, finisce invece con il provocare danni.

La mia impressione è che una certa sinistra sia ormai divenuta così dogmatica da sfiorare l'ottusità, apparentemente incapace di rimettere in discussione non dico i principi, ma gli obiettivi di fase, quelli che il contesto ci propone, prigionieri di un passato storicamente superato.

Tornando al tema principale, è certamente fondamentale che queste organizzazioni criminali del traffico di esseri umani vengano combattute fino ad annientarle, e mi fa piacere che si veda anche nei peraltro pessimi governanti europei (a partire dal nostro Renzi) una certa determinazione in questa direzione. 

Rimane tuttavia il problema di come restituire l'Africa agli Africani, cacciando tutti quei criminali che corrono lì in cerca di facili guadagni attraverso le attività più abiette.

2 commenti:

  1. Totalmente d'accordo.
    La domanda che mi faccio io è: i nostri servizi segreti cosa ci stanno a fare?

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  2. Sì, credo anch'io che occorra un grosso lavoro di intelligence.

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