sabato 23 gennaio 2016

LA CRISI ITALIANA NELLA CRISI GLOBALE

Leggo in questi giorni tante cose intelligenti nei commenti sulla situazione politica mondiale.
Mi piace soprattutto la consapevolezza della sua complessità e la conseguente difficoltà di prevedere l'evoluzione dei fatti.
Tuttavia, mi pare che manchi quasi sempre un elemento che riguarda specificamente il ruolo dell'Italia. in questo quadro mondiale...
Non è che ci si sbagli sull'Italia. Direi anzi che la gravità della situazione interna, l'inadeguatezza evidente della classe politica, l'insieme delle carenze di classe dirigente.

C'è invece in forma evidente il solito difetto provincialistico tipico del nostro paese. Non ci facciamo mancare nessun tipo di critica a noi stessi, con uno spirito masochistico che sembra iscritto nella nostra cultura plurisecolare, ma nello stesso tempo non riusciamo a cogliere le debolezze che caratterizzano anche i più grossi, ricchi e potenti stati in tutto il mondo.
 
La crisi è globale. Dovunque volgiamo il nostro sguardo, abbiamo soltanto l'imbarazzo della scelta sui fattori di crisi da elencare.
 
In questa situazione intrinsecamente instabile, alcuni non capiscono che non è così importante stabilire una graduatoria di difficoltà. Hanno voluto un mondo globalizzato, ed adesso si trovano le conseguenze ovvie di tale globalizzazione, in primis l'immediata propagazione di un singolo fattore di crisi anche se strettamente localizzato. L'interdipendenza che è diventata la regola del mondo contemporaneo porta a questa condivisione degli eventi.
Oggi, il primo e più importante fattore di crisi è rappresentato da tanti tra quelli che vengono indicati come paesi in via di sviluppo, quelli stessi che indicati come BRICS, hanno nei momenti di maggiore depressione economica nei paesi del cosiddetto primo mondo, che oggi pagano soprattutto la riduzione generalizzata del costo delle materie prime.
Ma tali paesi hanno contratto per finanziare la crescita tumultuosa dell'ultimo quinquienno debiti che ora non sembrano in grado di onorare, con la conseguenza di trascinarsi dietro nella loro crisi i paesi creditori.
Il trascinamento avviene anche attraverso la riduzione dei consumi nel loro mercato interno che mette in crisi la possibilità degli altri paesi di esportare-
 
Ora, ciò che mi pare manchi quasi del tutto nella consapevolezza degli italiani, è quanto il nostro paese sia importante sul piano economico nell'intero scenario globale. Ciò si traduce nel fatto che ciò che succede all'economia italiana influenza l'economia globale in una percentuale elevata. 
 
In un mondo stabile, anche un macigno caduto dal costone potrebbe essere riassorbito, ma, vista la fragilità complessiva del sistema, basta davvero una pietra appena più grossa della media per provocare un disastro.
Ebbene, l'Italia ha dimensioni ben maggiori della media, se la sua economia non rappresenta un macigno, rappresenta tuttavia una pietra davvero grande.
La conseguenza di ciò che dico è che non c'è ragione per cui il nostro paese si debba piegare a diktat esteri se non il fatto che siamo rappresentati da traditori della nostra patria, cioè se veniamo traditi da chi ha (indebitamente?) titolo a rappresentarci.
I commenti che fanno raffronti con la situazione del 2011 col governo Berlusconi non è quindi pertinente.
 
In verità, la situazione dei colloqui interstatali somiglia in definitiva a un tavolo di poker, in cui ognuno bluffa minacciando di causare danni agli altri, ma sapendo bene che per danneggiare gli altri, finirà col danneggiare sè stesso. 
 
Il caso più tipico è proprio quello del mondo bancario che sembra poggi in affanno soprattutto qui da noi. La Germania tentava di distruggere il nostro sistema bancario, magari per comprarselo a prezzi di saldo, ma qualcuno ha spiegato alal Merkel che al crack bancario italiano, sarebbe seguito il crack della Deutsche bank e del sistema bancario di tutta europa e forse di tutto il mondo, proprio in base all'interdipendenza globale tanto ceelbrata da neoliberisti di ogni sorta.
Il punto fondamentale quindi si sposta dalla sorte specifica dell'Italia alla sorte complessiva del mondo, ed in pratica se e quando uno dei paesi lancerà il bluff causando il crack mondiale.
 
Che avverrà, è a mio parere inevitabile, quando avverrà non è dato sapere , credo che oggi nessuno lo sappia, seppure rimango dell'opinione che potrebbe avvenire anche a brevissimo termine, e non è detto che questa precocità sia un fatto negativo.

1 commento:

  1. Sono d'accordo. E speriamo che arrivi presto.
    Quanto all'Italia purtroppo tanti italiani si nascondono nella retorica del "siamo piccoli, non contiamo niente, non abbiamo peso" e non si rendono conto di quanto invece siamo importanti a livello globale.

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