venerdì 23 settembre 2011

L'IDEOLOGIA DELLA PROSTITUZIONE

Accennavo in un precedente post all’intervista a Terry De Nicolò, una delle tristi protagoniste di questa stagione politico-scandalistica.

Con la presa di posizione esplicita a favore della prostituzione, quasi esaltata nel suo delirante discorso, ella, forse inconsapevolmente, suscita un rinnovato dibattito sull’argomento nel campo opposto al suo, quello della sinistra, o di ciò che di questa rimane.

Sono posizioni che si sono confrontate anche in occasione delle manifestazioni con la parola d’ordine “Se non ora quando”, e le organizzatrici si sono trovate nella scomoda situazione di trovare un difficile equilibrio.

Bisognava combattere una battaglia ideologica contro la riduzione della donna ad oggetto sessuale, ma nello stesso tempo bisognava evitare la colpevolizzazione della prostituzione in sé, il garantire la scelta individuale di ogni persona di adire a questa scelta, di vendere le proprie prestazioni sessuali.

Ora, partiamo dal fatto che nessuno vuole mettere in discussione che la prostituzione non costituisca reato, è scontato che ognuno venda ciò che crede di sé, fa parte dell’arco delle sue personali scelte legalmente lecite.

Quindi, almeno sulla non punibilità della prostituzione, siamo tutti d’accordo.

Dopodiché, ci si torna a dividere.

Ci sono coloro che, soprattutto tra i più giovani, ritengono che la prostituzione sia una scelta non solo contemplabile, ma in alcuni casi anche opportuna. Perché, argomentano costoro, fare la commessa precaria per poche centinaia di euro mensili, quando questa stessa cifra può essere ottenuta magari con una o due prestazioni sessuali settimanali? (Scusate l’approssimazione, non sono esperto in materia…). In fondo, vendi sempre il tuo tempo, sia in un caso che nell’altro, almeno fatichi meno.

Questa è una posizione che proprio non capisco, cioè la capisco, ma non vedo come, una volta accettata la contemplabilità del prostituirsi, si possa poi criticare le olgettine ed anche il circolo dei festini di Arcore e lo stesso Berlusconi. Se siamo indifferenti rispetto a una scelta tra un duro e misero lavoro, gli unici che oggi un giovane possa minimamente sperare di ottenere, e il prostituirsi, allora sembra abbastanza logico che si punti in alto, che si voglia partecipare a questi festini per beccare cifre che passano dal centinaio magari a svariate migliaia di euro. E se quindi chi va ad Arcore è solo più furba di chi esercita per strada, alla fine dovremo convenire che Berlusconi è, com’egli si ostina a dire, un benefattore: senza Berlusconi, niente olgettine, e niente arricchimenti rapidi per le giovinette.

Ci sono poi coloro che aborriscono la prostituzione, ma sono molto attenti a distinguere il fenomeno in sé, dagli specifici casi personali: insomma, colpiamo la prostituzione, ma non le prostitute. Nel caso degli scandali di Arcore, hanno ad esempio difeso le olgettine.

E’ certo una posizione rispettabile, mi chiedo solo se non sia troppo acrobatica. Insomma, critico il fenomeno in sé, ma non il suo farsi caso concreto: sarà allora la critica credibile? L’intervista alla De Nicolò poi, nel suo rivendicare una sua ideologia coerente ed implacabile della prostituzione, rende ancora più precario l’equilibrio richiesto da questa specifica posizione.

E’ un crescendo, a mio parere tendenzialmente inarrestabile. Prima, le varie Carfagna entrano, mediante una legge elettorale ignobile fortemente difesa anche a sinistra, in parlamento, alcune di loro diventano anche ministri, e la tattica è quella di tacere sui trascorsi, non si nega ma si glissa.

Ora, con la Terry, si rivendica con orgoglio la propria scelta. Poco importa qui quanto questa tizia reciti sotto dettatura o se ne sia realmente convinta, il problema sta nel fatto stesso di dire, di rendere quindi una certa presa di posizione possibile, una possibilità tra altre.

In una nazione fortemente colpita sia economicamente che moralmente da quasi ventanni di berlusconismo, la confusione regna sovrana, e il degrado rischia di diventare inarrestabile, soprattutto tra i più giovani, così colpiti da una crisi che impedisce loro di accedere a privilegi che sono stati disponibili per i loro genitori.

Credo quindi che avere una posizione chiara e comprensibile, non dico certo condivisibile, a tutti, sia prima di tutto doveroso, e pazienza se si dovrà “fare delle vittime”, coinvolgere cioè persone fisiche concrete nella polemica. Non ho certo un piacere particolare a coinvolgere questa o quella olgettina in polemiche, ma mi sembra assolutamente necessario per invertire una rotta di degrado che rischia di risolversi alla fine in una tragedia forse anche violenta: meglio fermare questo processo prima possibile, perché il suo prolungarsi può solo rendere la situazione sempre più grave.

Mi pare in ogni caso importante collegare il problema della prostituzione al tema ben più generale della mercificazione a cui assistiamo in questa società. Così inquadrata, la crociata antiprostituzione diventa una battaglia politica di significato più generale, non un’ondata di bieco moralismo, ma una battaglia ideologica centrata sul rapporto tra umanità e denaro.

11 commenti:

  1. Sostanzialmente la differenza è nel prezzo: 50 euro per la strada (non va bene ai "moralisti"); 50.000 euro in appartamento (tollerabile per i "moralisti"). Ma dietro la prostituzione a 50 euro ci sta spesso la disperazione della miseria e la disperazione di una vita sessuale affranta. Dietro quella a 50.000 (o con posto in carriera) ci sta l'ambizione di affermarsi. Una battaglia non facile; concordo che per evitare il solito "moralismo" va ricondotta alla dignità di un lavoro e ai necessari mezzi per vivere.

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  2. Argomento piuttosto scivoloso, quello scelto. Per quanto riguarda il cavaliere, però, lo scandalo non è in ciò che fa o nei suoi gusti erotici (francamente tristi).
    Ciò che scandalizza nel suo caso è: é accettabile che chi si prostituisce per il piacere del sovrano venga ricompensato con un posto pubblico? Cioè, perché mai i cittadini devono mantenere le sue favorite?
    E' accettabile che chi si proclama in pubblico strenuo difensore dei valori della famiglia secondo la concezione cristiana della chiesa, poi tenga in privato un comportamento da anti-cristo?
    Che la prostituta De Nicolò si vanti di aver fatto il suo lavoro, non mi interessa.
    Che ne parli come di un qualcosa che fa curriculum, è un suo problema.
    A me non sta bene che possa affermarsi il concetto che la bellezza è fonte di diritti, come invece sostiene la signora.
    Mi pare una persona estremamente vuota, che cerca di affermare l'unica dote che ritiene di avere: bella (?), tronfia, ma di una vuotezza disperante.

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  3. Resto convinto che le parole e gli esempi servano a nulla, se non si è disposti ad ascoltare o a vederli, in pratica si impara solo dalle proprie esperienze. Per cui queste sono battaglie perse in partenza, nel senso che se una ha l'animo della troia ci sono mille modi per poterla esprimere. Lo stesso discorso vale per chi ha l'animo dello schiavo: hai voglia a parlargli di libertà, non cercano altro che un padrone. C'è però a mio avviso più dignità ad esser troie che schiavi, per quanto in questa epoca le due cose vanno molto a braccetto (esiste anche una prostituzione morale, e molti politici attuali ne sono campioni).
    Più nello specifico ritengo che se non altro la tizia in questione su alcune cose non è stata ipocrita, per cui rispetto più lei di tante altre. Che poi la sua visione del mondo sia agli antipodi rispetto alla mia è un altro paio di maniche.
    A pensarci però noi paghiamo profumatamente altre capacità umane (chiamiamole così) legate alla bellezza, all'idea di questa, o a capacità innate (attori, o calciatori, o artisti in genere), senza che si gridi allo scandalo. Io penso che se una pensa di essere bella (discutibile, essendo cosa soggettiva), e brava a far la troia, dovrebbe farlo liberamente con tanto di partita iva e rilascio fattura, e anzi punibile se lavora in nero: in fondo che male c'è? Meglio per uno che non rimedia andare a pice che a stuprar la gente, no? Ne guadagnerebbe anche il fisco! Ma già, siamo in Vaticalia, difficile che avvenga.
    Riguardo al rapporto tra umanità e denaro è assodato per me che più aumenta il secondo più diminuisce il primo. Hai visto mai che andare in fallimento può invertire la tendenza?

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  4. Sono "essa"...
    Ma c'è nessuno che rammenti che la prostituzione è un reato? La Cassazione ha recentemente chiarito che lo è anche quella online! E ancora: non c'è nessuno che rammenti che esiste una norma - nel nostro Codice Penale - che punisce l'apologia di reato (art. 414 C.P. comma 3)?
    E se non è apologia della prostituzione, l'intervista di Terry De Nicolò, che altro è?

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  5. @Zaffuto
    Certo, c'è prostituzione e prostituzione, ma rimane comunque da stabilire se una società può accettare che rapporti umani basilari come quelli che coinvolgono la sfera erotica, possano essere considerati come una forma di attività economica come qualsiasi altra.

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  6. @BC
    Non dico che i distinguo che tu fai siano senza fondamento. Mi chiedo però se possiamo permetterceli, se non è più comprensibile per tutti lottare con la tendenza ad esprimere tutto in euro.

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  7. @Rouge
    Anche accoltellare un'altra persona perchè ha un'opinione differente dalla propria non è ipocrita, ma sarà anche raccomandabile?
    Io non ce l'ho così tanto con una certa dose di ipocrisia, penso che ci siano cose molto peggiori dell'ipocrisia. E' la dose di ipocrisia insita nella stessa scelta di vivere in società che dobbiamo accettare, anzi considerare positivamente. Soltanto in un amvbito più intimo è possibile togliere l'ipocrisia (e dubito anche di questo).
    No, non sono d'accordo, questa Terry è il peggio del peggio.
    Poi sai, se uno non riesce a trovare partners, penso che si masturba, non credo che lo stupro possa costituire l'alternativa a un rapporto erotico.

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  8. @BCessa
    Mah, non credo che la prostituzione sia un reato, mi meraviglierebbe tanto di scoprirlo adesso. Non sono in grado di citare le norme, ma ne sono abbastanza certo.
    Vengono punite tutte le intermediazioni, come tu dici anche se si svolgono sul web, ma il fatto in sè di fare sesso a pagamento è del tutto lecito, e come dice Rouge sarebbe bene che si pagassero le tasse su questa lucrosa attività: forse può funzionare da disincentivo :-D

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  9. Accoltellare un'altra persona perchè ha una opinione differente non c'entra nulla con l'ipocrisia, è solo un atto violento con l'aggravante delle futilità.
    Impegnarsi per combattere la prostituzione, e poi esercitarla (in altro modo) o usufruirne, è invece ipocrita. Ci sono cose peggiori? Certamente, ma tutto è relativo e credo non abbia affatto una valenza positiva: se uno mente, sia pure a fin di bene (tutto da vedere), comunque mente. Con questa logica allora vanno accettate tutta una marea di menzogne, piccole e grandi (anche perché chi stabilisce se è piccola o grande?). Personalmente rispetto di più chi ha il coraggio delle proprie opinioni, quali che siano, che chi parla in un modo e pensa e agisce in un altro.
    Poi, ovviamente lo stupro non costituisce l'alternativa alla mancanza di un rapporto erotico (mica ho detto questo): ne è la conseguenza, e neanche tanto estrema.

    @ Bastian: In Italia costituisce reato lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, non il prostituirsi.

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  10. Beh, Rouge, si potrebbero fare tantissimi esempi in cui si mostra che il rispetto degli altri richiede una certa dose di ipocrisia. Insisto su questo punto perchè vedo che nelle generazioni più giovani prevale questa mentalità della sincerità a qualunque costo. La mia tesi è che esternare la verità sia un lusso che generalmente in una società minimamente civile non ci possiamo permettere. Dobbiamo scegliere tra una dose piccola per quanto possibile di ipocrisia e la violazione ad esempio del principio della pari dignità umana (difatti, le persone per chiunque di noi non sono affatto equivalenti).
    Ora un esempio: wentro in una stanza in cui si trovano diciamo otto persone. Di queste, una mi fa apertamente antipatia, o anche ho motivi fondati per non stimarla.
    Io da ipocrita, saluto tutti, cioè rivolgo a tutti i presenti, anche a chi non mi piace l'augurio di trascorrere una buona giornata.
    Chi invece non è ipocrita, saluta solo chi gli va a genio, ma così non riconosce la dignità che gli spetta a quella persona supposta antipatica.
    Mi chiedo cosa sia preferibile, io non ho dubbi a scegliere il male minore di augurare una buona giornata a qualcuno, di cui non m'importa proprio nulla, piuttosto che discrimìinarlo in modo palese, guadagnandone certo in sincerità.
    Ora, se la Terry si limitava a darla a pagamento senza esternare, penso che avrebbe fatto meno danno di quel che ha fatto e di cui apparentemente tu ti compiaci.

    Anche sullo stupro, posso testimoniare per esperienza personale che ho trascorso periodi anche relativamente lunghi senza avere una ragazza, e certo era un disagio per me questa astinenza, ma mai e poi mai ho sentito l'impulso di stuprare donne per strada, questa non mi è mai apparsa come un'alternativa, non capisco come si possa agitarla come una possibile conseguenza dell'astinenza sessuale.
    L'attività sessuale ha questo di specifico, che difficilmente ci si può contentare, che la natura stessa del desiderio non è modificabile a piacere dal soggetto che desidera, ne siamo in qualche misura succubi.
    Sono per questo convinto che lo stupro sia una forma di perversione che colpisce specificamente certe persone, non come una possibilità di ottenere prestazioni sessuali: non sento nessuna tentazione a imporre atti sessuali a una donna, il piacere sta proprio nel sentirla consenziente, anzi partecipe, senza questo la masturbazione è assolutamente preferibile.

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  11. @Bastian Cumtrari
    La prostituzione non è reato. E' reato lo sfruttamento di essa da parte di terzi: infatti i processi vengono fatti contro i "papponi" e non contro le prostitute.

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