giovedì 23 aprile 2009

SUL LIBRO: UNA RIPROPOSIZIONE

Ripropongo uno dei primissimi post, per ciò stesso poco letto, ma importante dal punto di vista stesso della finalità di qeusto blog.
Vi vorrei adesso parlare del contenuto del mio libro, in cui ho cercato di condensare l'insieme del mio pensiero. Si tratta di un'operazione difficile, perchè il libro stesso è già denso di contenuti, e un suo sunto è di fatto improponibile. Mi limiterò pertanto all'essenziale, avendo presente così di darne un'immagine inevitabilmente distorta. Il concetto di base è che noi occidentali viviamo in una società profondamente ideologizzata, malgrado gli sforzi di tanti di proclamare la fine delle ideologie. Ciò che è successo in realtà negli ultimi decenni è stata la morte delle ideologie alternative, l'ideologia marxista in primis, in modo tale che oggi esiste un'unica ideologia senza ideologie in competizione. Tale ideologia è fortissima proprio in virtù della sua invisibilità, è introiettata in noi in maniera così profonda e totale che non riusciamo neanche a scorgerla. Tale ideologia è fondamentalmente un'ideologia distruttiva, che ha nei confronti del mondo che ci circonda un atteggiamento di sfruttamento e rapina. Ciò che è poi ancora più grave è che il mondo viene così visto come il teatro delle nostre azioni, come se noi venissimo da un altrove, cioè ci fa dimenticare la nostra appartenenza a quello stesso mondo che noi pensiamo di potere influenzare e modificare a nostro piacimento. La tesi che illustro e argomento nel testo citato è che bisogna quindi sostituire questa ideologia che ci rende infelici già oggi, e che presto porterà l'umanità verso il rischio dell'estinzione, con un'ideologia alternativa, e che questo processo non potrà avvenire spontaneamente, ma che richieda un progetto specifico, affidato a un gruppo di persone consapevoli. Mi fermo qui: nel prossimo post, elencherò i punti qualificanti di questa ideologia che ho chiamato verde, in omaggio a un termine che è già entrato nel dibattito sociale e politico dei nostri giorni.

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