domenica 17 novembre 2013

E' RINATA LA DC?

La scissione perfezionatasi ieri tra la rinascente "Forza Italia" da una parte e l'NCD (che starebbe per Nuovo Centro Destra), rappresenta un passaggio molto rilevante nella politica italiana...

La prima cosa che subito viene in mente è che essa rappresenta una fotografia veritiera della carenza totale di immaginazione nel ceto dirigente italiano. Da una parte, Berlusconi non trova di meglio che ripescare una sigla del passato per tentare di riproporsi, sperando che ciò gli fornisca almeno parte del fascino che ne determinò allora un successo elettorale in effetti allora clamoroso, dall'altra questo drappello governativo non riesce a secernere per il proprio raggruppamento se non una sigla così generica ed anonima che sembra rispecchiare la stessa anonimia e insignificanza dei protagonisti di questa neonata formazione politica. Si palesa insomma il pantano in cui questo paese è caduto, a seguito dell'evidente vuoto di proposta del suo gruppo dirigente.  

L'elemento però più rilevante rimane la chiarificazione del quadro politico. 
Dietro il moltiplicarsi di sigle sempre più improbabili, si costituisce un "blocco Napolitano", cioè un raggruppamento che viene guidato di fatto dal nostro presidente della Repubblica. Almeno sull'ala destra, il confine è ormai chiaramente tracciato, rimangono fuori da questo blocco attualmente dominante e governante, oltra la Lega e "Fratelli d'Italia", anche "forza Italia", con Berlusconi ormai chiaramente all'opposizione. 
Rimane invece più sfumata la situazione a sinistra, dove rimane fuori SEL seppure non senza qualche ambiguità, mentre il PD, ufficialmente schierato col duo Napolitano/Letta, anche a causa della sua fase congressuale in corso, manifesta segnali sempre più netti di distanziamento, soprattutto da parte di Civati e di Renzi, due dei candidati in corsa per la segreteria. 
Ciò che sta insomma succedendo, è che, malgrado gli enormi sforzi che pretenderebbero che questa area governativa fosse plurale, cioè presentasse al proprio interno ispirazioni differenti (le grandi intese, continuano a dire), in realtà si evidenzia come un vero e proprio partito, una specie insomma di DC riesumata in questa fase politica. 
Del resto, la improvvisa defezione del gruppo di Mauro da "Scelta civica", sembra proprio fare da preambolo al convergere in una stessa formazione politica dei neonati gruppi di Mauro e di Alfano con l'UDC di Casini. 

Ha voglia Alfano di dichiarare il proprio gruppo come centrodestra, ha voglia Berlusconi di preconizzare una futura alleanza con costoro, hanno voglia Letta e Cuperlo di ribadire la loro appartenza al centrosinistra, le politiche concrete e quotidiane danno evidenza dell'indistinguibilità tra tutti costoro, essi sono in tutta evidenza membri di uno stesso partito, seppure oggi trasversale, il partito europeo e per la globalizzazione guidato dallo stesso Napolitano. 
Chi rimane fuori a sinistra, SEL e Civati, continueranno a svolgere egregiamente il loro ruolo di utili idioti, mentre l'ago della bilancia è costituito da Renzi che magari potrebbe cominciare a decidere cosa vuole fare da grande. 
Oggi, egli per motivi tattici, deve lavorare contro il governo, con l'avvertenza di non dichiararlo neanche dietro tortura, ma se il suo programma politico va ad identificarsi con quello di Napolitano, i suoi giochetti di differenziarsi, magari su questioni marginali come quella della Cancellieri, dovranno presto cessare, egli sarà inevitabilmente inglobato in questo gruppone centrale della politica italiana. 

In particolare, anche a seguito delle dichiarazioni del commissario europeo Rehn, le questioni economiche connesse ai vincoli europei, saranno al centro del dibattito politico. Il fatto che Berlusconi sia stato con un piede su due staffe, facendo nello stesso tempo l'antieuropeo, ma sostenenedo coi suoi voti il governo più europeo che si potesse immaginare, era un elemento di ambiguità che dava forza al disegno di ispirazione europea.
Ora che questa situazione è cessata, la posizione di Napolitano e della sua maggioranza diventa palese, e di conseguenza si realizza una situazione di assedio a questa maggioranza occulta e trasversale. Così, una questione in fondo soltanto personale come quella della Cancellieri, deve essere contrastata come se si trattasse di una questione centrale, ed in qualche misura lo è, perchè questo governo non può rischiare di subire un processo di cambiamento della propria composizione. Probabilmente, la soluzione sarà quella che Letta stesso assuma l'interim del ministero della giustizia (onestamente, non so se ci siano divieti formali in proposito). 
Lo stesso discorso di Napolitano in occasione della visita del papa al quirinale, certamente irrituale in quella sede, denuncia, nell'esigenza che il presidente ha avvertito di esternare, una debolezza di questo gruppo che sembrerebbe così solido. La questione centrale alla fine è quella del consenso. Se si andasse a nuove elezioni, senza berlusconi da una parte e nell'eventualità del distacco di Renzi dal resto del PD, chi porterebbe i voti necessari a raggiungere una maggioranza parlamentare? Napolitano sta sperimentando quanto sia difficile contare sull'intero PD una volta che la vecchia nomenclatura si è così fortemente indebolita da non avere più quel controllo ferreo del partito. 

Sì, anch'io come tanti altri, penso che la spaccatura dell'ex-PDL migliori il quadro politico italiano, proprio nell'evidenziare l'esistenza di quest'area pro-Europa e del ruolo di guida evidente che Napolitano riveste in questa stessa area.

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