sabato 20 aprile 2013

IL NAPOLITANO BIS E I DIKTAT EUROPEI: CHI DOVEVA, HA FINALMENTE IMPARATO LA LEZIONE?

L'avrà capito anche Vendola ora, l'avranno capito quei PD che ancora invocavano il voto per Rodotà, ma soprattutto lo capiranno prima o poi gli elettori del PD che qui ormai il discrimine si situa tra chi con mal di pancia più o meno forti finisce comunque per assoggettarci alle compatibilità economiche dettate dalla Unione Europea, e quindi asseconda il disegno neoliberista che c'ha portato a questo stato di crisi economica sempre più profonda, e chi invece lo rifiuta e invoca il rispetto della nostra costituzione e la difesa inflessibile della nostra sovranità nazionale?..

Certo, il PD si è dilaniato su questioni di potere personale, ma questi scontri tra fazioni contrapposte si è sovrapposto occultandolo, al dissidio di fondo basato sulle questioni economiche che descrivevo. La scelta del PD di aderire all'appello in ginocchio a Napolitano ad accettare un nuovo mandato, già sostenuto da PDL, Lega e Scelta Civica, ha la capacità di dissolvere questi personalismi così deleteri, e nello stesso tempo ricostituire un'alleanza maggioritaria che persegui la dissoluzione finale del tessuto produttivo italiano consegnando i tesori del nostro paese ai grandi capitalisti internazionali e generando un futuro di miseria da cui non è oggi prevedibile dire quando e come ne usciremo. 
Il paradosso di tutto questo è che proprio chi come Napolitano è stato il massimo artefice non solo di questa suicida politica economica di ispirazione europea ed USA, ma anche della mortificazione della politica con l'insediamento di Monti a premier e con la distruzione di ciò che restava del PD, viene oggi invocato a salvare la situazione, come chiamare il piromane a spegnere l'incendio che ha appena appiccato.
Il secondo paradosso che voglio sottolineare è che proprio Vendola che peraltro giustamente lamenta di essere rimasto vittima dei problemi altrui, è nello stesso tempo il principale responsabile della debolezza della linea antiliberista quando invece di abbandonare Di Pietro alla sua sorte, e con Di Pietro  di tutto un fronte alternativo al partito trasversale europeo, per aderire a un abbraccio mortale con Bersani, avrebbe invece dovuto porsi proprio a capo di una vasta e composita coalizione che avrebbe potuto perfino superare il PD in numero di consensi. 
Ciò che mi colpisce in Italia è la tendenza generalizzata a non farsi carico delle proprie responsabilità, tutti vogliono apparire come spettatori o addirittura vittime di fatti che in realtà conseguono da loro scelte specifiche e personali. Napolitano nel discorso di fine anno sembrava un marziano appena sbarcato sulla terra dalla sua astronave che poteva solo constatare lo stato così grave della nostra economia, e così oggi Vendola non accenna neanche di striscio a uno straccio di autocritica. I politici in fondo finiscono per imitare i giornalisti che pur facendo politica in prima persona attraverso la loro professione, pretendono di essere dei puri osservatori, mai coinvolti di persona nello sviluppo degli eventi.
La verità è che fino alle vergognose vicende di queste elezioni presidenziali, e chissà ancora quanto a lungo, due sono gli eventi che hanno determinato più fortemente l'attuale presente politico, l'una l'insediamento di Monti da parte di napolitano attraverso un piano articolato e deliberato, e l'altro la scelta di vendola di allearsi con il PD alle recenti elezioni, penso perfino che gli storici di domani dovranno fare riferimento a queste due scelte sciagurate. 
Ora, ci troviamo a dovere ripartire da una situazione quasi disperata, dovendo fare affidamento su un movimento per certi aspetti impresentabile come il M5S, avendo distrutto quanto ancora rimaneva di uno schieramento alternativo dopo aver prosciugato l'area elettorale di RC, dopo avere coinvolto nel disastro SEL, e dopo avere isolato le frange alternative presenti anche nel PD. 
Tuttavia, non rimane che partire da questo, ammettere francamente che il quadro politico italiano, più per la sua debolezza che per un'ispirazione coerente, non da' più alcuna garanzia democratica, messosi al servizio del sistema bancario globale, non può rispettare neanche i formalismi che pure la costituziuone e la democrazia imporrebbero, ormai considerati come un lusso che non ci possiamo più permettere, è insomma il tempo della resistenza, anche se so bene che la gente non l'ha ancora percepito distintamente.

Nessun commento:

Posta un commento