martedì 16 aprile 2013

POVERA OLIGARCHIA DEL PD!

Dunque, le scelte di Napolitano dispiegano in questi giorni i loro effetti sul PD, dividendolo sempre più, fino a portarlo sull'orlo della scissione. 
Se Napolitano avesse dato un mandato pieno a Bersani, avrebbe determinato un esito certo, o Bersani riusciva a farsi dare la fiducia dal senato o non ci riusciva. In entrambi i casi, la situazione si sarebbe chiarita in un senso o nell'altro. Come ho sempre detto, bersani aveva pieno diritto di avere una chance, e se si fosse schiantato contro un diniego del senato, anche questo sarebbe stato un risultato significativo che avrebbe troncato la sua sorte politica, ed anche questo è un diritto che Napolitano avrebbe dovuto riconoscergli...
L'unica ragione per cui Napolitano avrebbe dovuto rifiutare il mandato pieno, era costituito da una possibile perdita di tempo, ma è appunto una perdita di tempo quella che egli voleva ottenere, e quindi da tutti i punti di vista, napolitano non aveva motivi validi per opporsi, se non per spaccare il PD, perchè era facile immaginare che questo stato di sospensione determinato da un bersani congelato avrebbe determinato uno stato di fibrillazione che avrebbe coinvolto naturalmente anche la scadenza per l'elezione del nuovo presidente.
Possibile che Napolitano, un fine politico come lui, non abbia previsto gli effetti deleteri che avrebbe avuto su quello che in sostanza è il suo stesso ex-partito? Per questo, è lecito supporre che la scissione del PD sia in effetti uno degli esiti che Napolitano si augurava. 
Detto questo, personalmente non trovo nel comportamento di Renzi nulla di miserabile, da azionista di minoranza del PD, egli tenta di scalzare la nomenclatura del suo partito, che poi in questo suo ruolo di nomenclatura fa tutto per confermarsi. 
In particolare, sono illuminanti le parole pronunciate dalla Finocchiaro, che non esita a confessare il suo disprezzo per la democrazia e per il suo meccanismo di consenso, finendo con l'attribuire a sè stessa, quale membro di un'oligarchia, il ruolo di vero selezionatore dei leaders. Renzi, ella dice, può ben prendere tanti voti, ma non avrà mai la dignità di uno statista, è un miserabile perchè le ha troncato la strada verso il Quirinale. Insomma, la Finocchiaro motiva meglio di come ha fatto lo stesso Renzi, il gesto di questi, promuovendolo ad atto opportuno.
Secondo voi, esiste nel PD un modo indolore per scalzare dirigenti autoreferenziali che non intendono cedere il loro potere? L'unica alternativa per Renzi sarebbe quella di fondare un nuovo  partito, che poi sarebbe anche la scelta più logica, visto che egli non condivide con questa nomenclatura alcunchè di significativo. Visto tuttavia che il PD è come un omnibus che tutti possono prendere vista la scelta di abbandonare ogni ancoraggio teorico ed ideale, e visto che comunque c'è un certo elettorato fideista del PD, si capisce che Renzi non ha interesse alcuno ad abbandonare questo cospicuo pacchetto di voti, ed in effetti la scissione potrebbe essere solo la scelta disperata di un  gruppo dirigente sempre più in crisi. 
E' interessante in questo ambito considerare l'intervista all'Amnnunziata rilasciata domenica passata da Vendola, il quale rivendica nello steso tempo due cose del tutto opposte e traloro contraddittorie, la fedeltà all'alleanza a un PD integro (cioè che non ha subito scissione) e la sua fedeltà ad un  programma esattamente opposto a quello che il PD pratica sin dalla sua costituzione. Naturalmente, l'Annunziata si è guardata bene dal chiedere conto e ragione a Vendola di dove sia possibile rintracciare la coerenza nel suo discorso, ma anche senza questo incalzare che sarebbe stato doveroso da parte dell'intervistatrice, Vendola appare sempre di più come uno che racconta frottole, si riempe la bocca di progetti quasi rivoluzionari senza darsi la pena di spiegare cosa egli faccia perchè le idee che comunica abbiano concreta attuazione, come sia possibile conciliare un rifiuto così totale della politica economica della UE con aprioristica adesione all'euro ed alla stessa UE.

Nessun commento:

Posta un commento