sabato 30 luglio 2011

LA PAZZIA DI BRIEVIK E LA SOCIETA' CONSUMISTICA

Ma Brievik, il sanguinario killer norvegese, è o non è un pazzo?
Questa domanda, a rigore, richiederebbe una precisa ipotesi su cosa sia la pazzia, un problema così complesso a cui sembra pressocchè impossibile rispondere.
Io dico: ma siamo certi che noi vogliamo sapere se egli è pazzo, che è questa la domanda giusta?
A me pare piuttosto che ciò che realmente ci interessa è il suo rapporto coi vari Borghezio, Le Pen ed altri xenofobi razzistoidi che infestano la politica europea. Brievik è l'effetto, seppure patologico ed abnorme, di queste ideologie retrive, si può formulare una sorta di accostamento tra loro? Oppure, alternativamente, Brievik è semplicemente un pazzo conclamato, e le idee che proclama sono prive di rilevanza, un esile velo che ricopre motivazioni psicotiche strettamente personali.
Io sostengo la prima ipotesi, se non altro perchè costituirebbe un ben grave errore ignorare le sue parole. Egli ha esplicitamente sostenuto da una parte ipotesi politiche del tutto analoghe a quelle espresse dai citati partiti xenofobi, e dall'altra un suo orrendo obiettivo agonistico, risultare il più sanguinoso assassino nella recente storia europea. Tenterò pertanto di tracciare quale ritengo sia la relazione tra un singolo assassino sanguinario, sicuramente con chiari elementi di psicosi, e i movimenti xenofobi, più che mai in auge un po' in tutti i paesi europei.
Per fare ciò, è necessario analizzare l'evoluzione storica che ha subito la cultura europea, in sostanza l'influenza che essa ha subito da parte delle'egemonia USA, dai tempi del nazismo ad oggi. Naturalmente, questo sarebbe un compito improbo, in assoluto ma ancor più se si tentasse di farlo in un breve post, e quindi io mi riferirò a un singolo aspetto.
Devo ancora aggiungere che le tesi che verrete illustrate nel seguito sono state fortemente stimolate da un post e dai susseguenti commenti lì espressi.
La questione è quindi cosa differenzi il nazismo dai movimenti a base razzistoide dei nostri giorni. Non mi sembra che dal punto di vista teorico si possano scorgervi grandi differenze, ma ciononostante le differenze ci sono. Oggi essi si muovono su una base legislativa che preservi le società nazionali da fenomeni di immigrazione da aree etnologicamente e dal punto di vista religioso differenti, mentre il nazismo voleva innazitutto fare pulizia in casa tramite la ghettizzazione degli ebrei. Ci volle ancora lo scoppiare del conflitto mondiale perchè i ghetti si trasformassero in lager, cioè in strutture scientificamente concepite per perpetuare un genocidio.
Ci sono quindi specifiche condizioni storiche, la guerra das uina parte, e gli immani flussi migratori che oggi la tecnologia permette, anche solo dal punto di vista della conoscenza che altri mondi esistono, inimmaginabili settanta anni fa.
C'è però anche una differenza che a me pare di somma rilevanza, e cioè quella che definirei la corruzione della società odierna, un influsso culturale di origine atlantica, che c'ha nel giro di pochi decenni trasformati da cittadini in consumatori. Si potrebbe formulare come il dominio degli oggetti, nel fatto che la nostra vita viene oggi definita innanzitutto dagli oggetti che possediamo. Ciò implica il procurarsi il reddito che ci assicuri la capacità di spesa, l'incapacità di vivere nel presente, godendoci ciò la natura, in primis la nostra stessa natura, ci assicura indipendentemente dal possesso di mezzi finanziari, perennemente insoddisfatti perchè gli oggetti di cui ci circondiamo non sono mai abbastanza, e infine, la cosa più rilevante nel contesto di questa discussione, la paura di perdere gli oggetti che abbiamo.
Tale paura in realtà, pur partendo dagli oggetti, in realtà diventa una paura indistinta perchè perdere gli oggetti significa perdere il proprio status sociale, e di conseguenza anche gli affetti, la stima e la solidarietà delle persone che ci sono care.
Vorrei anche precisare che i danni della cultura americana in Europa sono ben maggiori che nella stessa società statunitense proprio perchè, mescolandosi ad una cultura preesistente di frugalità e risparmio, tipica delle nostre società contadine, massimizza questa paura, perchè insomma siamo pessimisti mentre gli americani sono ottimisti, almeno dal punto di vista storico.
La corruz
Così, quella specie di torpore che la divinizzazione degli oggetti tipica dei nostri tempi ha provocato nella società, tende a ridurne l'impatto violento.
Infine, tornando a Brievik, chi può concepire un piano che non è solanto diabolico, ma anche molto impegnativo se non una persona disperata, uno che non teme di perdere tutto perchè nulla possiede, a partire dall'assenza di affetti. La sua pazzia, se mi permettete i connessi aspetti paradossali, è essenzialmente dovuta proprio al suo non essere stato corrotto dalla cultura consumistica, e la sua capacità di resistere a tale cultura costituisce proprio quella alterità dal sentire comune che ce lo indica come pazzo.

2 commenti:

  1. Combinando l'orrore e il sublime,prepara crisi decisive per il potere e per i sentimenti-
    Gliksohn
    Era necessario un approfondimento sulla figura
    di Brievik e il mondo, e guerre sante del governo
    degli USA alla ricerca del finto Graal-
    Egill

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  2. Ipotizzare la pazzia no- Analizzare la società si-
    Egill

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