giovedì 4 agosto 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE: GLI ERRORI DEL FRONTE DEL NO E IL MODO DI CORREGGERLI

Vedo che nel fronte del no, la situazione di sostanziale parità di consensi rispetto al sì come suggerirebbero i varii sondaggi che non ci lesinano, viene considerata positivamente, come se si trattasse di una buona notizia.

Scordatevelo, si tratta in realtà di una notizia pessima.   

E' pessima innanzitutto perchè, in presenza di indecisi in numero enorme, significa che non possiamo scommettere neanche un centesimo sul fatto che il no vincerà.
Lo è ancora di più perchè è una cosa che va capita.
La questione è: "Come è possibile che una riforma obiettivamente così obbrobriosa, che dovrebbe suscitare in tutte le persone disinteressate e dotate di capacità raziocinante un moto di disgusto e quindi di rifiuto, viene nella maggior parte dei casi considerata con benevola neutralità?"...

La risposta è nell'inadeguatezza del fronte del no, innazitutto sul piano mediatico.
In effetti, la campagna per il no procede faticosamente e tra mille incertezze, dovute per la maggior parte a idee differenti su come vincere il referendum.

A me pare in particolare che l'eccesso di tatticismi, stia portando il fronte del no verso una sconfitta probabile.
Consideriamo ad esempio la questione del referendum considerato come un referendum sulla persona di Renzi.

Ricorderete che è stato lo stesso Renzi a porre in questi termini la questione, e costoro si sono scagliati sull'osso come pazzi, al grido di "prendiamolo sul serio, sfruttiamo il fatto che la somma dei consensi contrari a Renzi sono superiori a quelli a lui favorevoli".
A parte che l'essere favorevole costituisce una motivazione ben più ferma di chi è contro, a partire dallo stesso voto che si esprime a favore e non contro (tranne forse in Australia), ma in tutti gli atti della nostra vita facciamo quasi sempre le cose in funzione di ciò che ci piace, non per evitare ciò che ci dispiace, e che quindi il puro confronto quantitativo tra elettori pro e contro Renzi non ci dice in sè granchè sui risultati del referendum, adesso che, come previsto da me e da altri, Renzi si è sfilato contraddicendosi platealmente senza apparente scandalo di nessuno, costoro e noi con loro, visto che facciamo parte dello stesso fronte, ci troviamo spiazzati.
 
Eppure, è una regola generale della politica di non stare al traino dei propri avversari, cedendogli l'iniziativa. 

Dobbiamo tornare adesso, senza ulteriori rinvii, al merito delle revisioni oggetto del referendum. e non sarà facile.
 
Quando dico di entrare nel merito, non intendo certo addentrarci in dotte considerazioni che pochi potrebbero capire.
Basta a mio parere leggere gli articoli e chiedere alla gente cosa c'ha capito, confrontando il testo che si vuole revisionare, facendo notare come sia molto più chiaro.
Questo va certamente fatto, ma dovremmo credo anche cogliere l'occasione per farla conoscere questa costituzione del '48.
Ancora, alcune argomentazioni vanno smentite, prima tra tutte che il bicameralismo, tra l'altro mantenuto anche nella nuova versione, sia fonte di inefficienza, basandosi sul numero di leggi e roba simile.
Su questo aspetto, bisogna essere drastici, il parlamento italiano non è poco efficiente, lo è troppo, sforna provvedimenti da mane a sera, nella maggior parte roba errata o imprecisa che poi richiederà correzioni o semplicemente pentimenti per gli errori commessi.
Il parlamento non funziona come un caseificio che deve sfornare quante più provole l'ora possibile, la funzione legislativa è estremamente delicata e la seconda lettura che si effettua nell'altra si è rivelata provvidenziale in tante occasioni: potrei perfino dire che una terza sarebbe ancora più augurabile.

Il pensare alla velocità deriva dalla sostanziale inutilità nel ruolo del parlamento, una volta che esso serve solo a ratificare quanto elaborato e proposto dal governo o ancora dalla UE.
 
E' chiaro che se il parlamento svolge lo stesso ruolo dell'impiegato che apponeva i bolli sui documenti, allora la velocità sarebbe tutto, il massimo della virtù, così ciò richiama la concezione stessa del parlamento.

Ancora, è doveroso richiamare la procedura che è stata utilizzata che sin dall'inzio è stata pensata come finalizzata ad una logica di parte, agli interessi di un governo schiavo degli interessi stranieri
Tutto questo deve precedere il resto. Poi, ci si potrà anche soffermare sul "combinato disposto" delle revisioni costituzionali e della nuova legge elettorale, purchè sia chiaro che la costituzione è sempre la questione più importante, ed anche potremo parlare dell'impatto sulla politica contingente, ma dopo avere chiarito i termini essenziali della questione.

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