venerdì 5 febbraio 2016

NON DIMENTICHIAMOLO, IL REFERENDUM E' SULLA COSTITUZIONE

Leggo oggi un articolo di una persona che stimo per la chiarezza, ma anche per la sostanza delle cose che scrive, che tuttavia, affrontando il tema del referendum, dice cose esattamente opposte a quelle che io penso. 
Per chi non avesse tempo o voglia di leggere l'intero articolo linkato, tento brevemente di riassumerlo qui...

In sostanza, Mazzei sostiene che il referendum andrebbe portato sul terreno che già è stato scelto dall'avversario, come un referendum su Renzi. Dirò subito che trovo la motivazione particolarmente gretta, molto legata a un tatticismo esasperato così tanto da perdere il senso stesso della motivazione che vorrebbe supportare. In sostanza, Mazzei sostiene che, siccome Renzi non raccoglie la maggioranza dei consensi, ma anzi si ritrova in netta minoranza, se il referendum verte su Renzi, allora lo vinceremo. 

Questa sarebbe la motivazione tecnica, che tuttavia stranamente ignora totalmente il fatto che i sondaggi elettorali danno un'astensione a livelli altissimi. Insomma, chi è favorevole, è ben più motivato di chi è contrario, che generalmente preferisce astenersi. Diciamo che l'intera storia dei risultati elettorali da molto tempo a questa parte è proprio condizionata dai dati dell'astensione. Per qualcuno che disprezza Renzi, ma non ha nel contempo opinioni politiche così ferme e distinte, andare a votare solo per sfiduciare Renzi è inaccettabile. 
La mia conclusione è che questo è il modo tecnicamente migliore per perderlo il referendum. 

Al di là dell'aspetto meramente tecnico, rimane un problema politico ben più importante. 
Anche Mazzei sembra sottovalutare la velocità dei cambiamenti che si stanno verificando in ambito internazionale. Egli sostiene che esiste solo una partita politica che pertanto riassumerebbe in sè la pluralità delle questioni, ed è che liberandoci di Renzi, ci liberiamo dell'Europa e del piano criminale portato avanti dagli eurocrati e da tutto il circo europeo ancher a livello delle varie nazioni. 
Io penso esattamente il contrario, se la questione è renzi sì o renzi no, noi depotenziamo il referendum, e così il giorno dopo di un'ipotetica vittoria del no, se anche renzi fosse di parola e si mettesse da parte, ci sarebbe subito qualcuno che lo potrebbe sostituire. 

La mia opinione è che al contrario bisognerebbe tornare alla lettera del referendum, concentrandolo proprio sulla difesa della costituzione uscita dalla resistenza, sottolineando la scarsa coerenza, il carattere improvvisato, la chiara volontà di ridimensionare il livello di democrazia a favore di una presunta efficienza. 

Da questo punto di vista, non sono neanche d'accordo nel coinvolgere la nuova legge elettorale in questa discussione, è estremamente importante entrare pienamente nel merito della revisione sottoposta a referendum. 

C'è un motivo fondamentale per cui bisogna entrare nel merito della costituzione, ed è proprio per svincolarci dall'attualità politica più spiccia. Tutto cambia attorno a noi, non sappiamo neanche se tra qualche mese partirà una mini-Schengen che sancirebbe la fine della unione vera e propria definendo uno spazio privilegiato, non sappiamo cosa faranno gli USA che manifestano chiaramente i disagi dovuti al processo della loro  caduta progressiva e che tra l'altro aspetta alla fine di questo anno l'esito delle nuove elezioni presidenziali. Non sappiamo cosa succederà alla Cina, se reggerà ad i tanti motivi di crisi che si manfiestano, se le banche reggeranno, se le borse reggeranno, e siamo così stolti da qualificarli in negativo solo come oppositori di Renzi. Si tratta come si capisce di una visione ristretta della politica che non coglie neanche di striscio la profondità della crisi mondiale in cui siamo piombati e quindi le incertezze profonde sull'evoluzione dei fatti nel breve e brevissimo periodo.

La difesa della costituzione non è una questione tecnica, è una questione pienamente politica, è un fronte importantissimo di resistenza, valido per ogni possibile nuova situazione che si venisse a determinare, in quanto afferma determinati principii, e quindi attraversao la costituzione, noi difendiamo alcuni principii comuni che naturalmente non hanno la pretesa di esaurire tutto l'orizzonte ideale che ciascuno di noi ha il perosnale diritto di coltivare privatamente e pubblicamente.

A questo scopo, dobbiamo studiare, avere la piena conoscenza dei quesiti referendari, essere preparati ad affrontare dibattiti pubblici, a partire naturalmente da me stesso e da alcune mie ignoranze in materia.

2 commenti:

  1. Secondo la logica di Mazzei quindi dovremmo votare NO anche se le modifiche praticate alla Costituzione fossero positive. Assurdo. Mi ricorda quel tizio che si tagliò gli attributi per fare un dispetto alla moglie.
    Sono d'accordo con te. Si perde tempo ad elaborare tattiche di ogni tipo e ci si dimentica di definire una strategia.

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  2. Per onestà, devo comunque chiarire che Mazzei sostiene che tali modifiche identificano un regime renziano, non è che non vuole entrare nel merito, c'è entrato, ed ha tratto la conclusione che si voglia configurare un regime: non è che cambino sostanzialmente le cose, ma non arriverei alla conclusione che egli sostenga che le modifiche costituzionali siano errate indipendentemente dal loro contenuto.

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