mercoledì 4 dicembre 2013

LO SCONTRO TITANICO REHN/LETTA

Ieri il battibecco che ha occupato le prime pagine dei giornali, quello che ha visto da una parte il commissario UE Rehn e dall'altra il duo Napolitano/Letta ha assunto dei caratteri paradossali.
Da una parte il nostro presidente si mostrava orgoglioso delle politiche economiche di questi ultimi anni e dei risultati ottenuti. 
Allora, dico io, qualcuno informi il presidente (gli sarà sfuggito di certo) che abbiamo avuto continue flessioni del PIL, che nel frattempo il debito pubblico ha ripreso a crescere in modo pericolosamente veloce, ma che poi soprattutto il tasso di occupazione è crollato raggiungendo livelli così bassi da non essere stati mai visti prima, malgrado i vari tipi di cassa integrazione ne nascondano una parte molto consistente. 
Se io fossi un governante, uno qualsiasi di coloro che si sono alternati alla guida del governo o della sua politica economica, ma anche se fossi un semplice parlamentare che avessi contribuito col mio voto al raggiungimento di simili risultati, rifletterei a fondo sull'ipotesi di suicidarmi, ma il nostro presidente ne è invece orgoglioso. Pensate sia indiscreto chiedergli perchè mai si mostri così tanto orgoglioso? 
Dall'altra parte, il commissario Rehn ci dice che i risultati fin qui ottenuti sono insufficienti. 
Allora, la scena che questa diatriba mi fa venire in mente, è quella dell'ufficiale nazista Rehn che rimprovera al suo sergente Letta di avere massacrato troppo pochi ebrei. 
A questo ameno Rehn non basta che i vincoli di Maastricht abbiano condotto tanta parte dell'Europa in una depressione sicuramente più grave di quella storica del 1929, egli ci vuole direttamente tutti morti. 

Ma se li mandassimo tutti a quel paese, secondo voi, come sarebbe? Secondo me, appena il minimo di tutto ciò che dovremmo fare e farlo al più presto.

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