martedì 19 novembre 2013

PERCHE' LE REGOLE ELETTORALI HANNO PERSO IL CENTRO DELLA SCENA

La sensazione di esssere assediati nel partito trasversale di Napolitano, si fa ogni giorno più netta. 
Alcuni giorni fa ho assistito a un dibattito introdotto da Guzzetta che aveva per titolo "I sistemi elettorali". Ebbene, Guzzetta non ha parlato praticamente per nulla di tale argomento, tutta la fatica sua ma anche di chi l'aveva invitato, come anche dei costituzionalisti presenti, è stato quello di battere sul tasto delle modifiche costituzionali. 
L'insistenza e lo spirito di squadra con cui hanno argomentato a favore della revisione costituzionale sembrano indicare senza possibilità di equivoci che questo è il punto fondamentale, e nello stesso tempo che si tratta di un obiettivo il cui raggiungimento è lungi dall'essere scontato...
Di fatto, il dibattito sui sistemi elettorali ha perso quasi ogni appeal. Qui, è ormai evidente che non sarà un determinato meccanismo elettorale a garantire determinati risultati dopo il voto. 
Se noi premiamo la coalizione vincente, permettendogli così di conseguire la maggioranza dei seggi parlamentari, rischiamo poi che non sia possibile costuitire un governo perchè la coalizione si sfascia e svanisce la maggioranza che pure le elezioni avevano consacrato. 
Allora qualcuno si potrebbe inventare un sistema monopartitico, non più premio di maggioranza a una coalizione, ma direttamente al partito che ha la maggiornaza relativa dei voti. In verità, in passato questa era l'opzione che preferivo, ma devo dire che oggi la penso diversamente. Il fatto è che la sacra assenza del vincolo di mandato, senza cui tanto varrebbe che il parlamento fosse formato solo dai segretari dei partiti ognuno con la sua percentuale di voti ottenuti, permette che anche i partiti si sfascino distruggendo maggioranze apparentemente inattaccabili. 
E' inutile girarci attorno, il problema non risiede nel tipo di sistema elettorale vigente, almeno non soltanto, sta in definitiva nel basso livello della classe politica, a sua volta dovuta al trionfo del pensiero unico. 
Se un determinato partito non ha motivazioni ideologiche che lo differenzino intrinsecamente dagli altri partiti, allora l'unica divisione starà nel fatto che si appartiene a gruppi di interesse diversi. Si litiga fino allo sfinimento perchè si è identici, e l'oggetto del contendere non sta nei diversi programmi, nelle diverse opinioni, ma nel fatto che tu ed io vogliamo conseguire lo stesso obiettivo con le stesse motivazioni. Se due gruppi organizzati la pensano allo stesso modo, saranno gli interessi a dividerci, e quindi non vi può essere tregua in una contesa messa in questi termini. 
L'unico, non dico soluzione, ma lenimento a questo problema, può venire solo dall'identità stessa dei parlamentari, e per questo sono decisamente favorevole ai collegi uninominali, al fatto di conoscere esattamente chi andrai a votare. Un parlamentare eletto con questo meccanismo è stato davvero scelto dai suoi elettori, ed inoltre ha l'autorevolezza necessaria per non diventare uno strumento nelle mani del capobranco di turno. Se ciò si coniuga con una drastica riduzione nel numero di parlamentari, potremmo riuscire a migliorare di molto la qualità del nostro parlamento. 
Nel frattempo come dicevo, il gruppo Napolitano procede a tappe forzate verso la revisione della costituzione, tentando di imporre quello che potremmo chiamare "il sindaco d'Italia" Ne parla continuamente ad esempio Renzi, pensando quindi a un premier eletto direttamente (in verità, sembra piuttosto che vogliano piuttosto proporre l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, con un sistema più o meno analogo a quello francese), e in cui quindi la garanzia di un governo stabile sarebbe affidata alla figura del presidente che acquisterebbe forza rispetto a maggioranze parlamentari più o meno volatili. 

Se invece compissimo una piccola rivoluzione, e ci dividessimo sulle opinioni? 
In questo senso, trovo come ho già scritto altrove, positiva la scissione del PDL. Una cosa mi pare che venga fuori chiaramente, che esiste al centro dello schieramento politico italiano un gruppo liberista e filoeuropeo, un gruppo che comprende parlamentari di differenti partiti, oggi maggioritario, una novella DC finora allo stato potenziale, ma già in grado di determinare l'esito delel votazioni parlamentari. 
Oggi, la cura maggiore di questo raggruppamento così composito è quello di occultarsi, di non far capire quali siano i suoi confini (in effetti a sinistra non è che siano tracciati nettamente), perchè sennò verrebbe fuori il segreto di pulcinella, che questo raggruppamento risulta nel nostro parlamento assolutamente sovradimensionato. Dovesse domani presentarsi come un unico partito alle prossime elezioni, subirebbe un vero e proprio tracollo. 

Perciò, bisogna stirare questa legislatura il più possibile, ed andare a nuove elezioni solo quando nuove regole fatte su misura e magari anche nuove condizioni storiche, diano almeno una chance a costoro per prevalere. Fino ad allora, regnerà re Giorgio su un trono che nessuno gli ha ancora conferito, riuscendo forse nel paradosslae disegno di rivedere la costituzione che egli avrebbe il ruolo invece di difendere di fronte a tutti.

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