giovedì 5 luglio 2012

DA POLITICANTI A ZOMBIE, MA SEMPRE DANNOSI

Ricordo di averla già usata questa parola, ma a costo di essere ripetitivo, non posso che perseverare anche in questo post, gli attuali parlamentari mi sembrano degli zombie, in quanto come questi hanno smesso di svolgere il loro ruolo istituzionale in omaggio a un presunto stato emergenziale, ma comunque continuano ad essere in qualche modo attivi, determinando con i loro atti una influenza sulla nostra società.
Ieri, è stata la volta del PDL, il partito degli zombie per antonomasia. Consideriamo un attimo le cose con un minimo di obiettività. La prima cosa che salta agli occhi è il grosso insuccesso elettorale alle recenti consultazioni amministrative. Non dovrei essere lontano dal vero parlando di una consistenza elettorale dell’ordine di un terzo rispetto alle precedenti politiche. Ora, io vorrei capire cosa passa nella testa di costoro. Pensano che l’insuccesso sia un episodio isolato e che potranno presto tornare ai passati splendori?...
Se lo pensano sono del tutto matti, il PDL è interamente una creatura di Berlusconi, e la sua caduta rovinosa sancita dalle elezioni dell’anno passato segna la fine irreversibile della sua carriera politica. Per chi l’avesse dimenticato, tra la prima fase delle elezioni del comune di Milano e il successivo ballottaggio, constatando quanto la Moratti fosse indietro nei suffraggi fin lì ottenuti, Berlusconi decise di prendere in mano personalmente le redini della competizione, determinando così una completa disfatta della candidata da lui sostenuta. Questo risultato non può essere considerato un singolo episodio che può essere messo da parte, per la città coinvolta e per la dimensione della disfatta, segna invece la fine di un (misterioso, ma pure reale) idillio tra lui e una parte consistente di elettorato. Per la natura del legame tra Berlusconi ed i suoi elettori, così tanto dovuto a un suo personale fascino, la sua sconfitta non appare rimarginabile perché questi tipi di legame una volta spezzatisi, sono estremamente difficili da ricostruire. 
Logica vorrebbe che i parlamentari PDL scappassero il più lontano possibile dal loro leader, magari accogliendo il palese invito di Casini a riunirsi in questa nuova aggregazione, la cui leadershiop potrebbe essere messa in discussione magari più avanti. 
Oggi, si affaccia una nuova ipotesi politica, che cioè gli stessi partiti che stanno appoggiando il governo Monti, pensino di continuare a farlo nella prossima legislatura, ma evitando di farlo sapere ai loro elettori, aspettando quindi che il nuovo parlamento si costituisca formalmente per procedere su questa strada. Il PDL perderebbe così dei pezzi lungo questo percorso perchè non tutti sarebbero disponibili a questa strategia, ma questo sarebbe un prezzo che i rimanenti parlamentari PDL sarebbero disposti a pagare. 
Francamente, dirò che non credo a una simile ipotesi che pure avrebbe una sua logica, quella in sostanza di difendere quel che rimarrebbe dell'attuale ceto politico in presenza dei vari Grillo e in genere del profondo discredito che gli elettori manifestano ormai apertamente verso tali individui. 
Ci sono però troppi elementi che la rendono poco verosimile. Il primo è che tutto il peso di tale operazione ricadrebbe sul PDL e in parte sullo stesso bersani che dovrebbe rinunciare al premierato a favore di Monti. Perchè mai l'ala più centrista del PDL dovrebbe rinunciare a convergere con Casini sin da prima delle elezioni e sperare così di risultare vincitore, a favore dell'alternativa di perdere in ogni caso, come risulterebbe dall'ipotesi prospettata? 
Inoltre, si tratterebbe di un vero e proprio accordo segreto, il che presupporrebbe una sostanziale comunanza di intenti nei tre partiti (PD, PDL E UDC) coinvolti, cosa che non mi pare di poitere constatare come dimostrato ancora oggi dalla vicenda RAI, ma anche dalla questione della riforma delle regole elettorali che non mi pare abbia ancora trovato lo spazio di consenso per essere approvata, malgrado tutte le sollecitazioni provenienti da Napolitano. 
Infine, devo aggiungere che non credo che simili figuri siano in grado di capire quanto siano divenuti impopolari per il loro elettorato di riferimento, e la strategia che qualcuno attribuisce loro avrebbe una sua dignità che non è possibile ascrivere a questa classe politica anche sulla base dal complesso del loro operato. 
La mia personale convinzione è che al contrario essi non siano in grado di rendersi conto della bassa considerazione di cui godono e si preparino al prossimo appuntamento elettorale seguendo le vie consuete, pensando ancora nella logica bipolare PD - PDL. 
Berlusconi ha di fatto creato il sistema bipolare, così che in qualche misura egli è uno dei cofondatori anche del PD, almeno nel senso di avere stimolato la convergenza tra Margherita e DS la cui fusione ha portayto alla formazione del PD. L'errore dei politicanti è quello di non capire che, finito Berlusconi, finisce il bipolarismo e finiscono anche PD e PDL, tutto si deve necessariamente rivoluzionare, e a tanto essi non sono pronti. Se guardiamo alle ultime settimane e fino a ieri, sono troppi gli atti che mostrano come costoro si ritengano tuttora nella condizione di prendere decisioni del tutto impopolari impunemente. Dicevo in un precedente post del salvataggio di De Gregorio e della lottizzazione delle autority, ma la vicenda RAI va ben oltre. Qui, non solo si è puntato sull'ennesima lottizzazione, ma data la riluttanza di uno dei membri della coimmissione di vigilanza, Schifani non ha esitato a sostituirlo, abusando in maniera palese dei suoi poteri. Qui, è inutile invocare un rispetto formale che non sono in grado di escludere, qui è la sostanza dell'atto che non può essere accettata, una mossa davvero sorprendente da parte di Schifani che pure mai si era spinto a tanto, apparentemente attento a preservare la terzietà che la sua figura istituzionale dovrebbe comportare. 
Sono questi atti che mi spingono a dire che questi sono degli zombie, dei morti viventi, nella gran parte destinati a terminare presto la loro carriera politica, ma comunque in grado di fare danni imponendoci ancora i loro interessi di casta e di fazione.
Così, sarò rimasto forse l'uiltimo a non credere tuttora che Casini si allei con Bersani, credo piuttosto che alla fine gente come >Frattini o forse lo stesso Alfano vorranno separarsi dalla Santanchè eagli ex-AN, finendop nella stessa lista di Casini, ma qui bisogna comunque considerare l'incognita riguardante òla legge elettorale.
Devo purtroppo constatare che lo stesso Vendola è rimasto invischiato in questa vecchia politica, non avendo ancora avuto il coraggio per scegliere di dare luogo alla formazione di un'alleanza di sinistra, tuttora affezionato alla strategia lungamente praticata di occupazione del PD da sinistra. Anche Vendola insomnma, crede ancora alla centralità del PD, in caso contrario non starebbe a corteggiarlo, a porre condizioni che si sa già che il PD non può onorare pena non essere più il PD. Capisse Vendola che può perfino sorpassare il PD!

5 commenti:

  1. O sono zombi e fingono di non saperlo.
    O sanno quanto disprezzo li circonda e fingono di non saperlo.
    O sono politicanti sopraffini e ci credono pure.
    Mai come in questo periodo siamo stati in mano a un branco di incapaci e inetti, che per giustificare la loro posizione rimestano nel fondo alla ricerca di un qualcosa che li salvi. E in quel fondo ormai c'è solo più fanghiglia. Lo sanno tutti i sub, più rischiosa delle fucilate.

    RispondiElimina
  2. Puoi tu spiegarmi perchè Vendola vuole a tutti i costi rimanere ancorato a Di Pietro? Per me è un mistero, perchè Vendola e Di Pietro hanno un background ideologico ben diverso! Pertanto come te penso che Vendola stia perdendo una grande occasione e ritengo che se mollasse il PD e Di Pietro potrebbe avere successo quanto e più di Grillo!

    RispondiElimina
  3. @gattonero
    Secondo me, in definitiva sono prigionieri del loro mondo autoreferenziale, sono ciechi rispetto a tutto ciò che sta al di fuori del loror ristretto ambiente, incapaci di misurare la gravità della situazione, sia dal punto di vista dello scollamento eletti/elettorato che da quello economico e delle ripercussioni che sta producendo nel modo di vita della gente comune.
    Tuttora titolari di privilegi ad altri non concessi, circondati dall'ossequio interessato delle clientele, non hanno capito che la ricreazione è finita, e credo sia impossibile farglielo capire: è questo che li rende così pericolosi.

    RispondiElimina
  4. @Ornella
    Il punto fondamentale non è comuqnue l'IDV di DiPietro, qui la scelta che Vendola non può più tirare per le lunghe è se stare col PD o stare da un'altra parte.
    Se però scelgiesse di stare da un'altra parte, sarebbe assurdo che facesse tanto il difficile con chi dichiara di volere stare con lui, e quindi sarebbe anche assurdo staccarsi unilateralmente e senza motivo palese da Di Pietro.
    La mia opinione è che un'area anche fosse solo di protesta a sinistra potrebbe attirare su di sè una parte considerevole dei voti di Grillo, costringendo questi, come dicevo in un precedente post, sulla destra, Grillo insomma che sottrae voti a PDL e Lega, mentre la coalizione attorno a Vendola potrebbe puntare a suffraggi prima tributati al PD: se Vendola sta col PD, quei voti vanno a Grillo, aggiungendosi a quelli in fuga dai partiti della vecchia maggioranza di centro-destra. In questa situazione, sarebbe proprio Di Pietro a potersi trovare a disagio, in evidente minoranza all'interno di quest'area marcatamente caratterizzata di sinistra, e non vedo che problemi potrebbe dare a Vendola ed agli altri partiti di sinistra.
    Fa re infine l'alleanza col PD escludendo Di Pietro, sarebbe la via maestra per essere del tutto ininfluente, facendo gravare su di sè lr colpe del PD, sarebbe per gli elettori indistinguibile da bersani e company, una vera e masochistica debacle.

    RispondiElimina
  5. Sì, ma così Vendola non è né carne né pesce!

    RispondiElimina