domenica 9 ottobre 2011

A PROPOSITO DI STEVE JOBS

Se dovessimo definire succintamente in cosa si è sostanziato il progresso tecnologico alla fine del secolo scorso, credo che dovremmo mtutti pacificamente convenbire che è il portnetoso sviuluppo dell'elettronica che ha fatto da protagonista cambiandoci la vita.
Quando a livello sociologico si indaga l'influenza della tecnologia sui modi di vita, si finisce inevitabilmente per parlare dei prodotti tecnologici finiti, quelli che ciascuno di noi può acquistare nel negozio giusto, ma in verità sarebbe utile risalire lungo la catena della produzione per individuare la causa che possiamo definire propriamente tecnologica.
Ecco, noi vediamo computer, navigatori satellitari, telefoni cellulari, ma tutti questi prodotti non potrebbero esistere senza il progresso tecnologico dell'elettronica.
E' una lunga stagione che parte dai famosi transistor giapponesi, già diffusi alla fine degli anni cinquanta. E' l'inaugurazione dell'uso dei semiconduttori che doveva rivelarsi così prolifica, permettendo la miniaturizzazione spinta di ogetti già esistenti e la realizzazione di oggetti del tutto nuovi. Essa è dovuta al parallelo pèrogresso nella realizzazione di nuovi materiali e nelle metodologie produttive.
Ancora alla fine degli anni settanta, i computer erano come dei pachidermi, lenti e soprattutto estremamente ingombranti, i famosi o famigerati computer cablati.
L'introduzione in campo informatico di semiconduttori appositamente progettati rivoluzionò il campo, permettendo di ridurre costi, ingombri e contemporaneamente aumentarne le prestazioni. Ciò è avvenuto ad ogni livello informatico, ma non v'è dubbio che ciò che ha più influenzato la nostra vita è il personal computer, il PC, un oggetto divenuto improvvisamente abbastanza esperto, piccolo ed economico da diffondersi prima nei laboratori di ricerca, e di seguito negli uffici e infine nelle nostre case.
Nel campo del PC, si osservò presto ad una divaricazione tra sistemi basati sull'MS-DOS e sui prodotti Apple, che predicavano un approccio più esplicitamente friendly.
MS-DOS significava minimo di automatismi, se volevi far fare qualcosa al PC, dovevi chiederglielo esplicitamente, continuandio la tradizione dei grossi computer, evidentemente orientati a un pubblico esperto.
La filosofia Apple, pienamente esplicata al lancio del Mac Intosh, era opposta, rendere cioè il PC un oggetto che anche un idiota fosse in grado di utilizzare.
Finchè il PC rimase un oggetto principalmente utilizzato per scopi calcolistici, legati all'ambiente delle scienze sperimentali ed in parte per scopi di contabilità, le conoscenze richieste dal MSDOS non costituirono un ostacolo, essendo che il prodotto era rivolto essenzialmente ad un pubblico competente.
La messa a punto di giochini e soprattutto lo sviluppo tempestoso della telematica legata alla rete globale, aprirono decisamente il mercato a ben altre utenze, differenti per competenza e soprattutto per numero.
Apple era pronto a soddisfare questa nuova utenza avendo già sviluppato il proprio sistema operastivo basato sulle icone, quindi con la sostituzione dei lunghi comandi da digitare carattere per carattere con il click su un'immagine sullo schermo.
Così, i concorrenti dovettero sviluppare la famiglia dei sistemi operativi Windows, che nella sostanza copia l'approccio istintivo ed immediato della Apple.
Insomma, come tutti sanno, il PC è fatto di hardware e software, e non è possibile separare nettamente l'effetto di ciascuno di questi fattori sull'evoluzione del settore informatico.
In fondo, con la messa a punto del sistema operativo del Mac, Steve Jobs ha dato il suo contributo filosofico al settore, tutto centrato nel rendere il PC un oggetto accessibile al maggior numero possibile di utenti, sfruttando appunto un approccio per immagini.
I prodotti più recentemente sviluppati non fanno che generalizzare questa filosofia, estendondola a differenti applicazioni, dalla telefonia mobile, al libro elettronico.
Fu un innovatore? Dipende da cosa intenda con questo termine. Il vero innovatore è lo scienzato che scopre magari soltanto una relaziopne matematica tra due differenti grandezze, e ciò indipendentemente dall'applicabilità più o meno remota della sua scoperta, ma certamente in ogni campo dell'attività umana si può esercitare innovazione. Pensiamo ad esempio alla politica, all'economia, ma anche alla letteratura, all'arte in generale.
Da questo punto di vista Jobs è un innovatore, un innovatore di prodotto, ma di prodotti innovativi siamo sommersi senza che si ne conosca neanche il nome di chi li ha introdotti. Potremmo infine chiamarlo un geniale venditore, evitando di utilizzare le espressioni esagerate, con una fortuna incomprensibile del termine visionario, tra l'altro denso anche di connotazioni negative.
Ed infine, siamo certi che innovare sia un bene, che quest'uso così generalizzato del PC sia un bene indiscusso ed indiscutibile? Ma qui mi fermo, il discorso diventa troppo co
mplesso.

6 commenti:

  1. Ricordo ancora l'MSDOS, e tutti i corsi di aggiornamento che ci propinavano a scuola, era un'angoscia unica. Poi finalmente arrivò la liberazione. Sugli ultimi ritrovati da portare in tasca mi sembrano degli eccessi un po' dannosi, quando si va in giro occorre guardare ciò che ci circonda.
    saluti

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  2. non sono una patita del mac ma ho un iphone, contradditoria come sempre, però devo dire che il personaggio era geniale e il suo discorso agli studenti di Stanford mi ha commosso anche se non credo sia piaciuto molto al rettore, non è che incitasse proprio allo studio.
    Io trovo questo uso generalizzato del pc utilissimo, sarà perchè ho cominciato a lavorare con i primi negli anni '80, sarà che oggi il pc e le sue applicazioni mi sono utilissimi per comunicare ed aggiornarmi, santo subito l'inventore di questo macchinario.

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  3. @Zaffuto
    Diciamo che gli automatismi hanno aspetti positivi e negativi, almeno per un utente minimamente esperto che potrebbe comunque utilizzate il computer.
    Potrei, tra gli effetti negativi, elencare le richieste incessanti di compiere operazioni non richieste, aggiornamenti, scelte specifiche o il tempo non trascurabile che decorre tra il momento dell'accensione e della possibilità effettiva di utilizzo del PC. O anche le correzioni automatiche, spesso erronee, nel programma di videoscrittura.

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  4. @Zefirina
    Resistere alla tecnologia è quasi impossibile, eppure dovremmo trovare il modo di controllarla: è forse la sfida maggiore che l'umanità si trova di fronte.

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  5. Jobs è innovatore per la tecnologia alla stregua di Berlusconi per la televisione italiana. D'altronde entrambi non hanno inventato niente. Jobs, ad esempio, per realizzare il macintosh è stato ispirtado da Xerox Star. Almeno Berlusconi non si permette di foraggiare i giornali del mondo al fine di passare per il nuovo Gandhi, in fondo mi sembra più coerente.

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  6. Questo blog è mente che soffia. Devo ammettere che in un primo momento ho pensato che non avevo nulla di interessante da offrire, ma dopo aver letto alcuni post la mia opinione è cambiata radicalmente.

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