lunedì 22 febbraio 2010

IL BLOCCO DI POTERE FRANA?

Direi che oggi come oggi in Italia, nei suoi palazzi del potere, predomina la paura, che ha preso un po’ tutti, tutti coloro che qualche scheletro, magari solo un paio di ossa, nell’armadio ce li hanno.

Partiamo dalla ostinazione di Bertolaso, l’esempio ritengo più pericoloso del sistema di potere insediato in Italia. Bertolaso sostiene ciò che con una anche una vaga parvenza di logica, mai potrebbe essere sostenuto. Non mi riferisco al famoso incontro con la brasiliana Monica, questo episodio lo potremmo mettere anche da parte. Il punto è un altro, il punto è quello di un personaggio che si autodefinisce uomo del fare, il benefattore, colui che, in virtù delle sue capacità organizzative, pretende di presiedere un centro, quello della protezione civile, che deve poter operare in regime eccezionale, fuori dalle consuete procedure di controllo che la legislazione vigente prevede. Non v’è alcun margine di ambiguità in proposito, egli anzi attacca tutti coloro che ostacolano questa sua attività benefica.

Nel contempo, si tira fuori dagli esempi di corruzione. Dunque, riassumendo, io pretendo di fare da controllore di me stesso, e quando i miei sottoposti si fanno corrompere, pretendo di uscirmene fuori perché non posso sapere tutto. Se ammette di non potere controllare tutto, che le cose gli sono sfuggite di mano, dovrebbe nel contempo chiedere scusa agli Italiani, ed essere il primo a chiedere il ripristino di regole pià severe di controllo. Rimane il fatto inquietante della eccessiva familiarità che Anemone dimostra nei suoi confronti, il che sembrerebbe implicare che qualche forma di coinvolgimento in questi intrallazzi ai danni del contribuente ci debba necessariamente essere. Invece, egli non ha speso neanche una parola per qualche ripensamento, quantomeno riguardo l’allargamento oltremisura delle competenze della protezione civile, che è passata dai soli interventi di emergenza a tutti gli interventi che la presidenza del Consiglio consideri a sua discrezione di semplice urgenza. E’ significativo che Bertolaso abbia evitato di criticare un aspetto che non lo vedeva direttamente raccolto, ma che poteva suonare di seppure blanda critica verso il signor B., come è significativa la chiamata di correità verso i governi di centrosinistra. Egli quindi sceglie di schierarsi apertamente ancora una volta con il proprio padrone. E il padrone gli restituisce il favore, difendendolo a sua volta a spada tratta. Ma proprio l’atteggiamento scopertamente ondeggiante del nostro premier mostra la fragilità del tutto, la fifa matta direi con cui anche i più potenti si muovono in questo scenario. Prima si scaglia contro i magistrati inquirenti di Firenze, dicendo loro che devono vergognarsi, poi cambia totalmente dicendo che ci vogliono norme anticorruzione più severe, poi, accorgendosi, come sottolineato in qualche vignetta satirica, che così sarebbero stati colpiti molti dei suoi più vicini collaboratori, assolve lui ex cattedra i propri amici, Bertolaso e Verdini in testa, e nega che ci sia un’emergenza, una nuova tangentopoli che egli stesso aveva evocato parlando di allarme corruzione. Insomma, l’unica cosa che questi hanno chiaro è che devono stare uniti, fare fronte comune senza defezioni, negare e negare aldilà di qualsiasi palese evidenza.

Ma anche fuori dalla maggioranza, segnatamente nel PD, qualche paura serpeggia. Questi furfantelli o presunti tali hanno iniziato le loro fortune durante il governo di centrosinistra, mostrando ciò che ormai era chiaro da tempo, che il sistema di potere è unico, sicuramente unici i metodi di governo: poi, naturalmente ci si scontra su chi debba giocare col giocattolo.

Infine stamane, si comincia a intravedere un primo scontro all’interno della magistratura. Alla procura di Roma pare di capire che abbaino delle grane grosse così, che non coinvolgono soltanto Toro, che è indagato, ma c’è un problema generale di omissioni, di mancato intervento. Stretta in questi impicci, Roma si muove attaccando a sua volta Firenze sulla base di una presunta incompetenza, e chiedendo ragione del proprio mancato coinvolgimento nelle indagini. Da queste notizie, possiamo inferire quali e quanti siano gli ambienti bene coinvolti, chissà quanti altri imprenditori e funzionari pubblici da qualche giorno tremino al pensiero che le loro malefatte vengano a galla. Il fatto che la paura sia la caratteristica predominante penso sia un elemento positivo, perché rischia sempre di rompere i muri di omertà. Pensi sempre che se il tuo sodale parla per primo, pagherai tu e non lui, e così possibili tradimenti, possibili confessioni fiume sono da prendere in considerazione. Speriamo che questo clima di sbandamento continui e che davvero la gente voglia prendere nelle proprie mani il destino del paese.

14 commenti:

  1. Carissimo, ieri sera ho avuto il piacere su rai tre di vedere l'operato benefico, intelligente ed efficace di Bertolaso...
    Sono talmentte schifata e triste che neanche commento, e ti di ragione su tutta le linea, amaramente ragione.
    Sai una cosa? Io ci sono giorni un cui ho una nausea...
    Ma dico io, che fine ha fatto, se c'è mai stata, la responsabiltà alla proprio coscenza politica e di uomo dello Stato di fronte ad un operato assurdo e inconcludente, alla lunga distanza? Che fine ha fatto la nobiltà d'animo costante e non intenmottente?
    Dove e quando questa generazione di 60/70enni ha cominciata a marcire, facendo marcire tutto intorno?
    Un abbraccio affettuoso ( sai che ti stimo) e grazie comunque di questi bicchierini di cicuta di inizio settimana che insegnano.

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  2. Ribadisco:stavamo scarsi a fetient'! Avanti, c'è posto!

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  3. mi sembra che la gente sia apatica o meglio che molta gente lo sia, quei pochi che vorrebbero fare qualcosa non ce la fanno ad essere ascoltati, grandi manifestazioni, grandi aggrregazioni che poi portano al nulla

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  4. Eccomi! Scusa l'assenza ma anche da me sono stato un po' meno presente. Ora tutto torna alla normalità :-)))

    La cosa che trovo più sconcertante é che oramai davvero non si dimette più nessuno. Un tempo, anche se in realtà tutto poi tornava come prima, qualche testa saltava. Governi corrotti quanto questo saltavano per molto meno e sappiamo bene a quante elezioni anticipate abbiamo assistito in passato. Oggi invece, qualunque cosa succeda, niente é mai così grave da dover portare a dimissioni o altro.

    Detto questo, spero davvero che questa deriva porti qualcuno in più dei noi quattro gatti attuali a voler prendere in mano le redini del Paese.

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  5. Insomma, l’unica cosa che questi hanno chiaro è che devono stare uniti, fare fronte comune senza defezioni, negare e negare aldilà di qualsiasi palese evidenza.

    Si tratta di una casta autoreferenziale che tenta in tutti i modi di salvarsi, senza mostrare alcuna dignità. Mi dispiace molto ammetterlo in quanto italiana, ma temo che siano lo specchio di una cospicua parte del paese.

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  6. Negli anni 70 la procura di Roma era famosa per essere il porto delle nebbie e mi sembra che la situazione non sia poi cambiata più di molto.
    Il sistema di potere evidente che circolava intorno a Bertolaso è stato scoperto. Ancora non si capiscono le conseguenze che potrebbero però essere molto ampie, come ampio del resto è il potere di controllo dell'informazione sulla pubblica opinione. Il giocattolo comunque si è rotto credo in modo pressochè definitivo. Staremo a vedere.....

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  7. ...una cosa che forse non viene sufficentemente sottolineata, è il ruolo dei media.
    Ai tempi di tangentopoli fu un elemento a mio parere determinante del far prendere coscienza contribuendo al pensionamento della "prima repubblica".
    Oggi suonano il piffero al potere, completamente asserviti, con l'unico scopo di anestetizzare le coscienze. Tra le voci discordanti, alcune mirano esclusivamente al loro tornaconto dal punto di vista della visibilità e chi rimane a fare informazione libera non trova sufficente "ossigeno" per poter arrivare a tutti.

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  8. @Luce
    Woody Allen in un suo vecchio film (mi pare s'intitoli "Crimini e misfatti"), descrive il caso di un professore che uccide l'amante e che è preso dal rimorso finchè ha paura di essere scoperto. Quando infine capisce che l'ha fatta franca, smette di avere sensi di colpa e si autoassolve. Questo per dirti come non credo alla coscienza individuale, la coscienza è solo il riflesso di un sentimento collettivo. E questo spiega l'autoassoluzione di questi figuri.

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  9. @Ornella
    Non aggiungo nulla alla tua espressione molto eloquente :)

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  10. @Zefirina
    Pare che alcune rivelazioni statistiche mostrino (finalmente...!) un certo calo di consensi verso il PDL: staremo a vedere!

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  11. @Daniele
    Le dimissioni non vengono richieste perchè se cade qualcuno, rischia di trascinare altri: potrebbe essere un segno di debolezza.

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  12. @Romina
    Sicuramente, non c'è un paese onesto ostaggio di un pugno di lestofanti. Il punto però è se a una classe dirigente basti essere specchio del paese, e non debba viceversa essere migliore, come io credo.

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  13. @Silvano
    La procura di Roma polemizza un po', ma poi oggi dichiara che non c'è contrasto alcuno con Firenze. Si potrebbe considerare un avvertimento, vedremo :)

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  14. @Loris
    Grazie di avere sottolineato questo aspetto che avevo trascurato. Purtroppo, la concezione del giornalismo come missione non trova più riscontro alcuno. Altrove, ho io stesso sottolineato quanto la stampa giochi un ruolo nefasto sugli attuali equilibri di potere.

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