mercoledì 16 marzo 2011

LA POLITICA COME SPETTACOLO

Oggi vorrei accostare due temi dell’attualità politica apparentemente senza alcun legame tra loro, mostrando come tutto ciò che ci viene comunicato da talk-shows televisivi e grande stampa costituisca puro spettacolo, nascondendo ben altre finalità che non vanno rivelate.

Cominciamo dalla vicenda del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia che si festeggerà domani, e del vergognoso atteggiamento tenuto dai consiglieri della Lega ieri al Consiglio Regionale della Lombardia. Come saprete, i leghisti sono usciti dall’aula quando si è intonato l’inno di Mameli. Ebbene, questo rientra in una politica-spettacolo. Nello stesso momento in cui la Lega è diventato un partito nazionale, mostrando di avere ben assimilato i costumi romani, nello stesso momento in cui ha trasformato la propria scommessa federalista in una farsa, attraverso provvedimenti legislativi che affossano ogni prospettiva federalista e servono soltanto ad aumentare le tasse senza farsene accorgere, nello stesso momento in cui al familismo di Bossi si aggiungono episodi acclarati di collusione con organizzazioni criminali, l’unico modo per mantenere i consensi è questo agitare scompostamente atteggiamenti secessionisti, a cui essi sono i primi a non credere, costituendo proprio per loro una prospettiva molto declamata ma per niente desiderata e perseguita. In sostanza, Bossi tiene famiglia e deve sistemare amici e parenti, tutta una classe di dirigenti intermedi va ad occupare posti di potere non disdegnando rapporti anche col diavolo pur di pensare ai propri personali inconfessabili interessi, e alla base leghista, come noto di bocca buona, si fa credere che si stia lavorando per la secessione, in un partito che più centralista e romano di quant’è, non potrebbe essere. Gesti come quello di ieri sono tutti ad appannaggio di questi creduloni leghisti di base incapaci di esercitare analisi minimamente critica di quanto dice il loro fuhrer Bossi.

Passiamo ora alla vicenda delle centrali nucleari. Non è carino autocitarsi, ma parecchio tempo fa sostenevo l’ipotesi che la vicenda delle centrali nucleari, similmente del resto a quella del ponte sullo stretto, non sarebbero mai arrivate a completamento, e che la loro realizzazione non era il reale obiettivo del governo. Il vero obiettivo è, secondo un costume nazionale tristemente noto, quello del saccheggio, aprire canali di finanziamento formalmente finalizzati alla realizzazione di una certa opera, in realtà destinati ad amici e parenti attraverso consulenze e comitati destinati alla gestione della fase di preparazione. Tutto ciò avviene sapendo sin dall’inizio che non si verrà mai a capo ai progetti tanto annunciati e declamati, ma un effetto si ottiene lo stesso, trovare una giustificazione per distribuire prebende a destra e manca, salvo poi tagliare i fondi per la cultura e l’istruzione.

Oggi, di fronte al disastro in Giappone, all'incombente catastrofe ambientale a seguito dei danni ai reattori nucleari, e con un referendum che incombe tra pochi mesi, nessuno privo di senno potrebbe davvero credere di riuscire a fare digerire agli italiani l'installazione di centrali termonucleari.Se però il fine è quello di potere continuare a foraggiare come dicevo i propri amici e parenti, allora la fase di definizione dei siti e delle caratteristiche delle centrali deve andare avanti. In un certo senso, il disastro in Giappone ha fatto un favore al governo, dandogli una ottima scusa per non costruire le centrali che comunque non ha mai realmente pensato di realizzare.

In una società quindi in cui si è smarrito il significato di interesse generale, lo stato è diventato preda di interessi particolari e strutturati in gruppi di potere che operano in maniera per tanti aspetti simile alla mafia. Il successo di uno specifico gruppo di potere dipende in definitiva dall’efficacia dell’immagine che si propone di sé a un pubblico inebetito che crede alle storielle che gli si raccontano. In questo senso, si potrebbe dire che l’insuccesso del PD stia nella sua incapacità di proporre la sua favola, che abbisogna di una certa minima coerenza, irrintracciabile in un partito diviso tra microfazioni e probabilmente anche a corto di immaginazione.

Vorrei aggiungere un’ultima notazione, un po’ fuori tema in questo post, e che riguarda la tematica del termonucleare. Mi chiedo perché gli esperti che girano per salotti televisivi vari non chiariscano agli ascoltatori come la sorte dei reattori convenzionali (a neutroni termici) sia strettamente legata ai reattori autofertilizzanti, molto più pericolosi perché operano a circa 700 gradi centigradi (invece che inferiore ai 200 delle centrali convenzionali), visto che la disponibilità di uranio 235 sarà sempre minore e che quindi si usa crescentemente plutonio 239, prodotto proprio nei reattori autofertilizzanti, un silenzio preoccupante!

6 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che il progetto nucleare è una torta molto succulenta, e che sostenerlo non costa niente in termini di credibilità e dignità, dall'altra parte, in termini di arricchimento invece paga. Ed ecco che tutti si trasformano in esperti e scienziati..tanto,loro, non ci saranno più quando la scelta operata si rivelerà una tragedia.

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  2. Parole sante, soprattutto quelle che chiariscono il meccanismo della pappatoria legata a consulenze e progetti!
    I leghisti, poi, sono uno spettacolo così pietoso che quasi mi vergogno a dire che io domani NON festeggerò proprio niente (e che l'inno di mameli mi fa a dir poco schifo) per non dover sembrare uno di loro!

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  3. Posso rubarti questo lucidissimo articolo?

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  4. rendere tutto ciò che dice inaffidabile.@ mr. Hyde
    La Prestigiacomo è inascoltabile. Questa donna ha la capacità di rendere tutto ciò che dice inaffidabile.

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  5. @ Zio scriba
    Secondo me, non dobbiamo permettere a un Berlusconi qualsiasi di gettare alle ortiche gli ideali risorgimentali, sennò gli faremmo il pià grande regalo, fare della nostra nazione un suo oggetto.

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  6. @Paola
    Naturalmente sì, posso solo esserne onorato (quanto mi piace usare queste espressioni desuete...).

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